Giunti alla pausa per l’All Star game di Kansas City, ci fermiamo un attimo ad analizzare la metà stagione appena conclusa soffermandoci certamente su quello che è successo finora, ma anche azzardando qualche previsione in vista della metà stagione che sta per iniziare e che ci porterà, come ogni anno, a definire le otto squadre che si andranno a giocare il tanto agognato titolo. Come sempre molti pronostici sono stati finora rispettati, come allo stesso modo molti sono stati disattesi: andiamo quindi a dare un’occhiata più particolareggiata alle varie division.

AL EAST

NY Yankees 52-33
Baltimore Orioles 45-40 (7.0 GB)
Tampa Bay Rays 45-41 (7.5 GB)
Boston Red Sox 43-43 (9.5 GB)
Toronto Blue Jays 43-43 (9.5 GB)

Passato: il 21 maggio Boston sconfiggeva Baltimore 8-6, nella stessa notte in cui gli Yankees perdevano malamente in casa 6-0 dai Royals: in quel momento, le due franchigie più titolate della division condividevano il triste ultimo posto nella AL East, seppur a poche partite da chi li precedeva. A partire da quel momento i destini delle due squadre si sono divisi, ed anche piuttosto nettamente: da una parte gli Yankees hanno impresso un’accelerazione decisa arrivando a comandare, ed in seguito dominare la suddetta division, anche grazie a prestazioni molto altalenanti dei diretti avversari; dall’altra i Red Sox non sono riusciti a sollevarsi dalla mediocrità, rimanendo per la maggior parte del tempo intorno al limbo di quota .500, così come i Blue Jays, alle prese con lanciatori non sempre all’altezza. I sempre validi Rays ed i sorprendenti Orioles sembravano serie candidate a degli ottimi record, ma un ultimo mese ballerino le ha momentaneamente riportate a più miti consigli.

Futuro: sicuramente gli Yankees partono con il vantaggio di diverse partite e con la consapevolezza di avere il solito roster capace di dominare in qualsiasi momento, sia a livello di battuta che a livello di lanciatori. Dietro di loro la bagarre sarà sicuramente accesa, ma se i Red Sox riusciranno a recuperare alcuni dei loro giocatori di punta (Gonzales, Ellsbury e Crawford, tra gli altri) potranno spuntarla. Dietro di loro i Rays potranno giocarsi le loro chance a condizione di migliorare il loro rendimento in battuta, mentre Blue Jays e soprattutto Orioles si giocheranno l’ultima piazza.

AL CENTRAL

Chicago White Sox 47-38
Cleveland Indians 44-41 (3 GB)
Detroit Tigers 44-42 (3.5 GB)
Kansas City Royals 37-47 (9.5 GB)
Minnesota Twins 36-49 (11 GB)

Passato: Division finora molto interessante, combattuta ed incerta, che vede in testa i White Sox, complice anche un fine giugno-inizio luglio ad altissimi livelli che li ha visti prima superare e poi distanziare i Cleveland Indians, altra sorpresa di stagione magari non eccelsa a livello di pitching ma con una solidità al piatto non indifferente. A brevissima distanza da questi ultimi, i Tigers del trio Cabrera-Fielder-Verlander, rimasti attardati per buona parte di questa metà stagione, salvo poi trovare una striscia vincente (aperta) di 5 partite che li ha riavvicinati di molto alla vetta della division. A chiudere troviamo i giovani ma immaturi Royals ed i Minnesota Twins, alle prese con problemi di rotazione non indifferenti: basta pensare che, giunti a questo punto della stagione, hanno già impiegato ben 11 lanciatori partenti.

Futuro: l’insieme del gruppo suggerirebbe White Sox, le individualità suggerirebbero Detroit e la voglia di novità suggerirebbe Cleveland: si tratta di tre diverse concezioni di squadra, le quali al momento stanno pagando quasi in egual misura e per le quali si prospetta un possibile arrivo in volata per decidere quale (o quali) sarà la squadra a raggiungere la postseason. Personalmente vado con Detroit, a patto che il trio di cui sopra arrivi a trovare aiuto e sostegno dal resto della squadra. Per i Royals l’obiettivo è continuare nell’opera di inserimento dei giovani, mentre quello di Minnesota è quello, ce lo si augura, di trovare un po’ di stabilità a livello fisico per potersi in qualche modo giovare le (non tante) carte a propria disposizione.

AL WEST

Texas Rangers 52-34
Los Angeles Angels 48-38 (4 GB)
Oakland Athletics 43-43 (9 GB)
Seattle Mariners 36-51 (16.5 GB)

Passato: In una division che fin da subito faceva prevedere due squadre decisamente superiori alle altre due, i Rangers hanno impiegato solamente pochi giorni per prendere la leadership e non mollarla più, trascinati anche e soprattutto da un reparto battitori esplosivo e leader in tutte le principali statistiche (BA, OBP e R, tra le altre). Dietro di loro gli Angels hanno fatto fatica ad ingranare, rispecchiando le prestazioni del loro grande acquisto in FA Pujols, ma una volta che quest’ultimo ha ingranato, supportato se non superato nell’opera da atleti come Trumbo e il giovane Trout, le vittorie sono arrivate e la classifica ne ha ovviamente giovato. Dietro queste due gli A’s hanno raramente flirtato con un record in pareggio a causa di enormi difficoltà al piatto, mentre i Mariners  hanno “illuso” per un mese abbondante i loro tifosi prima di sprofondare, come fors’anche preventivabile, tra le peggiori squadre della lega.

Futuro: difficile, se non impossibile, prevedere grandi stravolgimenti da qui a settembre: i valori sembrano ben delineati, con Rangers e Angels su e le altre due franchigie destinate all’ennesima stagione mediocre. A mio personale parere, in ogni caso, saranno i Rangers a guadagnarsi la prima piazza, forti di una solidità a tratti spaventosa, mettendo comunque in preventivo che ogni partita giocata dagli Angels rende migliore l’amalgama di un gruppo che, se si qualificherà alla post season potrà essere un osso duro per molti.

NL EAST

Washington Nationals 49-34
Atlanta Braves 46-39 (4 GB)
NY Mets 46-40 (4.5 GB)
Miami Marlins 41-44 (9 GB)
Philadelphia Phillies 37-50 (14 GB)

Passato: Le preview di inizio stagione davano i Nationals in ascesa rispetto al record appena negativo della scorsa stagione, ma vederli in testa alla NL East a metà stagione poteva sembrare esagerato: invece, grazie soprattutto ad un pitching di livello eccelso (ERA di squadra a 3.20, BA degli avversari a .231), si trovano davanti con una grande voglia di non lasciare la prima posizione. Dietro di loro Braves e Mets sono in positivo da inizio stagione senza però trovare quella continuità che li porterebbe forse anche più in su, in particolare in ottica wild card. Le note negative, a sorpresa, iniziano con i Marlins, che nonostante le spese della FA hanno trovato problemi principalmente in attacco (.242 AVG), e terminano, ancor più a sorpresa con i Phillies, invecchiati ed in profonda crisi da metà maggio in poi: nei fatti, solo Hamels si è difeso, mentre il resto dei lanciatori sta trovando enormi difficoltà.

Futuro: Il talento (Strasburg, Harper, Desmond) e la giovane età sono dalla parte della franchigia della capitale, ma quando la pallina scotterà davvero, ed ogni singola azione potrà valere un titolo divisionale o una wild card, questi saranno in grado di mantenere i loro standard attuali? O saranno i più esperti e sornioni Braves a guadagnarsi il posto al sole? O magari saranno i Mets, trainati dalla lentezza di Dickey e dal buon Santana, a raggiungere un risultato che anelano ormai dal 2006? E’una lotta a 3, ed ognuno sicuramente avrà i suoi favoriti: più difficile che i Marlins possano rientrare al top, pur considerando che come hanno perso 9 partite altrettante possono recuperarle. A chiudere, i Phillies devono combattere, ma se almeno Lee ed Halladay torneranno ad aumentare il loro rendimento, potrà esserci meno amarezza nella città dell’amore fraterno.

NL CENTRAL

Pittsburgh Pirates 48-37
Cincinnati Reds 47-38 (1 GB)
St. Louis Cardinals 46-40 (2.5 GB)
Milwauee Brewers 40-45 (8 GB)
Chicago Cubs 33-52 (15 GB)
Houston Astros 33-53 GB (15.5 GB)

Passato: 24 vittorie per raggiungere il record dello scorso anno: questa è la sintesi dei Pirates versione 2012, sicuramente la squadra più migliorata dalla stagione scorsa, grazie principalmente ad un McCutchen in versione extralusso (tra l’altro 112 H per 60 RBI) ed al record di 29-14 tra le mura amiche (miglior record della lega). Ad un’incollatura troviamo i Reds ed i campioni in carica dei Cardinals, inaspettatamente dietro alla franchigia della Pennsylvania, ma con alle spalle, per entrambe, un giugno non eccelso che le ha ricacciate entrambe un po’ più indietro. A suivre, i Brewers stano pagando l’addio di Fielder ma soprattutto la brutta stagione di Randy Wolf e di un quinto partente non ancora totalmente trovato. A chiudere troviamo i Cubs, non ancora capaci di mettere in atto il progetto Epstein, e gli Astros, finora capaci di vincere solo 9 partite in trasferta.

Futuro: a mio personalissimo avviso, il discorso che si va a proporre nella NL Central ricalca a grosse linee quello fatto poche righe fa per la East, con la differenza che in termini di talento puro i Pirates non sembrano essere superiori a Reds o Cards, anzi: l’impressione è che i valori andranno a livellarsi nel prosieguo della stagione e Pittsburgh scenderà, comunque ad un onorevolissimo terzo posto, considerati i presupposti con cui la stagione iniziava per loro. Brewers, Cubs ed Astros hanno un compito invece opposto, cercare di evitare la totale deriva e, per quanto riguarda la franchigia texana, cercare di dare un dignitoso addio alla National League, che abbandoneranno dal 2013 per passare alla AL West.

NL WEST

LA Dodgers 47-40
San Francisco Giants 46-40 (0.5 GB)
Arizona Diamondbacks 42-43 (4 GB)
San Diego Padres 34-53 (13 GB)
Colorado Rockies 33-52 (13 GB)

Sulle spalle di un solo uomo il destino della NL West?

Passato:Complici una partenza a razzo e la difficoltà delle altre squadre, i Dodgers erano arrivati ad avere, all’incirca a metà maggio, fino a 7 partite di vantaggio sui più immediati inseguitori. La sfortuna si è però abbattuta sotto forma di infortuni (tra gli altri Ellis, Lilly, Kemp, Either) ed i Giants hanno così potuto rifarsi sotto, arrivando in testa alla division grazie allo sweep inflitto proprio ai Dodgers nello scontro diretto di inizio luglio. Alcune prestazioni sottotono degli uomini di Bochy hanno però permesso ai rivali di riprendere la leadership, sebbene con ridottissimo margine. A seguire, i D’backs hanno faticato pesantemente, salvo recuperare partite nell’ultimo periodo, in concomitanza con i problemi di chi stava davanti, mentre San Diego e Colorado han fin da subito ammainato ogni bandiera di guerra, trovandosi al momento a pari merto con un record ampiamente negativo.

Futuro: Molto difficile dire chi avrà le potenzialità di primeggiare nella division: i Dodgers passano per il recupero degli infortunati e sembrano avere un tasso di talento leggermente maggiore dei diretti rivali; dal canto loro, le possibilità di successo dei Giants passano da una maggior verve in battuta (settore critico ormai da anni) e dal recupero di Tim Lincecum, al momento inutile se non dannosa controfigura scarsa del 2 volte vincitore del Cy Young Award.Dietro di loro, Arizona deve sperare in passi falsi delle sopra citate, mentre per Padres e Rockies sarà sfida per evitare l’ultimo posto.

One thought on “MLB al break: passato e futuro

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