Pavel Datsyuk, un investimento sicuro!

Svegliarsi un giorno nei panni dell’assistente di Roman Abramovic e decidere di investire su una squadra di hockey, un’unica condizione, prendere il miglior russo che c’è!

Nelle passate stagioni (e naturalmente in questa salvo un’eccezione) la Russia dominava nella classifica marcatori, Ovechkin, Malkin, Kovalchuk e Semin, quasi l’imbarazzo della scelta.

Eppure….

Prendiamo Alexander Ovechkin, una bestia sotto rete, da quando ha indossato la maglia dei Capitals a Washington hanno scoperto cos’è l’hockey, nelle ultime tre stagioni ha segnato almeno 50 gol e tutto il Verizon Center frantuma la voce per innalzare il suo nome dopo il gol, eppure, provate a chiedere di difendere, o di recuperare l’attaccante che gli è sfuggito, vedrete un ghigno pericoloso che sta per abbattersi sul malcapitato allenatore che gli ha urlato dolcemente la parola difesa.

Dunque dispiace per Abramovic ma niente Ovechkin.

Evgeni Malkin?
Un grandissimo, un talento capace di siglare 106 punti alla sua seconda stagione in Nhl e migliorarsi l’anno dopo con 113 ovazioni, la vittoria della Stanley Cup e dell’Art Ross Trophy giusto per non farsi mancare niente.

Eppure….

Malkin dà l’idea di soffrire terribilmente la grandezza di sua maestà Crosby, di non poter dimostrare tutta la sua grandezza da solo e di non essere lui la prima scelta in caso di bisogno dei Penguins, il tutto a discapito della sua fiducia che ne risente e tende a farlo sparire se non è in giornata.

Caro Abramovic non ci siamo ancora.

Ilya Kovalchuk?

Non si sa chi stia vestendo la maglia numero 17 dei Devils quest’anno, ed è un peccato. Ilya è entrato in un vortice di sfortuna pari a Paperino, un po’ perché se l’è cercata creando un macello per un mega contratto che a New Jersey vorrebbero bruciare, un po’ perché passare da una squadra creata per lui ad una dove deve ritagliarsi uno spazio decente sta creando un incubo mentale al povero Kovalchuk, con 10 gol in 41 partite chi lo candida per far nascere una grande squadra?

Niente presidente Roman ancora siamo lontani….

Alexander Semin?

Se dovessimo comprare tanto per spendere un pensiero su Semin si potrebbe fare ma poi la domanda sorge spontanea, che ne facciamo?

Stiamo rischiando di far saltare in aria l’umore del magnate russo.

Un momento.
Serve un giocatore che dà sicurezza, che ti sa togliere dai pasticci, che realizzi e difenda, che sia un grandissimo leader e in qualsiasi situazione agevoli i compagni.

Come ho fatto a non pensarci prima, arriva il meglio che c’è, Pavel Datsyuk!

Se non servisse fantasia alla squadra tanto vale prendere Malkin o Ovechkin, ma serve il pacchetto totale, e l’artista di Sverflovsk è la migliore base per una super squadra. Sotto il profilo realizzativo Datsyuk non si discute, esplosivo in zona gol ha nella velocità di pensiero il suo punto forte, sa mandare in gol chiunque e le ultime stagioni raccontano questa serie di punti finali: 87, 87,97, 97, 70! Non male.

Il carattere è d’acciaio, d’altronde la vita l’ha costretto a conoscere momenti duri già dai 12 anni quando muore sua madre, e forse quello sguardo perennemente triste racconta un grande cuore che ha nell’hockey il grande amore e sfogo per la sua classe.

Le finte su difensori e portieri fanno il resto, il fatto che sia partito dal basso (scelta numero 171 del 1998) non lo ha mai penalizzato, anzi complimenti all’occhio dei Red Wings che lo hanno designato erede di Fedorov.

Non si vincono a caso quattro Lady Byng Memorial Trophy consecutivi (record eguagliato di Boucher, 1928-31), premio icona della sportività unita a eleganza nel gioco e abilità sul ghiaccio, cosa che fanno di Pavel un bell’esempio da imitare.

Un tipo come lui è votato dai tifosi Nhl a far parte della gara delle stelle e visto che a Detroit esiste gente come Lidstrom e Zetterberg l’aria trionfale è sempre di casa, un po’ come i due assist che in gara 6 del 2008 hanno sancito la vittoria dell’undicesima Stanley Cup contro i Penguins, seconda coppa per l’olimpionico russo dopo quella vinta nella stagione d’esordio 2001/02, aggiungendo alla bacheca personale 2 Frank J. Selke Trophy come miglior attaccante nella fase difensiva, e venendo superato solo da Crosby nel 2008/09 quale miglior giocatore della National Hockey League.

Recentemente Datsyuk è stato votato miglior centro del decennio superando Thornton nonostante la differenza di punti realizzati a favore del Jumbo Joe di San Jose, giusto per capire che anche segnare tanti punti può non essere il fondamento verso la Stanley Cup.

Detroit in questa stagione si è ripresa il posto d’onore nella Central Division, con buona pace dei giovani campioni di Chicago, perché la classe non invecchia mai, al massimo fa da transizione a nuove leve, e chi meglio di Datsyuk può far da collante nei tempi?

Allora Abramovic ti ho convinto, puoi investire sull’hockey col mio aiuto, tanto i sogni esistono per tutti e per tutti sono immensi, basta non discutere sull’artista Pavel Datsyuk, il meglio che c’è!

3 thoughts on “Pavel Datsyuk, il migliore!

  1. I SOGNI ESISTONO PER TUTTI E PER TUTTI SONO IMMENSI..
    beh che dire Francesco anche questa volta mi ha fatto piacere leggere il tuo articolo; articolato bene a livello testuale.. non manca mai quel tocco di poesia.
    i miei più cari complimenti
    MaryVicky

  2. Grande articolo!!!….Spero di vederne ancora sull’hockey!!!..Spero vivamente che sia l’anno dei Vancouver.( non è una dichiarazione :-) )……

  3. bell’articolo!
    meno male che c’e qlcn che scrive di hockey nhl! era da un po che non se ne leggevano!
    continuate cosi!
    go trashers!

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