Basta il primo match point ai Cavaliers per laurearsi migliore squadra della Eastern Conference. Serie immacolata, vinta per 4-0 senza concedere chance agli avversari. Per Cleveland arriva la seconda partecipazione alle Finals, dopo quella del 2007. Tutto come promesso dal prescelto al suo ritorno a casa.

LeBron James ha letteralmente trascinato i Cavs a giocare per il titolo, il possibile primo della loro storia, innalzando il proprio livello di gioco, ma soprattutto quello dei compagni nei momenti chiave di questi playoff. Per il Re è la quinta partecipazione consecutiva alle Finals, sesta della sua carriera.

Con una media di 30.3 punti, 9.8 rimbalzi e 9.3 assist la serie l’ha davvero dominata lui, ma non si può non dare merito all’apporto dei comprimari. In assenza dei vari Love, Irving, riproposto solo in questa Gara 4, e del lungo degente Varejao, si sono messi in luce Thompson, mai insufficiente e dominante sotto canestro, Smith letale da tre, Shumpert e Dellavedova, ordinati davanti e combattivi in fase di non possesso. Il tutto ovviamente in funzione di un James che ha fatto il bello ed il cattivo tempo.

Per Atlanta è bene archiviare questa serie, iniziata male e finita peggio, e pensare a coltivare i frutti di una stagione comunque straordinaria. Non sono casuali infatti le 60 vittorie in stagione regolare, che sono valse il primato ad Est, e la finale di Conference raggiunta. Alla fine hanno dovuto inchinarsi solo di fronte al giocatore più dominante della lega negli ultimi anni.

Per quanto riguarda la partita, conclusasi 118-88, il canovaccio è stato lo stesso delle precedenti sfide. Dominio a rimbalzo per i padroni di casa e gioco da tre punti da un lato ben innescato, dall’altro ancora una volta disastroso.

Si conferma miglior difesa di questi playoff quella dei Cavs, in grado di lasciare gli Hawks a un misero 26/111 da tre, con una media di 52 rimbalzi a partita. Atlanta trova punti e speranze solo nelle mani dei soliti Teague e Millsap. Ancora insufficiente Horford, che resta a secco per tutto il primo tempo. Fuori Korver, prossimo all’operazione alla caviglia.

Cleveland si è trovata sempre avanti, forte dell’essere sopra 3-0 e con la spinta emotiva del pubblico e della voglia di conquistare subito il passaggio del turno. Superiore in tutti i parziali, 32-20 il primo, 27-22 il secondo, 26-18 il terzo e 33-28 l’ultimo quarto, non c’è mai stata partita.

Già dall’inizio del secondo tempo è sembrato un lungo garbage time in attesa della festa finale per i padroni di casa. C’è tempo addirittura per i coach negli ultimi 5 minuti di mandare a scorrazzare sul parquet le ‘terze’ linee, come Perkins, Harris e Jenkins. Alla fine sarà sweep amaro per gli Hawks e grande gioia per la Quicken Loans Arena.

Superiore praticamente in tutto Cleveland nelle statistiche. Abbiamo infatti il 49.4% al tiro, 41.9% da tre e 63.3% ai liberi, contro il 42.4% al tiro, il 15.6% dal l’arco e il 61.1% dalla lunetta per Atlanta. Netto anche il vantaggio a rimbalzo, 56 a 39.

Per il box score ci sono 23 punti 9 rimbalzi e 7 assist per LeBron, 18 punti e 10 rimbalzi per JR Smith, 16 punti e 11 rimbalzi per Thompson, 16 di Irving, 14 per Mozgov e 10 punti di Dellavedova. Per gli Hawks invece 17 punti di Teague, 16 punti e 10 rimbalzi per Millsap, 12 punti per Bazemore e 10 punti di Mack e Jenkins.

Resta solo da sapere chi sarà l’ultima avversaria tra se e l’anello per i Cavs. Molto probabilmente Golden State, avanti 3-1 su Houston. Dal 4 Giugno, data di inizio delle Finals, si farà davvero sul serio, pronti a scrivere la storia, James per il terzo titolo, Cleveland per il primo successo della propria storia.

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