Hunter Pence si sta dimostrando un porta-fortuna per i Phillies

Mentre i Philadelphia Phillies con una progressione che li ha portati a vincere 15 delle ultime 20 partite hanno scavato un solco importante in classifica, chiudendo sostanzialmente i discorsi sul titolo della division, questo recap si apre con una breve panoramica sulla finestra di mercato chiusa una settimana fa e che ha coinvolto, in varie misure, i cinque team della NL East.

I primi, in ordine cronologico, ad aprire le danze sono stati i New York Mets che hanno anticipato tutti e, come già riportato quindici giorni fa, hanno scaricato il pesante contratto del loro closer Francisco Rodriguez, spedito in Wisconsin, ai Brewers, in cambio di un paio di prospetti minori.

La farm dei birrai, dopo gli scambi degli ultimi anni, non brilla certo per profondità, ma sarebbe un errore valutare la mossa solamente in funzione dei prospetti ricevuti dai Mets: si è trattato, come detto, di un salary dump e quindi credo che il lavoro della dirigenza newyorkese sia stato più che positivo.

Il vero colpo di mercato, però, è arrivato un paio di giorni prima della deadline e ha visto coinvolto il giocatore fino a quel momento più chiacchierato di tutta la MLB, almeno dal punto di vista delle possibili trades: Carlos Beltran, infatti, dopo Kansas City, Houston e appunto New York è approdato nella costa ovest, a San Francisco, per gli ultimi mesi di questa stagione.

Nella Grande Mela si è puntato decisamente sulla qualità, a discapito della quantità, e dalla baia è arrivato il promettente Zack Wheeler, che è immediatamente diventato il top prospect nella farm dei Mets. Anche in questo caso, difficile non approvare l’operato di Alderson.

La conclusione della trattativa che ruotava attorno a Beltran ha spianato la strada ad una sorta di derby tra Phillies e Braves per l’acquisto di un esterno di peso e la lotta si è concentrata attorno a Hunter Pence, il secondo obiettivo comune una volta svanito l’ex-Mets: a spuntarla è stata la squadra della Pennsylvania, che per assicurarsi le prestazioni dell’esterno destro di Houston ha dovuto cedere due buoni prospetti come Jonathan Singleton e Jarred Cosart, oltre a Josh Zeid e un PTBNL, due dei primi dieci prospetti della propria farm. Personalmente, è una mossa che mi lascia perplesso, visto che non c’era la necessita di un upgrade in questa stagione per raggiungere la post-season, togliendo, peraltro, spazio a Domonic Brown.

La squadra della Georgia è stata costretta a “ripiegare” su Michael Bourn, sempre da Houston, che copre perfettamente il ruolo di CF, noto buco nel lineup dei Braves da un paio di stagioni: in questo caso, Ed Wade e gli Astros, hanno puntato sulla quantità ricevendo in cambio del velocissimo esterno i partenti Brett Oberholtzer e Paul Clemens, il rilievo Juan Abreu e l’esterno Jordan Schafer. Si tratta di prospetti minori, assolutamente spendibili per Atlanta, che difficilmente diventeranno delle stelle, anche se gli ultimi due sono già pronti per le majors e potrebbero dare un discreto contributo alla causa texana.

Decisamente meno fragorosi i colpi messi a segno dalle altre due squadre della division: Florida si è limitata all’acquisto di Mike Cameron a spese dei Red Sox, mentre Washington si è resa protagonista di tre scambi minori.

L’affare principale si è consumato con Arizona, che ha ricevuto dalla capitale il partente Jason Marquis, privandosi di Zach Walters, interbase, che molto difficilmente riuscirà a trovare spazio nel lineup dei Nationals; non dovrebbe, invece, trovare difficoltà a partite titolare, almeno contro i mancini, Jonny Gomes, giunto dai Reds in cambio di un paio di prospetti, mazza eccellente contro i LHP. Lo scambio Komatsu-Hairston Jr. perfezionato con Milwaukee è l’ultimo tassello di questa deadline per il team della capitale.

Situazione classifica: Philadelphia ha piazzato l’accelerazione probabilmente decisiva per la conquista dell’ennesimo titolo divisionale, aggiungendo la mazza di Pence nel lineup e riabbracciando Polanco, Lidge e Oswalt; il traguardo delle 100 vittorie stagionali appare, ad oggi, un obiettivo assolutamente realistico.

Dietro, frenano i Braves, alle prese con una rotazione in crisi e un paio di infortuni eccellenti: Jurrjens, Linebrink e McLouth vanno a fare compagnia a Brian McCann nell’infermeria, ma sono le recenti brutte prestazioni di Lowe, Beachy e soprattutto Hanson a preoccupare maggiormente i tifosi della Georgia. A tenere in piedi la baracca ci sta pensando l’attacco, trascinato di peso da Freeman e Uggla, quest’ultimo con una striscia aperta di 28 gare consecutive con almeno una valida.

Chiudono, al solito, la classifica Mets, Nationals e Marlins, tutte con un record attorno a quota .500 e teoricamente ancora in lotta per il terzo posto divisionale: i primi, però, hanno appena perso per il resto della stagione Daniel Murphy, sicuramente il loro giocatore più in forma ma conservano ancora un piccolo margine sulle due inseguitrici.

A legare i tre team, le notizie riguardanti l’infermeria, che potrebbe restituire, per l’ultimo mese di regular season, i tre assi delle rispettive rotazioni. Johan Santana, Josh Johnson e Stephen Strasburg sembrano, infatti, intenzionati a fare il loro ritorno sul monte già in questa stagione: mi lasciano decisamente perplesso le motivazioni dietro ad un possibile rientro affrettato per la conquista del terzo posto finale.

 

Philadelphia Phillies (74 W / 40 L)

 La recentissima striscia vincente, coincisa con l’arrivo di Hunter Pence, si è appena conclusa nella notte contro Tim Lincecum e i San Francisco Giants: poco male, visto che il team di Charlie Manuel non dovrà far altro che mantenere un ritmo da .500 per raggiungere la tripla cifra in termini di vittorie stagionali da qui alla fine. Proprio i campioni in carica potrebbero essere il loro primo ostacolo nella post-season, stando così la classifica.

Sono quattro i giocatori oltre quota .300 di media battuta, guidati da John Mayberry , autore di quattro fuoricampo nelle ultime nove partite giocate; non è da meno Shane Victorino, tornato decisamente in palla dopo la parentesi in DL e capace di chiudere i quattordici match disputati, con 19 hits, 3 tripli, 2 HR, 11 runs e 8 BB. Un rendimento a tutto tondo veramente invidiabile.

Difficile lamentarsi, anche, delle prove offerte da Utley e Pence che combinano per 29 valide, 4 fuoricampo, 14 runs e 15 RBI, offrendo allo stesso tempo, una buona difesa nel lato destro del diamante: contributo difensivo quanto mai necessario viste le recenti prestazioni di Ryan Howard, che guida il team in HR e RBI ma si fa anche notare per alcuni “buchi” difensivi” non indifferenti.

Non è un gran periodo per Raul Ibanez, che porta alla causa 11 RBI e poco altro, e anche Jimmy Rollins sta attraversando un momento di appannamento come confermano le sue cifre: non tanto la bassa media battuta (.211) quanto il rapporto SB/CS di 5/4, dato insolito per un corridore eccellente come lui. Da segnalare, infine, il rientro di Polanco e i cinque GIDP, nelle ultime dieci gare, di Carlos Ruiz.

Sul monte, la situazione è rosea e la squadra sembra viaggiare con il pilota automatico, concedendo pochissimo agli avversari: a livello personale, una menzione per Roy Oswalt, appena rientrato e ancora un po’ arrugginito: alla fine, ad ogni modo, è arrivata una QS contro i Giants. Per gli altri, parlano i numeri: 93.2 IP, 80 hits, 29 ER, 12 BB e 81 K, tre complete games e uno shutout. Chapeau.

Non è molto diversa la situazione tra i rilievi, se si esclude Drew Carpenter, destinato a lasciare il suo spazio a Jose Contreras quando il veterano ritornerà a disposizione: anche in questo caso, spazio alle cifre, per rendere merito ad un reparto spesso un po’ troppo sottovalutato. Ventun innings e un terzo, con 10 H, 3 ER, 6 BB e 23 SO, con il rientrante Brad Lidge che in settimana ha toccato quota 100 salvezze in maglia Phillies.

 

Atlanta Braves (66 W / 49 L)

Brusca battuta d’arresto per Atlanta, ancora una volta tradita da un parco partenti che fatica a ritrovare il livello di eccellenza mostrato fino alla pausa dell’ASG: il team della Georgia continua a vantare il secondo miglior record nella N.L. e guida la classifica della Wild Card, ma il distacco dalle inseguitrici si è piuttosto assottigliato nelle ultime settimane e la bagarre con D’Backs, Cardinals e Giants promette di durare fino a settembre.

Sono tre in nomi che spiccano osservando le cifre offensive della squadra: il primo è, a sorpresa, quello di Jose Costanza, veterano di minor league, diventato caldo al momento giusto al debutto nelle majors: non deve ovviamente ingannare la media battuta di .412 poiché, singoli a parte, non c’è molto dietro, sia in termini di potenza sia di disciplina al piatto. Anche difesa e baserunning sono sotto media.

Di ben altro spessore le prestazioni di Freeman e Uggla: il primo ha chiuso il mese di luglio in cima a quasi tutte le classifiche offensive nella National League, anche se negli ultimi 14 giorni il suo rendimento è calato vistosamente, soprattutto in termini di HR. Il seconda-base, nell’ultimo mese sta rivoltando come un calzino una stagione iniziata come un incubo e che piano piano sta ritrovando un aspetto dignitoso: nelle ultime due settimane, in particolare, sono suoi praticamente tutti i primati offensivi del team, in termini di R, HR e RBI.

Per il resto non c’è molto altro di positivo da segnalare, se si eccettua il buon impatto di Bourn e i deboli segnali di ripresa di Jason Heyward, che però si è visto scavalcare da Costanza e non riesce a trovare la continuità di presenze di cui avrebbe bisogno per risollevare una stagione difficile. L’infortunio di McCann sta mettendo in mostra i limiti di David Ross, eccellente nel ruolo di back-up, ma insufficiente, per il momento, come titolare dietro il piatto; malino, infine, anche Martin Prado, 1 solo K subito negli ultimi 61 AB, ma autore di poche valide per un giocatore che, come lui, vive e muore con la media battuta.

Sono le BB il grosso problema della rotazione, reparto in netta crisi di risultati nell’ultimo mese: a salvarsi, come quindici giorni fa, è Tim Hudson, bravo ad unire qualità, 2.14 ERA, 15 SO e 5 BB, e quantità, sette innings di media nelle ultime tre partenze. Benino Brandon Beachy, che comunque sta rendendo meno rispetto ad inizio stagione, mentre sono completamente da dimenticare le partenze di Jurrjens, finito recentemente in DL e la cui assenza non dovrebbe pesare troppo, Hanson, affondato dai troppi HR concessi, e Derek Lowe, che ultimamente fatica a completare cinque riprese.

Qualche crepa anche nel bullpen, con il solo Kimbrel ha garantire un rendimento eccellente, che lo ha portato a non subire runs da quasi due mesi; Venters, secondo violino del reparto, ha palesato recenti problemi di controllo e difficilmente riuscirà a mantenere intatta la sua ERA con quelle cifre. Merita una citazione Cristhian Martinez, sei scoreless innings nella maratona contro Pittsburgh, a Anthony Varvaro, rilievo che non conosce mezze misure, 13 K e 6 walk in 7 innings di impiego.

 

New York Mets (56 W / 57 L)

New York, come detto, mantiene un leggero margine sulle due inseguitrici ma deve fare i conti con l’ennesimo infortunio pesante di questa stagione: nella notte, infatti, la scivolata scomposta di Jose Costanza è costata il resto della stagione a Daniel Murphy, notizie che all’inizio potrebbe sembrare di poca importanza, se non fosse che il sostituto di Ike Davis era il giocatore più caldo dei Mets e non solo, grazie ad una media battuta di .422 nelle ultime dodici.

Con Murphy, Davis e Reyes fuori gioco, e Beltran finito nell’altra costa degli Stati Uniti, il peso dell’attacco ricade su David Wright e Jason Bay, non proprio una novità per quelle che erano le premesse di inizio stagione: una serie di inconvenienti, anche fisici, ha però rovinato la stagione dei due giocatori che però, nell’ultimo periodo, sono tornati alla ribalta. Tre HR, 14 runs, 19 RBI e 10 BB è il fatturato complessivo delle ultime due settimane.

Alle loro spalle si segnalano le buone prove di Josh Thole, Angel Pagan e Scott Hairston, che pur senza fare sfracelli stanno mettendo insieme discrete cifre come contorno alla coppia Wright-Bay: da sottolineare, in particola, i due fuoricampo di Hairston, non proprio la specialità dell’ex- Padres, e le quattro basi rubate da Pagan, che, complice l’assenza di Reyes, diventa l’arma più pericolosa tra le basi dei Mets.

In coda troviamo proprio il veloce SS, uscito anzitempo nell’ultima sfida giocata contro i Braves per un leggero infortunio che non dovrebbe comunque costargli più di qualche gara di assenza: del resto, viste le sue cifre recenti, la squadra non dovrebbe risentire particolarmente della sua mancanza. Chiusura dedicata a Lucas Duda, che come tutti i rookies, sta alternando buoni periodi di forma a crolli notevoli delle proprie prestazioni, come quello che sta vivendo l’esterno in queste ultime settimane.

Piuttosto curiosa la situazione tra i partenti, guidati, per una volta, da Mike Pelfrey, reduce da un CG e imbattuto nelle ultime due partenze nonostante l’ormai cronica difficoltà nel mandare K gli avversari; bene R.A. Dickey, che nonostante i 13 SO e le 3 BB messi a segno nelle ultime 19 riprese, è il pitcher perdente in due dei tre match disputati. Prestazioni piuttosto incolori per Capuano e Gee, mentre è un mistero come Niese abbia un record di 2-0 nelle ultime tre partenze dopo aver subito 24 valide e 12 ER in quindici innings di lavoro.

Lavori in corso nel bullpen, ancora alla ricerca di un closer affidabile per chiudere la stagione dopo la partenza di Rodriguez: nell’ultimo periodo, infatti, sia Isringhausen sia Parnell hanno piuttosto deluso, subendo parecchie runs e registrando 4 sconfitte e 1 BS. I due protagonisti in positivo diventano quindi D.J. Carrasco e Manny Acosta, due rilievi non propriamente abituati a questo ruolo, assieme al veterano Byrdak.

 

Washington Nationals (55 W / 59 L)

Con 3.9 runs segnate di media, l’attacco di Washington si conferma il peggiore nella division e questo dato trova immediato conforto nella classifica, che vede la squadra della capitale ancora in calo dopo il periodo positivo di un mese fa: solamente i Pirates, in caduta libera, gli Astros, in piena smobilitazione, e i Rockies hanno vinto meno partite nelle ultime trenta gare giocate, rendendo l’obiettivo terzo posto solitario un po’ più complicato per Zimmerman e compagni.

Decisamente caldo Ryan Zimmerman, che nelle ultime tredici viaggi a oltre il .440 di media battuta, anche se il contorno in termini di XBH lascia un po’ a desiderare; considerando, però, le cinque BB a fronte di altrettanti SO e l’ottima difesa nell’hot corner è difficile non applaudire quanto fatto di recente da quello che si conferma il miglior giocatore della squadra.

A seguire, Mike Morse e Rick Ankiel, entrambi oltre quota .300 di AVG: l’ex-Mariners è ormai una presenza fissa in questi recap e non sorprende che quella che sta per terminare stia per diventare la sua miglior stagione in MLB: le 7 XBH e i dodici RBI gli valgono il primato di squadra nelle rispettive classifiche. Sicuramente meno prevedibile è la presenza di Ankiel, autore di 11 RBI (compreso un GS) e leader di squadra in termini di runs e fuoricampo.

Senza infamia e senza lode le prove offerte da Ramos, Gomes, Desmond e Werth, ma mentre per i primi tre si tratta di un risultato tutto sommato prevedibile, per l’ex-Phillies si tratta di un gradito ritorno su standard in parte più vicini a quelli che hanno caratterizzato le sue ultime stagioni a Philadelphia e che ne avevano fatto uno dei più ricchi F.A. in questo inverno. Ultimi, per distacco, Laynce Nix e Danny Espinosa, con quest’ultimo che rimane in seria considerazione per il premio di RoY nonostante i grossissimi problemi di contatto.

In una rotazione priva di Jason Marquis, volato in Arizona, è il solito Jordan Zimmerman a ritagliarsi il ruolo di protagonista, anche se le sue eccellenti cifre (18.1 IP, 3 BB e 19 K) non si traducono in un record positivo, con una vittoria, una sconfitta e una N.D. nelle ultime tre partenze. Yunesky Maya fa il suo ritorno in rotazione con 5.1 scoreless innings, con 0 BB e nessun SO; discreto periodo di forma per John Lannan, alle prese con problemi di controllo ma autore anche di tanti SO, 15 in 18.1 IP, per i suoi standard. Da dimenticare, infine, le prove di Wang e Hernandez.

Nonostante le tante voci riguardanti una sua cessione ai Twins, Drew Storen alla fine è rimasto nella capitale e, anche se il suo rendimento non è stato particolarmente entusiasmante in queste ultime settimane, è comunque riuscito a convertire quattro delle cinque occasioni di salvezza avute a disposizione. A darli man forte, Detwiler, 3.1 scoreless innings, Clippard, cinque SO in sei innings, e Sean Burnett, le cui prestazioni, per una volta, si segnalano in positivo.

 

Florida Marlins (55 W / 59 L)

Fanalino di coda i Marlins, squadra che è rimasta alla finestra alla trade deadline e che si presenta allo sprint finale probabilmente non le più basse chances di conquistare il terzo posto rispetto agli avversari: nonostante le recenti speculazioni appare piuttosto improbabile il rientro, nel 2011, di Josh Johnson e l’unica nota positiva recente è il primo di giocatore del mese per la NL appena vinto da Emilio Bonifacio.

Mai award è stato più tempestivo, visto che, in questi ultimi quindici giorni, il buon Bonifacio sta battendo appena .231 con 4 XBH e 14 eliminazioni al piatto nelle ultime dodici gare, cui si aggiungono le due CS nei cinque tentativi di rubata. Il ruolo di MVP di squadra finisce così a Omar Infante, .459 AVG, autore di due tripli e altrettanti fuoricampo nelle ultime nove, con sette runs e 4 BB.

Benino Greg Dobbs, che al solito porta alla causa un buon numero di singoli ma poco altro, Mike Cameron, due HR ma una difesa in costante peggioramento nell’outfield, e Mike Stanton che guida la squadra in RBI, con otto, in HR, tre, e in SO, quattordici. Niente di nuovo, insomma per il giovane esterno destro, che deve migliorare ancora tanto le doti di contatto per fare il definitivo salto di qualità.

Detto dei problemi di Bonifacio, non va molto meglio a Hanley Ramirez, sempre alle prese con una stagione deludente e recentemente fermatosi per un leggero problema alla spalla; poco da sorridere anche per Gaby Sanchez, hitter solitamente molto regolare, incappato in un periodo prolungato di slump che lo ha portato a battere appena una XBH nelle ultime nove gare. Chiusura dedicata a Logan Morrison, che guida il team con nove walks, ma capace di battere valido solamente in sette delle ultime 48 PA, 13 delle quali sono culminate con l’eliminazione al piatto.

Come previsto nell’ultimo report, sono crollare le quotazioni di Chris Hensley, colpito piuttosto duramente nelle ultime due partenze, come del resto il compagno di reparto Anibal Sanchez, che si conferma una volta di più come uno dei partenti più altalenanti delle majors. A guidare il reparto è quindi la coppia formata da Nolasco e Vazquez, i cui buoni risultati (2.33 e 2.70 ERA, rispettivamente) non trovano però riscontro nelle cifre messe insieme dai due: 41 hits, 11 BB e 23 K in 39.1 innings.

Tra i rilievi, spicca Edward Mujica, sette shutout innings conditi da altrettanti K e nessuna BB; molto bene anche Leo Nunez, che non concede basi gratis agli avversari e porta a casa tre salvezze in altrettanti tentativi. Non un gran periodo di forma per Cishek e Dunn, condannati dalle troppe valide concesse, mentre Badenhop si affida a 10 SO per sopperire alle cinque BB concesse in nove innings di impiego, confermandosi uno dei rilievi più utilizzati del team.

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