3-0 per i Big 3 degli Spurs, la finale di Conference è a un passo

La serie si è spostata allo Staples. E come da tradizione per il campo losangelino, le emozioni non sono mancate.

LA GARA

In un’arena completamente dipinta di rosso, con la Clipper’s Nation a caricare Griffin&Co, l’inizio è decisamente diverso da quanto visto nelle prime due gare in Texas.

Sin dal primo possesso, infatti, appare evidente che i padroni di casa vogliono provarci, a riaprire la serie. Complici degli Spurs sonnolenti e un po’ macchinosi (potremmo dire, “non ancora arrivati allo stadio“), Los Angeles domina letteralmente la prima frazione, chiusa sul 33-11, guidata dal Blake Griffin delle grandi occasioni: per lui, nei primi 12 minuti, 14 punti e 5 rimbalzi con 7-8 dal campo.

Il vantaggio Clips si allarga ancora all’inizio del secondo periodo, con 4 punti di Nick Young e 2 di Mo Williams. I Velieri, a 8:30 dall’intervallo lungo, sono avanti 40-16.

Un divario (+24) tanto incredibile quanto fragile.

San Antonio, infatti, “arriva finalmente allo stadio” e, sotto lo sguardo truce di Coach Popovich, gira un paio di rotelle nel meccanismo difensivo, degnandosi di giocare in seconda nell’altra metà campo.

Ne nasce un parziale di 27-13 nella seconda metà del secondo quarto, a cui fa seguito un parziale di 24-0 nel terzo periodo. Dall’ottavo minuto del secondo quarto al secondo della terza frazione di gioco, gli Spurs mettono insieme un parziale complessivo di 53-17: dal -24 si portano al +12, un vantaggio che manterranno sino alla fine della gara.

San Antonio vince Gara3 con un punteggio di 96-86.

Tra i padroni di casa, spiccano le cifra del già citato Griffin, che chiude con 28 punti, 16 rimbalzi e 3 stoppate (13-24 al tiro). Di questi, però, ne ha segnati solo 8 nella seconda metà di gara. Chris Paul conferma la propria precaria condizione fisica, chiudendo ancora una volta la propria gara con cifre rivedibili: se durante il mega-parziale pro Clippers ha fatto girare i suoi come un orologio, all’aumentare della pressione difensiva di Parker e Leonard è totalmente scomparso.

Per lui alla fine lo scorer dice di 12 punti e 11 assists, solo 3 palle perse (fanno 16 in tre partite) ma un pessimo 5-17 al tiro. Unico altro Clipper in doppia cifra è Mo Williams, autore di 19 punti in 23 minuti, con 8-12 al tiro.

Gli Spurs mandano quattro uomini in doppia cifra: Tony Parker gioca i primi tre quarti in modo che definire “interlocutorio” è dir poco, ma si sveglia nell’ultima frazione chiudendo la sua gara con 23 punti, 10 assists e 3 perse con un bruttino 8-20 al tiro. Manu Ginobili, dalla panchina fornisce 13 punti 4 rimbalzi e 6 assists.

Kawhi Leonard, dal canto suo, sfiora la doppia doppia con 14 punti e 9 rimbalzi, impreziosendo la sua prestazione con 3 triple e soprattutto brani di difesa che renderebbero orgoglioso il suo precedessore nel ruolo, Bruce Bowen.

MVP

Il quarto Spur in doppia cifra pare scontato. Ma quando hai 36 anni, corricchi per il campo e soprattutto non salti più, di scontato non c’è nulla. Se Blake Griffin passa i primi 24 minuti di Gara3 a fare il bello e cattivo tempo salvo sparire (complice la difesa avversaria) quando più conta, per Tim Duncan il discorso è diametralmente diverso.

Con i suoi sotto di 24 punti il Caraibico smette la tuta, calza i pantaloncini, allaccia le scarpe e porta ancora una volta a spasso tutti. Rimbalzi, difesa, punti, intensità, tutto con l’unica faccia che l’occhio umano abbia mai visto, quel mix di indecifrabilità e occhio lesso che ne fanno un marchio di fabbrica per il #21.

Alla fine, il suo tabellino dirà 19 punti, 13 rimbalzi, 3 stoppate con 8-16 dal campo in 38 minuti. Ma fidatevi, se non avete visto la partita queste cifre possono spiegare solo in parte la grandezza dell’ala forte nativa di St. Croix.

LE DICHIARAZIONI POST PARTITA

Tim Duncan: “Abbiamo davvero lottato nel primo quarto, ma era chiaro che c’era qualcosa che non andava. Non avevamo pianificato di andar sotto così tanto, ma abbiamo giocato per rimontare. Abbiamo seguito l’esempio di Tony, lui ha attaccato il ferro, ha segnato alcuni canestri pesanti in striscia e continuato ad attaccare. Ha difeso forte contro Paul e l’ha superato“.

Tony Parker: “Sono venuti fuori come ci aspettavamo, molto forte, Blake stava segnando canestri pazzeschi. Ma si tratta di un gioco lungo, molto lungo e ci siamo presi i nostri tempi. Alla fine della prima metà eravamo infatti molto tranquilli”.

Blake Griffin sui veterani Spurs: “Loro giocano allo stesso modo sia che siano sopra di venti sia che stiano perdendo di venti. La comunicazione tra loro e le loro rotazioni sono ottime, ed offensivamente sanno esattamente cosa devono fare”.

UN OCCHIO A GARA 4

Non va giù la censurabile scelta della NBA di far giocare dei back-to-back durante i Playoffs. Dopo i Lakers perdenti di stanotte contro OKC, già stanotte toccherà ai cugini biancorossi scendere nuovamente in campo allo Staples contro gli Spurs per il primo dentro-fuori della serie.

Basta ricordare un momento che nessuna squadra nella Storia ha ribaltato uno 0-3 per definire i Clippers spacciati contro San Antonio.

Quand’anche vincessero Gara 4, infatti, a parte le statistiche appare davvero improbabile che questi Speroni, giunti alla 17esima vittoria consecutiva tra regular season e playoffs (record del 2004 pareggiato), possano regalare le velleità di Titolo con non una, non due, non tre (copyright LBJ) ma 4 sconfitte di fila.

Domattina sapremo se avremo già la prima finalista di Conference oppure se l’orgoglio della Clipper’s Nation avrà prolungato la stagione dei Velieri californiani.

Alla prossima.

 

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