Oregon è indubbiamente un programma di football di grande qualità, lo dimostra la straordinaria continuità di risultati ottenuta negli ultimi anni, nei quali i Ducks hanno sempre recitato un ruolo di primissimo piano nella corsa al titolo nazionale. Il trofeo più importante, tuttavia, è nel contempo anche quel prestigioso pezzo che, nonostante le potenzialità della squadra, sarebbe potuto arrivare ma non è mai stato effettivamente ottenuto, relegando l’università in quel gruppo di compagini da alta classifica, ma incapaci di fare l’ultimo passo.

Marcus Mariota

Marcus Mariota

Quest’anno i Paperi ci riprovano, forti del ritorno in campus del già forte ed ulteriormente migliorato quarterback Marcus Mariota, che ha rimandato l’appuntamento con la Nfl per dimostrarsi leader nei confronti dei suoi compagni, rinunciando ad uno stipendio da sogno – o meglio, posticipandolo di dodici mesi – e tentare un altro assalto a quel trofeo che non vuole decidersi a comparire nella bacheca di una squadra che è stanca di essere notata solo per i colori sgargianti delle proprie divise, ma che desidera portare a termine una missione che potrebbe, dato il continuo reclutamento di ottimo talento, diventare una piacevole realtà.

Cambiano i protagonisti, ma i successi rimangono uguali, un segno inequivocabile che la struttura organizzativa ad Oregon funziona, e parecchio. Il programma non ha mai subito contraccolpi, né durante il passaggio da Mike Bellotti a Chip Kelly, né tanto meno quando arrivò il turno dell’attuale head coach, Mark Helfrich, nel prendersi le grandi e pesanti responsabilità che questa carica porta con sé in un ambiente collegiale/sportivo di prima categoria, lasciando i Ducks perennemente in testa alla lista delle squadre più pericolose della nazione, soprattutto grazie al Quack Attack, la spread option più temibile d’America, un sistema offensivo che macina da anni yards e punti in quantità industriali tenendo ritmi pazzeschi, che solo pochi eletti hanno saputo fermare con le contromisure adatte.

Al titolo era arrivato vicinissimo Kelly, che perse il BCS Championship contro la Auburn di Cam Newton al termine della stagione 2010, ed il coach, nella sua pur breve permanenza, aveva comunque raccolto una serie di successi recanti un grande punto esclamativo, essendosi aggiudicato una presenza BCS in ciascuna stagione passata sulla linea laterale ed ottenendo una vittoria al Rose Bowl, ed una al Fiesta Bowl, peraltro in anni consecutivi.

Se persistevano dubbi sulla capacità di Helfrich di mantenere fede alle aspettative, è senza dubbio bastato il campionato scorso per dissiparli in tutta fretta, in quanto al di là di un epilogo chiaramente al di sotto delle attese come la partecipazione all’Alamo Bowl, va detto che Oregon era rimasta in corsa per uno dei due posti al National Championship per la maggior parte dell’anno, facendo ipotizzare una sempre più concreta finale contro Alabama o Florida State fino allo scorso 7 novembre, data nella quale si consumò la sconfitta propinata dalla rivale Stanford, squadra che utilizzò il suo possente gioco di corse per gestire il cronometro tenendo Mariota e compagni a lungo sulla sideline, passo falso al quale sarebbe seguita quella molto meno preventivabile contro Arizona, ma si sa, nel college football per rovinare una stagione di passo falso ne basta anche uno solo.

Quanto appena descritto ha fatto sicuramente parte delle riflessioni del giovane Mariota, che troverà in ogni caso una lunga lista di squadre Nfl interessate ai suoi servigi nella primavera del 2015, ed ecco spiegata la matura decisione di tornare all’assalto del titolo collegiale assoluto nel primo anno del sistema playoffs.

I Ducks sono tornati alla carica e nutrono nuova fiducia in loro stessi, in particolar modo a seguito della notevole vittoria riportata lo scorso sabato contro Michigan State, nella quale Oregon è andata in grande difficoltà davanti al proprio pubblico solo per scoprire che dentro sé aveva in realtà tutta la forza necessaria per reagire. Gli Spartans hanno piegato il forte attacco di Helfrich ma non l’hanno spezzato nonostante la grande quantità di talento a disposizione della difesa del team oggi più accreditato per la vittoria della Big Ten, che per tutto il primo tempo ha tenuto in scacco Mariota e compagni.

Il modo in cui i Ducks hanno affrontato il secondo tempo finendo per dominare una partita altrimenti molto tirata potrebbe essere la chiave di lettura per tutta la loro stagione, in quanto davanti ad un palcoscenico di primissimo piano i più giovani non si sono intimiditi, la difesa – spesso sottovalutata perché pensando ad Oregon le si associa sempre il potente attacco – ha reagito ricordandosi di essere attrezzata per mettere pressione, mettendo assieme i pezzi per una vittoria che avrà tantissimo peso per chi dovrà votare le quattro squadre che faranno i playoffs. E soprattutto Helfrich sa che, qualora i suoi ragazzi dovessero trovarsi nuovamente in una situazione del genere, saprebbero già come comportarsi avendo già superato un ostacolo come questo, specialmente in una Pac 12 che propone potenziali passi falsi di continuo, nonché partite davvero impegnative come Ucla e Stanford, quest’ultimo vero test per non ripetere gli errori del passato, e prendere la via per un nuovo assalto al titolo.

Ifo Empre-Olokpu

Ifo Ekpre-Olomu

Come si diceva in apertura, il talento da queste parti non manca mai, ma forse quest’anno i Ducks hanno raggiunto la maturazione necessaria per compiere quel piccolo passo in più per fare la differenza. Mariota ha lanciato come un quarterback Nfl, ragazzi giovanissimi come il wide receiver Devon Allen ed il velocissimo running back Royce Freeman hanno risposto con azioni determinanti pur non avendo alcuna esperienza collegiale da vantare se non la passeggiata di apertura contro South Dakota, e la difesa può contare nelle secondarie su playmakers di livello come Ifo Ekpre-Olomu, che ha la Nfl scritta nel suo futuro, ed Erick Dargan, oltre ad un front seven sotto dimensionato che può battere tanti avversari in velocità.

L’affermazione contro gli Spartans ha portato il secondo posto a ranking scavalcando Alabama, un posto di assoluto riguardo, che permette di poter attendere la caduta di chi è davanti, in questo caso i campioni in carica di Florida State. Ma le partite, si sa, vanno affrontate una alla volta, e pure i Ducks, che possono usufruire di questa finestra di talento destinata a chiudersi a fine stagione prima di trovarsi costretti ad aggiustare i loro meccanismi in vista di un nuovo quarterback, dovranno fare molta attenzione nel loro possibile percorso verso la gloria.

E’ solo la seconda settimana di campionato, ma un passo molto importante è fatto.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.