Molte volte il destino ti riserva eventi e circostanze con cui avresti voluto evitare, invece poi ti ritrovi a dover ridisegnare ciò che avevi programmato a causa di una successione di eventi poco piacevoli che coinvolgono la tua squadra ai nastri di partenza della nuova stagione NFL. Ne sanno certamente qualcosa i Carolina Panthers, campioni in carica della NFC South, che dall’infortunio di Kelvin Benjamin hanno dovuto fare i conti con alcune assenze che a tratti sembravano poter pregiudicare l’inizio del quinto anno della gestione Ron Rivera.
Se si scorre la lista dei giocatori finiti in IR il numero ammonta già a sette dove oltre a Benjamin, messo out nell’allenamento combinato con Miami in preseason con lo strappo del legamento crociato anteriore, si è dovuto aggiungere presto alla lista il defensive end Frank Alexander, ragazzo con alcuni problemi di testa che non gli hanno mai permesso di esprimere totalmente il suo straordinario valore, ma che nel corso della off season sembrava aver superato dando segnali positivi per concorrere al posto da titolare.
Ma maggiori ancora sono stati i problemi “minori” riscontrati nelle prime gare quattro gare della stagione: Daryl Williams, rookie preso al quarto giro per rafforzare la linea offensiva, è finito in infermeria già alla prima sfida con Jacksonville per un infortunio al collaterale mediale che al momento lo sta tenendo lontano dal campo, così come Jerricho Cotchery ha dovuto saltare alcune gare per un problema alla caviglia lasciando il parco wide receiver con meno opzioni. I due al momento dovrebbero essere sulla via del rientro per poter dare all’attacco un po’ di profondità che al momento è il vero problema di questi Panthers.
Purtroppo le assenze più rilevanti si sono viste sul fronte difensivo: Luke Kuechly ha riportato una grave concussion in uno scontro con T.J. Yeldon nel match inaugurale contro i Jaguars; l’infortunio è stato ben più grave del previsto da fargli saltare le successive tre gare lasciando Carolina senza il suo playmaker principale nel mezzo della difesa anche se la forza del reparto ha permesso di sopperire alla sua assenza. Ben più grave è l’infortunio riportato al tendine del ginocchio di Charles Johnson, finito nella IR Designated Return, che ha privato la pass rush del suo principale trascinatore.
In una successione di eventi negativi Carolina si è fatta trovare pronta confermando di aver costruita un’alchimia di squadra ormai molto solida che ha confermato Cam Newton il fulcro del gioco offensivo e una difesa capace di risultare sempre presente nei momenti cruciali pur con tutte le assenze del caso. Non è semplice sostituire pezzi di continuo, la forza di questo gruppo è senza dubbio la mentalità e la capacità di allenare trasmessa dal duo Ron Rivera – Sean McDermott, due menti difensive che stanno continuamente confermando di poter ricavare contributi preziosi da chiunque sia chiamato in causa.
La conferma è nuovamente arrivata in queste prime gare con A.J Klein capace di prendere posizione nel mezzo mettendo a segno 29 placcaggi e un intercetto in tre partite e mezzo di gioco, così come il coaching staff ha ottenuto ottime risposte da un reparto delle secondarie spesso ritenuto l’anello debole della catena ma che in queste quattro uscite ha contenuto gli avversari a 247 yards media a partita (16° miglior statistica della Lega) con ben otto intercetti messi a segno. L’innesto di Kurt Coleman ha dato profondità nel ruolo di safety, ma la vera sorpresa è stato il magico momento di Josh Norman: 19 placcaggi, 8 passaggi deviati, 4 intercetti con due touchdown e un fumble forzato; numeri da capo giro, continuamente sfidato dai QB avversari, Norman ha sempre risposto presente rimediando a una situazione di pass rush non proprio brillante.
Se il rendimento contro i running game avversario è stato molto positivo (6° difesa del campionato con 92 yards di media subite a partita), la pass rush è stata troppo alternante con soli nove sacks messi a segno. L’assenza di Johnson ha spinto la dirigenza a muoversi sul mercato offrendo ai Bears una sesta scelta per Jared Allen e prelevare dalla PS dei Redskins Ryan Delaire: Allen non ha brillato, Delaire invece ha ben impressionato andando a segno con due sacks, un buon biglietto da visita che fa ben sperare i tifosi. Ovviamente tutti quanti si aspettano che Allen possa essere una sorta da chioccia ai molti giovani della linea oltre a portare un rendimento che possa risollevarlo dalla mancata transizione a outside linebacker, motivo per cui ha Chicago ha deciso di liberarsene.
Ora però è giusto vedere l’altro lato della medaglia ovvero il valore delle squadre incontrate. Carolina attualmente dopo il bye alla week cinque è 4-0 dopo aver battuto Jacksonville, Houston, Saints (senza Brees) e Tampa Bay, sulla carta quattro squadre inferiori al valore dei Panthers. La chiave di lettura può essere diversa, da una parte bisogna dire che Carolina non ha sbagliato quando bisognava vincere, ma troppo spesso ha lasciato aperto la partita senza mai chiuderla definitivamente come contro Texans e Saints. Un dettaglio preoccupante in vista ai prossimi test, una sorta di giro della morte dove capiremo il vero valore di questi Panthers.
Come detto in apertura, Carolina più che mai in questa stagione dipenderà da quanto riuscirà a essere incisivo il suo quarterback Cam Newton. La perdita di Benjamin si sta facendo sentire, inutile negarlo, il gioco offensivo di Carolina è basato molto sulla riuscita del running game per cercare di aprire più spazi per possibili per la read option e la play action interpretata di Newton. Un football poco esaltante ma per le caratteristiche del roster il più concreto possibile: avere il quarto running game della Lega (132 yards di media a partita, 4 per attacco) aiuta ma pure qui passa molto da quanto Newton riesce a fare perché al momento è l’unico de team ad aver corso almeno un rushing touchdown oltre a consolidare il tutto con 195 yards prodotte.
La sensazione attuale è che il passing game di Carolina sia troppo limitato a Greg Olsen (243 yards e 2 score) ed a Ted Ginn Jr. (206 yards e 3 touchdown), altrove si trova poco perché il rookie Devin Funchess è molto grezzo e Corey Brown oltre alla posizione di slot receiver riesce a fare poco. La soluzione ideale potrebbe essere ritornare a usare con continuità lo screen pass, arma micidiale nella conclusione del ’14 dove Jonathan Stewart potrebbe risultare l’elemento in più che al momento manca all’attacco per far quadrare il cerchio visto che sulle corse il prodotto di Oregon è riuscito a incidere ancora troppo poco fermandosi a 220 yards in quattro uscite.
Sicuramente la schedule ha aiutato perché spesso gli avversari ci hanno messo del loro per perdere la partita come i due field goal sbagliato dai Bucs nel secondo quarto quando si pensava potessero rientrare in partita prima del blow out del secondo tempo. In tutto questo Carolina ci ha fatto intendere che il suo equilibrio tra attacco e difesa dipenderà strettamente dal rapporto dei turnovers forzati: al momento i Panthers sono sul +8 grazie a 8 intercetti e 2 fumble recuperati a fronte dei due intercetti di Newton, un dato molto importante per un attacco che quando in giornata può diventare un bel enigma grazie alla mobilità di Newton e alla velocità di Ginn e Brown sulla verticale.
Le prossime quattro giornate saranno cruciali per capire l’esatto valore dei Panthers: la trasferta a Seattle sarà seguita da tre impegni casalinghi contro Eagles, Colts e Packers, un mese di fuoco dove Carolina incontrerà al momento una macchina offensiva inceppabile come quella di Green Bay e tre squadre molto talentuose che sono ancora lontane dal loro massimo potenziale. E’ difficile fare previsioni ad oggi, sarà più una sentenza da week by week per capire come reagirà il gruppo di fronte alle difficoltà.
Ad oggi la certezza è che Carolina è una squadra ben allenata, la linea offensiva sta facendo un egregio lavoro con la firma di Michael Oher nel ruolo di blind side e la difesa potrebbe improvvisamente salire di toni con il rientro di Kuechly accanto a un positivo Shaq Thompson e un Thomas Davis in formato Pro Bowl con 36 placcaggi e 2 intercetti messi a segno.
Qui passa molto della stagione dei Panthers, se la difesa dovesse a fare un ulteriore step up e l’attacco dovesse trovare maggiore continuità nella manovra offensiva, affrontare Carolina in partite ravvicinate la mentalità aggressiva di Ron Rivera potrebbe giocare un ruolo decisivo nelle sorti dell’incontro. A inizio Settembre questo era un gruppo che avrebbe potuto deludere, per adesso il giudizio è tenuto in sospeso, volenti o no, passare da Charlotte non sarà una passeggiata.
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