Salvo sorprese clamorose, Aldridge e Love saranno chiamati come riserve all’ All Star Game

Sappiamo i nomi dei magnifici dieci che scenderanno in campo ad Orlando per uno degli All Star Game più “fisici” che la storia recente abbia mai visto (a tal riguardo vi rimando al mio approfondimento sugli starters). Tra conferme e qualche (a dir la verità quasi nessuna) sorpresa, i due quintetti sono stati delineati e ben assortiti.

Ma quali saranno le scelte che i due coach andranno ad operare per completare entarmbi i roster? Quali sono i nomi più papabili per i 14 posti di “riserve” a disposizione?

Da Chris Bosh a Kevin Love, da Andre Iguodala ai nostri italiani, sono molti i nomi dei giocatori che circolano nell’ambiente.
Noi abbiamo comunque provato a restringere il campo dei selezionabili; eccovi perciò una lista dei possibili e più seri candidati ad un posto in panchina nella partita delle stelle del 26 Febbraio.

POWER RANKING – EASTERN CONFERENCE

1. Chris Bosh, Miami Heat – PF: l’unico giocatore di cui mi sento sicuro di dire che andrà all’All Star Game. A mio parere, avrebbe dovuto essere selezionato in luogo di Carmelo Anthony. Il numero uno dei Miami Heat sta avendo un’annata straordinaria, con medie che superano i 20 punti a serata e sfiorano gli 8 rimbalzi per gara. Quando le assenze di Dwyane Wade e Lebron James si sono fatte sentire, l’ex Raptor non ha esitato ad alzare il suo livello di gioco e a diventare il fulcro degli schemi di Miami. La sua abilità nel farsi trovare pronto quando la squadra ne ha avuto maggiore bisogno, ha contribuito notevolmente a rilanciarne l’immagine tra i più “grandi” della Lega.

2. Brandon Jennings, Milwaukee Bucks – PG: nonostante la tenera età, visto che stiamo parlando di un “ragazzino” di soli 22 anni, Jennings quest’anno sta dimostrando tutto il suo potenziale. Se l’anno passato veniva definito come “sopravvalutato”, viaggiando a 16 punti di media con il 38% scarso dal campo, in questa stagione sta mettendo a tacere qualsiasi tipo di critica, collezionando numeri degni di una delle migliori point guard della NBA: 20.5 punti, 5.6 assist a sera sono un’ottima cartolina da visita in vista dell’ASG; se per di più ci aggiungiamo il fatto che i suoi Bucks, privi di Bogut e (tecnicamente parlando) di Stephen Jackson, figurano attualmente in zona Playoffs, un posto tra le riserve bisogna giocoforza riservarglielo.

3. Andre Iguodala, Philadelphia 76Ers – SF: il giocatore copertina e più spettacolare di una delle squadre maggiormente positive in questo inizio di stagione.
I Sixers non hanno un vero e proprio uomo franchigia, dato che costruiscono i propri successi a partire da un’ottima chimica di squadra, ma come definito da Dan Collins, Iguodala è un po’ il leader “de facto” di Philadelphia, ed in quanto tale merita una chiamata all’ASG.
Le sue cifre non sono da vera Superstar (13.1 punti, 5 assist e quasi 7 rimbalzi di media), ma ben rappresentano ciò che Iggy è capace di fare su un campo di basket: praticamente tutto, contribuendo attivamente in ogni singolo aspetto del gioco. Non a caso, figura tra i quattro nomi di giocatori che hanno messo a referto una tripla-doppia in questa stagione.

4. Joe Johnson, Atlanta Hawks – SG: molti vacillano al pensiero di vedere il nome di JJ all’interno delle liste per l’All Star Game. Forse, non sta giocando una stagione da vero e proprio All Star, questo va riconosciuto. Ma un giocatore da 18.7 punti a partita, che sta guidando la sua squadra a vittorie inaspettate (già sono da segnalare alcuni suoi winning shots) e, cosa ancora più importante, ad un record di 16 vinte e 7 perse nonostante l’assenza del suo centro titolare (Al Horford), mi sembra più che degno di avere un posticino tra le stelle della Lega.

5. Roy Hibbert, Indiana Pacers – C: con la mancanza di Al Horford, unico degno vero backup di Dwight Howard nel ruolo di centro, la squadra dell’Est ha assoluto bisogno di un sostituto. Bene, Roy Hibbert, con le sue medie da 14 punti, 9.8 rimbalzi e 2 stoppate ad alzata di contesa, sta meritando appieno questo spot vacante. Con gli Indiana Pacers va fatto lo stesso discorso fatto in precedenza per gli Hawks e i 76Ers, dato che si trovano al terzo posto in classifica di conference con un record di 16-6, e vanno quindi premiati con una convocazione. Roy Hibbert potrebbe essere il prescelto.

6. Josh Smith, Atlanta Hawks – SF/PF: sarebbe la sua “prima volta” ad un All Star Game. E se la merita tutta. Per quello che ha fatto in questi anni per gli Hawks, ma soprattutto per quello che ha fatto vedere in questo primo scorcio di annata: atletismo, difesa, rimbalzi, schiacciate spettacolari. Josh Smith è un po’ l’anima di questa squadra, capace di rimanere in piedi nonostante l’urto dovuto all’infortunio di Horford. 15.2 punti, 3 assist, 9 rimbalzi e 2 stoppate a partita. Non chiamarlo sarebbe un delitto.

7. Rajon Rondo, Boston Celtics – PG: nonostante l’infortunio che l’ha tenuto fuori dai campi di gioco fino a qualche giorno fa, la stagione di Rondo è stata sin qui spettacolare. Ha preso per mano la sua squadra, quella che una volta era degli ormai “anziani” Big Three, e l’ha guidata finora ad un discreto record di 12-10, che vale il settimo posto in Conference. I suoi numeri parlano chiaro: 14.2 punti e quasi 10 assist a serata, sono davvero da leccarsi i baffi. Unica valida motivazione per una mancata chiamata per l’ASG, sarebbero i vari problemi di natura fisica che l’hanno tormentato in questa prima parte di annata e che gli sono costati 8 gare di assenza.

8. Andrea Bargnani, Toronto Raptors – PF/C
9. Danny Granger, Indiana Pacers – SF
10. Deron Williams, New Jersey Nets – PG
11. Amare Stoudemire, New York Knicks – PF
12. Kyrie Irving, Cleveland Cavaliers – PG

POWER RANKING – WESTERN CONFERENCE

1. Russel Westbrook, Oklahoma City Thunder – PG: ad Ovest non vedo nessuno più sicuro di un posto in panchina di Westbrook. 21.9 punti a gara, conditi da 5.7 assist e 2 rimbalzi, nella squadra al vertice della Lega, secondo violino alle spalle di Kevin Durant; bisogna aggiungere altro? Il suo gioco fatto di potenza, velocità e tantissima esplosività, sarebbe perfetto nel contesto di una gara esibizionistica come l’All Star Game. Convocazione scontata.

2. Kevin Love, Minnesota Timberwolves – PF: a mani basse nella Top 3 delle “ali grandi” della NBA. Un giocatore straordinario, “Mister Double-Double”, sta guidando i giovanissimi T’Wolves verso grandi obiettivi. Nessuno è in grado come Love di mixare un gioco così efficiente vicino a canestro, ad una reattività così disarmante a rimbalzo e ad una capacità di mandare a segno i tiri da 3 punti così estrema. Dai 20 punti e 15 rimbalzi dell’anno scorso, è passato ai 25 di media e ai 13 rimbalzi di quest’anno. Con Ricky Rubio forma uno dei tandem più letali di tutta la Lega. Avesse avuto maggiore popolarità tra il pubblico, a parer mio (e di molti) avrebbe meritato un posto tra i titolari dell’Ovest.

3. Lamarcus Aldridge, Portland Trail Blazers – PF/C: dopo la mancata convocazione della scorsa edizione, sarebbe rivoltante non vedere il nome di Aldridge tra i dodici a disposizione dell’Ovest. I suoi Blazers, nonostante i mille infortuni che ogni anno li tormentano, sono sempre nelle zone alte della classifica, e per questo meritano un premio. Aldridge, da leader della franchigia, con 22.8 punti ed 8.7 rimbalzi per gara, merita dunque una chiamata, anche solo come riconoscimento alla città di Portland e ai suoi compagni di squadra.

4. Marc Gasol, Memphis Grizzlies – C: il suo gioco, obiettivamente parlando, non è il più spettacolare che esista. Ma le sue cifre, che parlano di una doppia-doppia di media da 15 punti e 10.6 rimbalzi a partita, meritano il giusto rispetto. E non trovando alternative valide ad Ovest nel ruolo di centro alle spalle di Bynum, non vedo perché il fratello del ben più famoso catalano Pau non possa pretendere un posto in panchina nella partita delle stelle. Dopo il rinnovo da 58 milioni di dollari messo nero su bianco a Dicembre, il suo gioco è notevolmente migliorato.
Marc è da considerarsi un serio candidato per uno spot da riserva all’ASG.

5. Danilo Gallinari, Denver Nuggets – SF: pensi Denver Nuggets, pensi Danilo Gallinari. In una squadra fatta di tanti buoni giocatori ma nessuna vera Superstar, come quella dei Nuggets dal momento della dipartita di ‘Melo verso New York, il Gallo si è fatto notare, forse più del “lituano” Ty Lawson, come perno portante del gruppo, fulcro del gioco e realizzatore principale.
Al pari dei discorsi fatti in precedenza per Sixers, Pacers e Blazers, Denver merita un riconoscimento per l’ottimo lavoro sin qui svolto (15-8 il record) nonostante la mancanza di un vero e proprio All Star player, e nessuno più del Gallo può ambire a questo premio tra i giocatori delle Rocky Mountains.

6. Kyle Lowry, Houston Rockets – PG: il vero nome a sorpresa tra quelli più citati nelle discussioni per le riserve dell’ASG, è il suo. E’ praticamente diventato un giocatore da tripla-doppia di media (14.7 punti, 8 assist e 6.2 rimbalzi a notte), e se i suoi Rockets, privi di Aaron Brooks volato in Cina, si trovano nella posizione attuale, con un record di 12 vinte e 10 sconfitte, il merito è per gran parte il suo. Convocazione non scontata, vista la concorrenza di tale Steve Nash, ma il numero 7 in maglia Houston parte qualche centimetro più avanti del canadese.

7. Ex aequo – Dirk Nowitzki, Dallas Mavericks PF – Ricky Rubio, Minnesota Timberwolves, PG: se da una parte parliamo dell’ultimo Most Valuable Player delle Finali, il mattatore dei Miami Heat, il tedescone da 17.2 punti (col 45% dal campo) e 6 rimbalzi a partita, cifre che in realtà non sono granchè se paragonate a quelle dell’anno passato, dall’altro lato stiamo parlando di un rookie, appena uscito da un’annata da dimenticare a Barcellona, ma che ha trovato nel mondo NBA il suo habitat naturale e sta portando i suoi T’Wolves a mete prima impensabili.

Li ho messi in ex aequo perché entrambi, a parer mio, meritevoli di una convocazione: il primo più per quello che ha dimostrato gli ultimi mesi della stagione scorsa che per altro, un premio alla sua squadra che altrimenti, da campione in carica, si ritroverebbe senza un rappresentante in campo; il secondo per la personalità, il carattere, e i miglioramenti tecnici messi in mostra in queste prime partite. Oltre alla sua abilità nei passaggi, infatti, Ricky sta sciorinando anche una buona capacità nel rubare i palloni, oltre che una migliorata precisione al tiro. Dirk più probabile dello spagnolo, ma chissà che non possa accadere l’inimmaginabile…

8. Rudy Gay, Memphis Grizzlies – SF
9. Steve Nash, Phoenix Suns – PG
10. Tony Parker, San Antonio Spurs – PG
11. Nenè, Denver Nuggets – C
12. David Lee, Golden State Warriors – PF

13 thoughts on “All Star Game 2012: non chiamateci “riserve”

  1. vabbe mi sembra che parker meriti di andare all’all star molto piu rispetto a lowry o gallinari considerando anche il record degli spurs.
    sarebbe quasi scandaloso non vedere uno spurs alla gara delle stelle visto che non prendo in considerazione duncan che non merita di andarci pero parker merita assolutamente.

  2. ad est d.williams al posto di jennings e deng o piuttosto granger al posto di joe johnson(quest’anno iso lo trovo davvero svogliato,irritante..)

    ad ovest t.parker al posto di lowry e a parte i primi 3 del ranking gl’altri piu o meno allo stesso piano compresi jefferson e millsap…

    basta che poi nn si finisce cn garnett,pierce,duncan e magari pure kidd..

  3. Sbaglio o manca double P tra le papabili riserve ad est? Da quando è tornato i biancoverdi sono abbondantemente sopra il 50%..

  4. Abbastanza daccordo con l’analisi a ovest, ma non capisco il num 2 a Jennings a est… sicuramente i numeri sono dalla sua(rimane uno dei gioc egoisti della lega e per un play non è un vanto), ma la sua squadra è sotto il 50 di vittorie, Rondo e D Williams ancora molto superiori inoltre secondo me mancano PP e Boozer che meriterebbero la chiamata

  5. Sinceramente non capisco cosa deve fare Monta Ellis per essere messo almeno nelle riserve, dei giocatori sopracitati alcuni non valgono neanche la metà del suo talento

  6. Sostanzialmente d’accordo per quanto riguarda l’ovest. Ad est avrei inserito Luol Deng, per me è sullo stesso livello di Josh Smith e Iguodala: non fenomenali, ma efficaci e versatili come pochi.

  7. Mmmm….. No Pierce? Se mettiamo Stoudemire, stagione del tutto inconsistente, non mettere Pierce è un peccato mortale o una semplice dimenticanza, penso :-)

    Credo che infatti Pierce verrà chiamato. Era infortunato, è tornato in forma e i Celtics sono 9-1 negli ultimi 10 incontri, soprattutto grazie a lui, che sta smazzando oltre 19 punti, 7 assist e 6 rimbalzi a partita. Appena nominato player of the week a Est.

    Meglio Irving di Jennings, è abbastanza ridicola la presenza di Anthony nello spot titolare comunque. Quando votano i fans ti ritrovi sempre delle sgradite sorprese.

    Il quintetto titolare doveva essere, per rendimento:

    Rose, Wade (? grosso punto interrogativo anche qui, ma mancano alternative credibili), Pierce, LeBron, Dwight.

    A Ovest la presenza di Bynum è agevolata dalle circostanze, come sappiamo. Ma i Lakers non meritavano 3 starters, con la classifica che si ritrovano. Ok Kobe, Paul, avrei preferito Aldridge a Griffin, come centro avrei messo sicuramente Marc Gasol. Ma contano i voti e Los Angeles è una grande città con un grande mercato a differenza di Memphis.

    ciao!

    • In realtà i Lakers hanno due starters di cui 1 è Kobe (sia a volerlo che a non volerlo) che non si discuterà mai fino a quando non appenderà le scarpe al chiodo e l’altro Bynum, non certo un pirla.

      Speriamo non chiamino certa immondizia giusto per dargli il contentino: Duncan nella partita dello spettacolo farebbe solo ridere, da mettergli una monetina nel bicchiere.

      Tra le riserve risulta difficile prendere giocatori buoni che siano pure al 100% fisicamente.

  8. Bhe anche john Wall meriterebbe eh… senza di lui i wizard non so se avrebbero vinto qualche partita…

  9. Effettivamente dimenticarsi Pierce significa essere decisamente distratti: nelle ultime 10 gare 22,6 punti 6,6 rimbalzi 7,6 assist, player of the week per la eastern conference e 9-1 boston… …d’altra parte l’aveva detto che per colpa della mancanza di allenamenti era arrivato all’inizio della rs completamente fuori forma…
    …di sicuro, per rimanere ai celtics (così non sembra che parli solo da tifoso) merita molto più lui la chiamata che Rondo…

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