Gara 7 inizia con l’assenza di Zach Randolph, sospeso per aver tirato un pugno a Steven Adams durante Gara 6.
Punizione eccessiva? E’ stato un vero pugno? Sicuramente è un peccato che la serie si chiuda senza uno dei protagonisti della serie e una delle armi offensive principali dei Grizzlies.
La partita si gioca davanti al solito “sold out” della Chesapeake Energy Arena, in grado di dare davvero energia ai Thunder, con questi presupposti la gara sembra davvero già indirizzata verso la squadra di Durant e Westbrook; difatti i Thunder partono forte e Memphis sembra invece intimorita senza uno dei suoi giocatori di riferimento e con Mike Miller in quintetto insieme a Courtney Lee, perchè anche Prince non sta bene ed è in panchina.
Marc Gasol sembra essere di diverso avviso, segna lui tutti i primi punti dei Grizzlies, recupera 3 palloni, pesca due falli rapidi di Perkins, fa girare l’attacco dei suoi smistando il pallone dal post alto e quando non c’è alternativa si mette in proprio, così i Grizzlies sono avanti 26 a 20 a 4 minuti dalla fine del primo quarto.
Brooks non sembra capirci molto, tiene in campo Ibaka che non attacca fisicamente Miller in post e nemmeno lo segue fuori dalla linea dei 3 punti dove l’ex Heat abitualmente staziona.
Solo con il primo giro di cambi OKC abbassa il quintetto e gioca con un lungo, Adams, Durant da numero 4 e poi Butler, Jackson e Westbrook. A due minuti dalla fine del quarto quando Gasol va a prendersi il primo riposo Memphis è in vantaggio di 10 punti, 32 a 22, e lo spagnolo a messo li la sua fiche sulla sua candidatura a miglior centro dell’NBA.
Anche all’inizio del secondo quarto con le seconde linee in campo Memphis mantiene un vantaggio tra gli 8 ed i 10 punti, attaccando con calma e non perdendo praticamente mai il pallone.
I Grizzlies hanno un piano partita ben chiaro in testa e i Thunder non riescono a non farglielo applicare. Il motivo per cui OKC non è più in difficoltà è che Durant fa canestro e che Jackson dalla panchina produce punti ogni volta che ha la palla in mano e quando anche Westbrook inizia ad alzare i giri del motore ecco che OKC piazza il parziale di 10 a 0 e riporta la gara in parità a 4 minuti dalla fine del primo tempo.
Memphis risponde colpo su colpo ed il primo tempo finisce in equilibrio. Poi però nel secondo tempo i Grizzlies si accorgono di essere “inferiori per uomini e mezzi”, non riescono a giocare con la continuità del primo tempo, i titolari di Memphis hanno retto finchè hanno avuto energia ma poi stando in campo così tanto hanno perso lucidità e conseguentemente fluidità nel gioco e le percentuali si sono abbassate, mentre OKC non ha mai smesso di attaccare, sospinta dal pubblico di casa e con Durant e Westbrook a dettare il passo ecco che si crea l’allungo dei Thunder che vincono di 10 punti il terzo periodo e da li non si volteranno più indietro fino a vincere 120 a 109.
Onore a Memphis e a Dave Joerger capaci di cambiare il loro approccio alla gara, stante l’assenza di Randolph, e di dare del filo da torcere a OKC sino alla fine, certo è dura perdere una gara 7 giocata così bene e con la consapevolezza di non essertela potuta giocare fino in fondo.
I Thunder invece hanno ritrovato parte delle armonie perdute nel corso della serie, “Mr Unreliable” al secolo Kevin Durant ha giocato ai suoi livelli, 33 punti con 12 su 18 al tiro, e Russel Westbrook ha registrato la sua terza tripla doppia in una gara 7 dopo quelle del 2011 e del 2013 giocate sempre contro Memphis con 10 rimbalzi, 16 assist e 27 punti a referto.
Con gli altri Thunder che hanno fatto il loro “compitino”: 15 di Butler, 12 di I ama e 16 di Jackson c’era troppa potenza di fuoco perchè questi Grizzlies potessero insidiare la vittoria di Oklahoma.
Durant adesso si è levato un primo peso dalla spalle, un’eliminazione al primo turno, giocando malino fino alle ultime due partite, avrebbe probabilmente voluto dire la disgregazione dei Thunder così come li conosciamo.
Difatti ha dichiarato a fine gara: ” L’ho fatto alla mia maniera, stavo pensando troppo. Ero preoccupato di cosa i media stavano dicendo di me. Ero preoccupato di quali tiri avrei preso durante la partita. Stavo pensando troppo, e il gioco della pallacanestro si gioca sugli istinti. Ho solo realizzato tutto ciò ed ho ripreso a divertimi. E so che se mi metto al lavoro per la mia squadra i risultati arrivano.”
Oltre ai loro fuoriclasse devono ringraziare la gara 4 da 32 punti di Reggie Jackson, che in una partita completamente bucata da Westbrook e Durant ha sostanzialmente preso in mano la squadra e vinto Gara 4.
Adesso i Thunder devono portare quest’onda positiva al secondo turno dei play off e sperare che Durant continui a fare Durant, che Westbrook riesca a giocare sotto controllo e che “gli altri” diano sempre il loro contributo, in questo modo la via verso le Finals e sopratutto verso l’anello è percorribile fino alla fine da OKC.