Con la vittoria di Long Beach, Scott Dixon ha vinto la sua gara numero 36 n IndyCar, salendo al quinto posto nella classifica di tutti i tempi alle spalle di AJ Foyt, Mario Andretti, Micheal Andretti e Al Unser. Eppure, il pilota del Chip Ganassi Racing sembra ancora essere sottovalutato, nonostante un palmares che lo pone tra i nomi di spicco dell’automobilismo mondiale. La vittoria di domenica scorsa è figlia del suo tipico approccio alle gare, che ne fa un pilota veloce in ogni tipo di circuito, ma allo stesso tempo poco incline all’errore. Senza in alcun modo forzare, Dixon ha aspettato semplicemente il momento giusto per sferrare il suo attacco.

E sembra essere proprio questa la capacità principale di Dixon, il sapere quando e come attaccare. Un pilota capace di vincere di velocità, di forza, ma anche di tattica. Ha vinto tante gare dominandole (basta ricordare la stagione 2008, a cominciare dalla 500 Miglia di Indianapolis), ha vinto tante gare usando la testa, la strategia ed una grande capacità di conservare carburante, come Pocono 2013 o Mid Ohio 2014. Questa gara rappresenta forse il suo capolavoro, la sua vittoria più significativa. Partito ultimo dopo essere finito in testacoda nelle qualifiche provocando una bandiera rossa, Dixon impostò tutta la gara sulla tattica. Ritrovatosi in testa nella fase finale della corsa, avendo impostato una strategia diversa dagli altri, il neozelandese fu incredibilmente capace di essere velocissimo (fece segnare anche il giro più veloce) ma allo stesso tempo di controllare e gestire il consumo di carburante fino all’ultima goccia, tanto da rimanere a secco pochi metri dopo la bandiera a scacchi. Una vittoria che dimostrò la sua grande intelligenza e le sue straordinarie capacità.

Intelligenza e capacità di saper coniugare velocità e consumi sono dimostrate anche dalle sue grandi prestazioni nelle gare endurance, a cui Dixon partecipa come tantissimi altri piloti IndyCar. Il neozelandese è ormai un maestro della 24 Ore di Daytona, che ha vinto due volte e dove ha regalato alcune prestazioni memorabili. Come quella di quest’anno, dove lo spettacolare duello nelle ultime fasi della gara con un altro pilota IndyCar, Sebastien Bourdais, ha ricordato a tutti che parliamo di uno dei migliori piloti dell’automobilismo mondiale. O la grande prestazione sotto la pioggia nel 2010, quando nelle prime fasi di gara sembrava essere l’unico capace di emergere sotto l’acqua battente. A questo va aggiunta la strepitosa pole position alla 12 Ore di Sebring del 2009, quando salito per la prima volta su un prototipo a Sebring fu subito capace di sconfiggere tutti i miglior rappresentati della categoria.

Adesso la vittoria a Long Beach aggiungere una ulteriore ciliegina ad un palmares che comprendere tre titoli IndyCar, una vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis, due vittorie alla 24 Ore di Daytona. Una vittoria da sempre inseguita da Dixon, su uno dei circuiti più prestigiosi al mondo. “E’ qualcosa di incredibile“, ha detto Dixon a fine gara. “Questa è stata una pista difficile dove abbiamo sempre avuto un po’ di sfortuna, e dove in passato non avevamo quasi mai avuto la possibilità di portare a casa un buon risultato.” Ed un attestato di stima significativo, a testimonianza del valore assoluto di Dixon, gli è arrivato anche da uno delle leggende della IndyCar, Bobby Unser. “Long Beach non è mai un luogo facile dove vincere e Dixon ha fatto un ottimo lavoro oggi“, ha detto Unser domenica scorsa. “Scott è un pilota regolare ed intelligente, ed ancora una volta lo ha dimostrato. È un pilota di grandissimo talento, e lo ha dimostrato negli anni. È capace di vincere su qualsiasi tipo di circuito, ovali lunghi e corti, stradali, cittadini. La vittoria dell’anno scorso a Mid Ohio partendo ultimo fu incedibile. Ha talento e abilità, e vincerà ancora tante gare negli anni a venire.

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