Le regole del baseball

Le transazioni

Ok, prendetevi un paio d’ore di libertà, staccate il telefono, spegnete il computer, dopo esservi stampati queste paginette. Concentrazione al massimo. Pensavate che “Finanziaria II” fosse difficile o “Meccanica razionale” complicata o addirittura temevate “Procedura Penale”, beh, non scherzate, adesso c’è l’ora di “Lezione di Transazione”.

In quel librone intitolato “The Official Professional Baseball Rules Book” vi è, o così si narra, una sezione dedicata alle transazioni.

Andiamo a vedere cosa dice questo librone, come funzionano queste transazioni, tenendo presente che tali regole sono state create per rendere corretta la competizione, per evitare che squadre “ricche” accumulino talenti e li trattengano soltanto per evitare che rinforzino le avversarie, per evitare falsi infortuni ed altri spiacevoli trucchetti per ottenere un vantaggio competitivo. La gran parte delle regole tendono ad aiutare le squadre più povere o messe peggio in classifica.

Il roster di una squadra è formato da 25 giocatori. I giocatori temporaneamente sulle liste infortunati non vengono conteggiati, quindi possono essere rimpiazzati da altri giocatori, in genere, provenienti dalle leghe minori. Questi giocatori devono far parte del roster da 40, che è un roster espanso (ne parleremo in seguito).

Liste infortunati (Disabled Lists)

Ci sono due liste infortunati, la 15-day e la 60-day (a volte chiamata anche Emergency DL). L’unica vera differenza tra le due è che un giocatore che è nella lista da 60-day non conta nel roster da 40 (e neppure in quello da 25 ovviamente), mentre un giocatore che è nella lista da 15 conta nel roster da 40, ma non in quello da 25.

In qualsiasi momento un giocatore può passare dalla lista di 15 a quella di 60.
Per poter piazzare un giocatore sulla lista infortunati una squadra deve produrre un certificato medico. Ovviamente la cosa potrebbe essere non così semplice o netta (dolore alla spalla, infiammazione), potrebbe essere inventata, soltanto per poter utilizzare un altro giocatore, ecc… ma se un giocatore non è infortunato è tenuto, anzi lo farebbe sicuramente, a denunciare l’imbroglio all’Associazione Giocatori, la MLBPA, il sindacato che interverrebbe immediatamente.

I giocatori possono essere inseriti sulla lista infortunati anche retroattivamente (fino a dieci giorni prima) ed i 15 giorni saranno contati dal giorno dopo rispetto al giorno in cui il giocatore ha giocato per l’ultima volta (presumibilmente il giorno in cui si è infortunato).
Questo perchè alle volte capita che non si riesca a valutare immediatamente l’entità di un infortunio. Magari il giocatore tenta di allenarsi, non ce la fa, si fanno i raggi-X, si fa una risonanza magnetica e poi si decide che il tempo di recupero sarà superiore alle due settimane. Intanto sono passati alcuni giorni e così lo si inserisce retroattivamente sulla lista infortunati.

Un giocatore sulla lista infortunati può essere assegnato ad un club delle leghe minori per riabilitazione. Può rimanerci per un massimo di 20 giorni per un non-lanciatore e per 30 giorni per un lanciatore. Dopo tale data bisogna decidere se attivarlo (cioè riportarlo sul roster da 25) o se rilasciarlo o se rimetterlo in lista infortunati, se non è guarito.

Le opzioni

Attenti bene.
Dopo tre anni come professionista un giocatore deve essere protetto sul roster da 40 oppure diventa eleggibile (sceglibile) nel draft Regola 5 (Rule V draft – lo analizzeremo dopo) che si tiene ogni anno nella prima settimana di dicembre.

Ora, una volta che il tale giocatore ha passato tre anni da professionista e presumendo che sia stato aggiunto alla lista da 40, il suo club ha le “opzioni” su di lui, e si dice che il giocatore sia in “optional assignment”. Non c’è un numero di ozpioni, spesso si sente dire che il tal giocatore abbia tre opzioni, oppure che abbia ancora due opzioni, ma non è così.

L’opzione è uno status che dura tre anni. In pratica quando un giocatore ha opzioni significa che si trova nei tre anni in cui può essere richiamato dalle leghe minori e rispedito nelle stesse a volontà, cioè quante volte si vuole durante la stagione. C’è comunque un limite di 10 giorni per richiamarlo in MLB se è appena stato spedito in AAA. Questo per evitare di giostrare due-tre giocatori tra AAA e squadra MLB (magari lanciatori di rilievo) e virtualmente garantirsi in modo scorretto un roster di 27-28 giocatori.

Quando un giocatore viene definito senza opzioni (traduzione approssimativa di out of options) significa che ha fatto parte del roster da 40 in tre stagioni differenti, ed iniziando a contare dalla quarta stagione, quindi, per essere mandato in AAA o AA deve “clear waivers” ovvero passare i waivers, non c’è traduzione vera e propria, diciamo affrancarsi.

Waivers, questi mostri

I waivers sono l’aspetto più complicato delle regole sulle transazioni.
The rule book dice “…un permesso garantito per alcune assegnazioni di contratti di giocatori o per l’incondizionato rilascio di un giocatore MLB…” Arabo.

Chiariamo.
Se un giocatore non va bene e se lo stai pagando $5 milioni a stagione, diciamo che sia l’ultimo anno di contratto, ma non è essenziale, ed è soltanto la metà di maggio ci pensi due volte prima di rilasciarlo. Se questo è appunto un veterano della MLB e non rientra in quelli che hanno le opzioni non puoi mandarlo in AAA. Allora cosa puoi/devi fare? Devi fargli passare i waivers, le forche caudine rappresentate dalle altre 29 squadre.

Lo piazzi nei waivers. Lo iscrivi in questa lista che viene comunicata quotidianamente a tutte le squadre MLB, alle 15 del pomeriggio. Le altre 29 squadre hanno tre giornate lavorative per decidere se selezionarlo oppure no. Se nessuna squadra lo chiama, cioè lo sceglie nei tre giorni lavorativi successivi alla sua iscrizione alla lista, allora si dice che il giocatore ha passato i waivers “he has cleared the waivers” e la squadra si assicura lo stesso per il resto del periodo waiver (fine luglio, fine agosto, fine settembre, Rule V Draft). In pratica la squadra può fare più o meno ciò che vuole del giocatore:
1. mandarlo nelle leghe minori (dopo sua approvazione se è un veterano, fra un momento la spiegazione)
2. rilasciarlo definitivamente e farlo diventare un free agent, può firmare con la squadra che vuole
3. scambiarlo con un’altra squadra, anche dopo la trading deadline del 31 luglio. Infatti ogni trade effettuata dopo il 31 luglio deve passare prima i waivers.

Se un giocatore non passa i waivers, cioè se una o più squadre lo chiamano (le chiamate sono segrete, per davvero), il club che aveva originariamente piazzato il giocatore nella lista waivers viene informato e può ritirarlo dalla lista stessa tenendoselo in squadra.

Se invece non lo ritira dalla lista il giocatore viene assegnato ad un’altra squadra nel seguente modo:
1. se una sola squadra lo ha chiamato il contratto del giocatore viene assegnato a questa squadra, che deve anche pagargli il resto del contratto.
2. se più di una squadra della stessa lega (AL o NL, dipende) chiamano il giocatore lo stesso sarà assegnato al club messo peggio in classifica.
3. se squadre in leghe diverse chiamano il giocatore la preferenza andrà sempre alla squadra della stessa lega del club che mette il giocatore negli waivers.

Durante i primi 30 giorni della stagione, per determinare a quali squadre vadano i giocatori, vale la classifica finale della stagione precedente.

Giocatore designato ad essere assegnato, convoluta traduzione per Designated for Assignment

Si sente spesso.
Essenzialmente permette ad un club di liberare un posto sul roster da 25 mentre decide cosa fare di un particolare giocatore. Come abbiamo già visto e come vedremo dopo ci sono certe situazioni in cui una squadra ha bisogno del permesso di un giocatore per scambiarlo sul mercato o per mandarlo nelle leghe minori. Così per evitare di obbligare il giocatore a scegliere in fretta, tipo poche ore, la squadra può semplicemente designarlo ad essere assegnato mentre lui decide.

Nel frattempo può richiamare il giocatore che le serve dalle leghe minori. Più comunemente la pratica viene adottata durante l’attesa degli waivers, i tre giorni lavorativi diventano cinque giorni se ci sono di mezzo un sabato ed una domenica. Senza questa designazione la squadra resterebbe per 5 giorni senza un giocatore. Occasionalmente una squadra designa un giocatore nel tentativo di scambiarlo. Le altre squadre si interessano e magari si fa uno scambio.

Richiamato dalle leghe minori

Come abbiamo visto quando un giocatore viene richiamato dalle leghe minori lo stesso deve essere già presente sul roster da 40. Se lo è il giocatore viene appunto chiamato cioè “called up” o “recalled” se non è la prima volta nella stagione che passa dal AAA (ad esempio) alla MLB.

Se invece leggete che il suo “contract was purchased”, cioè che il suo contratto è stato acquistato significa che il club MLB lo ha dovuto acquistare, per una somma nominale, dalla squadra delle leghe minore affiliata perchè lo stesso giocatore non era presente nel roster da 40. Praticamente non c’è differenza, arriverà in MLB comunque. C’è il solo particolare che se il roster da 40 è pieno, spesso vi sono un paio di posti liberi, ma non sempre, bisogna rilasciare o scambiare un giocatore già sul roster da 40 per creare posto al richiamato. Ovviamente le squadre tengono sul roster da 40 giocatori che intendono utilizzare nella squadra MLB in caso di infortuni o cali di forma. Non ha senso tenere sul roster da 40 prospetti fortissimi di A o ROOKIE perchè sono comunque protetti (non hanno ancora tre anni di professionismo) e non aiuterebbereo la squadra MLB perchè ancora non pronti.

Giocatori Veterani (Veteran Players)

Ogni giocatore che è stato nelle leghe maggiori per cinque stagioni intere non può essere assegnato ad una squadra delle leghe minori senza il suo consenso. E’ una posizione molto forte dei giocatori che rifiutando l’assegnazione, magari in caso di calo di forma, obbligano la squadra a tenerlo e pagarlo o a rilasciarlo, pagandogli il resto del contratto.

Inoltre un giocatore con almeno cinque anni di servizio in MLB che viene scambiato durante un contratto pluriennale può richiedere una trade prima dell’inizio della stagione successiva a quella in cui è stato scambiato. Ad esempio Javier Vazquez, scambiato nel 2005 dagli Yankees (finito ad Arizona) durante un contratto pluriennale, ha chiesto ai D-Backs, all’inizio del 2006, di scambiarlo (ed è infatti finito agli White Sox per El Duque).

Ogni giocatore con almeno dieci anni di servizio MLB, gli ultimi cinque con la stessa franchigia, i cosidetti giocatori 10-5, “the five-and-ten rule”, non può essere scambiato senza il suo consenso.

Giocatore da nominarsi in un secondo tempo, cioè Player To Be Named Later (PTBNL)

Spesso si legge che il tal giocatore è stato scambiato per un “player to be named later.”

Due regole:
1. la transazione deve essere completata entro sei mesi.
2. il giocatore non può avere giocato nella stessa lega del giocatore per cui è stato scambiato, ecco perchè il “player to be named later” è praticamente sempre un minor leaguer.
Di solito si decide il giocatore fra una rosa di nomi di minor leaguers scelti al momento della trade. Alle volte si può decidere una somma di denaro (spesso $100.000) se nessuno dei minor leaguer dovesse andare bene al momento della decisione di far arrivare il giocatore.

Forza!
Siamo alla fine.

Il “Rule V Draft” o il “Rule 5 Draft”?

Giusta la seconda, ma V in numero romano vuol dire 5… mah!
E’ chiamato 5 perchè costituisce la regola 5 del libro delle regole ufficiali della MLB.

Giocatori eleggibili al draft rule 5:
un giocatore non sul roster da 40 delle squadre MLB può essere scelto nel draft della regola 5 ad inizio dicembre se: il giocatore aveva 18 anni quando ha firmato il suo primo contratto professionistico e questo è il suo quarto draft regola 5 da quando ha firmato OPPURE se aveva 19 anni o più quando ha firmato il suo primo contratto professionistico e questo è il suo terzo draft regola 5 da quando ha firmato.

Un giocatore scelto nel draft regola 5 deve rimanere nel roster da 25 per tutta la stagione seguente (o anche sulla 15-day DL) altrimenti il club che lo ha scelto deve rimandarlo alla sua squadra originaria. C’è una somma di $25.000 da pagare per riprenderselo. La squadra originaria può anche rifiutarlo e incassare lei invece i $25.000.

Non è questione di denaro, insomma. Nel restituirlo alla squadra anche un giocatore scelto con regola 5 deve passare gli waivers e quindi può essere, diciamo, intercettato da una terza squadra, che comunque a sua volta dovrà tenerlo sul suo roster per tutta la stagione.

Capita spesso che ci si accordi per uno scambio. Ad esempio una squadra che davvero vuole tenersi un giocatore, ma che, momentaneamente, non ha spazio sul roster da 25 decide di fare uno scambio con la squadra originaria per tenersi il giocatore definitivamente e quindi poter mandare lo stesso nelle leghe minori a migliorare e richiamarlo solo quando pronto.

Spero di essere stato chiaro ed utile.

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Le regole del baseball (2/2)

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