
Atlantic Division: Preview

Nuovi Knicks, vecchi mali

Portland alla riscossa!

Rivoluzione Knicks: ecco Melo !!
Era solo questione di tempo, e di denaro, tanto denaro. Carmelo Anthony voleva i Knicks (e l’estensione da 65 milioni), e New York voleva Melo; ma a quale prezzo?
Della blockbuster trade si vociferava da giorni. Alle dichiarazioni del giocatore, relativamente ad un possibile rinnovo con Denver, non credeva nessuno, almeno non il sottoscritto. I Nets, dal canto loro, hanno operato sino all’ultimo come disturbatori, mettendo pressione ai Knicks.
Ma andiamo per ordine.
I Blazers fra infortuni e soprese
Alzi la mano chi quattro anni or sono non avrebbe previsto un futuro roseo per Portland.
Una franchigia giovane, anzi giovanissima, con un futuro roseo di fronte a se, dopo l’epurazione dei vecchi Jail Blazers. Tutto faceva pensare a qualche anno di apprendistato e poi concrete possibilità di giocarsela per traguardi importanti.
La scelta di Brandon Roy al draft 2006 (o meglio la trade con Minensota in cambio di Randy Foye) e la trade con Chicago per Lamarcus Aldridge (scelto alla due dai Bulls che optarono per Tyrus Thomas) lo stesso anno, sembravano le fondamenta per un futuro più che splendente.
Gli alti e bassi dei Knicks
Non solo Stat in quel di nuova York!!
Dopo un mesetto di assenza di cose da raccontare ce ne sono parecchie, dalla mini crisi, alle vittorie da Garden esaurito etc. In primis però è sempre lui che fa parlare, Amare o Amar’è se preferite.
Dopo i record è arrivata anche la prima convocazione di un Knick da titolare all’All Star Game. Roba che si ricordano solo i tifosi di Pat Ewing!
Il 2011 sarà l'anno dei Knicks?
Tempi duri dovevano essere in procinto di Natale, e così è stato anche se solo in parte. Il calendario dei Knicks si è improvvisamente fatto più impervio, ed il record vincente avrebbe dovuto iniziare a traballare.
Invece dall’ultimo team report siamo a 5 vinte e 4 perse, escludendo le W con Washington e Toronto è un quasi pareggio.
Non male vista la caratura degli avversari, tranne i Cavs (non me ne vogliano gli ex fans di Lebron).
Amare Stoudemire: l'uomo giusto al posto giusto?
La scorsa estate la caccia al free agent è stata una delle più abbondanti, se non la più abbondante del nuovo millennio.
Tra un Lebron in fuga da Cleveland, un Wade ammiccante a Chicago, salvo poi rimanere a Miami, un timido Nowitzki, hanno fatto scalpore i 100 milioni di dollari che i Knicks hanno messo sul piatto per Amare Stoudemire.
Ottimo giocatore, propenso agli infortuni, non una stella assoluta, accentratore; questi erano solo alcuni dei dubbi sollevati dai tanti critici, e dalla poco paziente stampa newyorkese. Amare ci ha messo del suo, spavaldamente dichiarando “The Knicks are back”, il tutto prima di fare i conti con l’oste, tant’è che la partenza 3 – 8 aveva già insinuato dei malumori.
Knicks on Fire!!
Le cose cambiano rapidamente in quindici giorni, figuriamoci in 16 anni.
Ebbene si, erano più di sedici anni che i Knicks non vincevano 8 gare consecutive in trasferta; io ero un diciottenne speranzoso amante del Basket NBA in un periodo in cui internet era agli albori. Per la cronaca non ricordo se il coach dell’epoca fosse Pat Riley o Don Nelson, roba da preistoria.
Se nello scorso report criticavo le sei sconfitte di fila, in questo non posso che rimarcare i progressi, che hanno fruttato dieci vittorie negli ultimi undici incontri. Ma con la dovuta cautela, perché siamo si al top da dieci anni a questa parte, ma a cadere si fa presto.
Primi malanni d'autunno per i Knicks

Amare Stoudemire è apparso a volte frustrato dal modo passivo con cui la squadra accetta le sconfitte...
Ma non doveva essere la stagione della resurrezione?
Dopo una decina di partite la classifica di New York guarda già a sud.
I primi segnali incoraggianti sono stati spazzati via da sei sconfitte consecutive di cui alcune maturate in maniera veramente assurda.