Funzionerà la convivenza in spogliatoio fra Kobe e Dwight?

Un anno di transizione… un anno da “vorrei ma non posso”… una stagione apertasi con l’affaire Chris Paul e chiusasi con l’addio alla bandiera gialloviola Derek Fisher, con il breve passaggio della meteora Sessions, inadatto ai giochi di coach Brown..

Ma più di tutto questo, un’estate da veri Lakers. In quel di L.A., sponda Hollywood, hanno deciso di rientrare pesantemente sulla scena quest’estate, facendo in modo di costruire un team da tutto e subito e diventando di gran lunga la squadra con il payroll più alto dell’intera Lega (oltre 100 milioni di stipendi, con Bryant a veleggiare oltre i 27 e il duo sotto canestro che ne conta 38 in coppia).

Conference: Western Conference

Division: Pacific

ArriviEarl Clark (Orlando), Chris Duhon (Orlando), Dwight Howard (Orlando), Antawn Jamison (Cleveland),  Jodie Meeks (Philadelphia), Steve Nash (Phoenix).

PartenzeMatt Barnes (LA Clippers), Andrew Bynum (Philadelphia), Christian Eyenga (Orlando), Josh McRoberts (Orlando), Troy Murphy and Ramon Sessions (Charlotte).

Scelte al DraftDarius Johnson-Odom (Marquette), Reeves Nelson (UCLA), Robert Sacre (Gonzaga) and Greg Somogyi (California-Santa Barbara).

Probabile quintetto:

G – Steve Nash
G – Kobe Bryant
F – Metta World Peace
F – Pau Gasol
C – Dwight Howard

Roster:

2012-13 Roster
Num Player Pos Ht Wt DOB Prior to NBA/Country Yrs
5 Steve Blake G 6-3 172 02/26/1980 Maryland/USA 9
24 Kobe Bryant G 6-6 205 08/23/1978 Lower Merion HS (PA)/USA 16
6 Earl Clark F 6-10 225 01/17/1988 Louisville/USA 3
21 Chris Duhon G 6-1 190 08/31/1982 Duke/USA 8
3 Devin Ebanks F 6-9 215 10/28/1989 West Virginia/USA 2
16 Pau Gasol F-C 7-0 250 07/06/1980 FC Barcelona/Spain 11
0 Andrew Goudelock G 6-3 200 12/07/1988 Charleston (SC)/USA 1
27 Jordan Hill C 6-10 235 07/27/1987 Arizona/USA 3
12 Dwight Howard C 6-11 265 12/08/1985 SW Atlanta Christian Academy (GA)/USA 8
4 Antawn Jamison F 6-9 235 06/12/1976 North Carolina/USA 14
7 Darius Johnson-Odom G 6-2 215 09/28/1989 Marquette/USA R
20 Jodie Meeks G 6-4 208 08/21/1987 Kentucky/USA 3
1 Darius Morris G 6-4 190 01/03/1991 Michigan/USA 1
14 Troy Murphy (FA) F-C 6-11 245 05/02/1980 Notre Dame/USA 11
10 Steve Nash G 6-3 178 02/07/1974 Santa Clara/Canada 16
  Reeves Nelson F 6-8 235 09/18/1991 UCLA/USA R
50 Robert Sacre C 7-0 260 06/06/1989 Gonzaga/Canada R
  Greg Somogyi C 7-3 242 10/01/1989 California-Santa Barbara/Hungary R
15 Metta World Peace F 6-7 260 11/13/1979 St. John’s/USA 13

Head CoachMike Brown

 
Athletic TrainerGary Vitti
 
Estate spumeggiante, dicevamo. Dimenticato (davvero?) Chris Paul, i gialloviola hanno dato il benservito a Ramon Sessions mettendo sotto contratto uno dei playmaker indiscutibilmente più forti non solo degli ultimi vent’anni, ma anche dell’intera Storia del gioco.

Steve Nash, a 38 anni suonati, è ancora fuor di dubbio un signor giocatore, e a dimostrarlo sono i suoi numeri delle ultime tre stagioni, un esempio di costanza nell’eccellenza.

Finalmente i Lakers trovano un vero playmaker dai tempi di Magic Johnson (omettendo volutamente la parentesi, troppo breve e troppo particolare, di Gary Payton nel 2004). Un ruolo che, nell’ultimo ventennio, è sempre stato coperto da giocatori più o meno discreti, ma mai eccellenti. Il grande dubbio, ovviamente, riguarda l’età: bravo, bravissimo, ma anche il Canadese non è immortale e il timore che proprio con la canotta gialla possa rompersi purtroppo guasta i sogni dei tifosi angeleni.

Non paga del primo colpo, la dirigenza Lakers ha occhieggiato e adescato un altro super veterano, dal nome meno altisonante ma comunque di grandissimo rispetto: Antawn Jamison, a 36 anni da poco compiuti, arriva finalmente in una squadra da Titolo, dopo una carriera spesa tra Golden State, Dallas, Washington e Cleveland.

Proprio dai Cavs è fuggito, lui che venne acquistato nel febbraio 2010 per dar man forte ad un LBJ che di lì a qualche mese l’avrebbe mollato per la calda Florida.

Ebbene, sulle qualità di Jamison come primo cambio dal pino non può discutersi. Anche qui l’interrogativo è l’età, ma se dovesse andar tutto per il verso giusto, i Lakers si sono portati a casa un giocatore che, in carriera, non ha avuto la benché minima difficoltà a scollinare i venti a sera.

Detto dei due anziani, rimane il colpo grosso, il vero colpo in stile Lakers. Dopo una telenovela al confronto della quale il Melo-Drama di due anni fa sembrava una produzione di bassa lega, dopo averci fracassato i cosiddetti con i “vado o non vado“, “resto o non resto“, “Brooklyn o Dallas“, “Dallas o LA“, finalmente il centro-più-forte-della-Lega ha deciso di trasferirsi, nell’attesa che scada il suo contrattino, al sole di Venice Beach.

Dwight Howard vestirà la maglia n. 12 gialloviola, diventando l’ennesimo centro di grande lignaggio a passare di qui, a sedici anni esatti dal suo illustre predecessore Shaquille O’Neal, con buona pace per i tifosi dei Magic.

Il vero colpo da maestro, dopo migliaia di righe transitate in Rete che disegnavano gli scenari più assurdi (“Gasol-Bynum per DH, anzi no, Gasol-Bynum-MWP, no no troppo poco, facciamo Gasol-Bynum-MWP-Sessions e Gary Vitti per il centrone….“) è stato privarsi sostanzialmente solo di Andrew Bynum, peraltro finito ai 76ers. Sì, ok, sono partiti anche McRoberts ed Eyenga (loro si a Orlando) ma… vogliamo mettere?

I Lakers si sono assicurati il miglior centro della Lega e soprattutto il miglior difensore d’area dell’NBA cedendo l’unica stella che avrebbero sacrificato per averlo, quel Bynum tanto amato e odiato (da me per primo) per il grande talento ma l’altrettanta grande, dicono a Napoli, cazzimma che rendeva di fatto impossibile costruire un domani una squadra attorno a lui.

Magari a Philadelphia, lo spero per loro, sarà diverso, ma con i riflettori di Los Angeles sempre puntati addosso, ‘Drew non si trovava, e arrivare ad Howard cedendo lui e tenendo Gasol, beh, chapeau.

Ora, come li vogliamo chiamare? Va di moda il termine “Big Three“, ma in questo caso forse è riduttivo… Big Four? Big Five? I Lakers tornano ad avere, dopo otto anni, un livello di talento astratto senza eguali nella Lega.

Le principali avversarie, Miami e Oklahoma, sulla carta non pareggiano “i talenti” di quelli in maglia gialloviola. Quello che i Lakers non hanno, però, è la cosiddetta chemistry, tanto importante per arrivare a giugno inoltrato senza andare prima ai Caraibi.

Coach Brown avrà il suo bel daffare per tenere sotto controllo tanti galli in un solo pollaio: Nash, Bryant e Howard sono da sempre le stelle delle rispettive squadre ma per la prima volta si troveranno a dover dividere il palcoscenico.

Ora, se dei primi due mi fido abbastanza, considerato che hanno una certa anzianità nella Lega e che sono entrambi consapevoli di necessitare l’un l’altro per i rispettivi traguardi (che poi è il medesimo, l’Anello, il primo per il canadese e il sesto-pari-a-Jordan per KB), un po’ meno di fido di Dwight Howard, tanto simpatico davanti alle telecamere, quanto probabilmente prima donna a luce rossa spenta.

Superman dovrà usare il cervello, ma non siamo noi a doverglielo dire, e capire che “un domani tutto questo sarà tuo“: ha 27 anni, è nel suo prime dopo un infortunio importante, ha in spogliatoio stelle che hanno ancora poche stagioni di alto livello… potrà godersi i palloni di Nash e lo spazio creato da Bryant, Jamison, MWP e Meeks per fare un po’ di show.

Altro capitolo, il gioco: dopo anni di triangolo, schema tanto semplice sulla carta quanto ostico da comprendere per tanti giocatori, Cach Brown ha deciso di cambiare, tagliando anche l’ultimo cordone dell’esperienza Zen. Si passa alla Princetown Offense, più congeniale visto il roster a disposizione.

Dunque, ricapitolando, se il nuovo gioco viene compreso e digerito dai giocatori, se la squadra trova una chimica giusta per giocare assieme, se Coach Brown sarà capace di instillarla e di gestire i suoi, se Steve Nash continua a fare l’Uomo Bicentenario, se Kobe Bryant rinuncerà ad un po’ della sua sovranità per il bene suo e dei Lakers, se Antwan Jamison farà il suo ai livelli di Sesto Uomo dell’Anno, se MWP riuscirà ad essere ancora un blocco difensivo contro gente come Durant e LBJ, se Gasol troverà un’intesa con il nuovo compagno di reparto e deciderà di essere quello visto alle scorse Olimpiadi e non il mollaccione ogni tanto sceso in campo l’anno passato, e soprattutto….. SE Dwight Howard sarà ai suoi livelli e saprà spartire il suo ego con i compagni, mettendosi al servizio della squadra e SE il Tempo sarà clemente con i veteranissimi, privando loro di infortuni e preservandoli fino alla fine della Stagione…

Beh, se tutte queste condizioni si avvereranno, checché se ne dica, i Lakers potranno avere la meglio delle varie Oklahoma e Miami e portare a casa l’ennesimo Titolo della loro storia, il sesto per Bryant, il quarto per Gasol e soprattutto il primo per DH, Nash e Jamison.

La stagione NBA è alle porte, stappate lo champagne.

13 thoughts on “Los Angeles Lakers: Preview

  1. Ragazzi per voi che amate l’Nba ho creato un fantasy basketball su yahoo solo per gli italiani che seguono l’Nba!
    Se volete partecipare la lega è Italian Nba ID 92623 e la password è italia.
    Live draf stasera mercoledì 24/10 alle ore 22!

  2. …il giocattolo corre sul filo del rasoio…hanno il miglior play per fare l’unica cosa che può tenerli assieme e non far esplodere tutto cioè passare la palla a tutti senza scontentare nessuno…Steve buon lavoro!!!

  3. Che palle pero’: ad ogni articolo sui Lakers ci sono 8000 commenti.
    Per le altre squadre quasi zero..
    Vi piace vincere facile eh, a voi lacustri? :)

  4. anch’io concordo che sulla carta è la squadra più forte. howard ed il gasol delle olimpiadi sono inarrivabili. è praticamente un all star team. l’obiettivo minimo sono le finals. qualsiasi risultato più basso è un fallimento.
    giocheremo a farne uno in più degli altri, avessimo avuto PJ il campionato poteva anche non iniziare. l’anello debole è chiaramente il coach

  5. Sono tifoso Rockets, ma vedo ancora superiori Miami ai Lakers, anche perchè Miami l’anno scorso ha vinto e adesso si è rinforzata, sia perchè i Lakers hanno pescato due ottimi giocatori ome Howard e Nash, ma devono far convivere troppe prime donne, non spesso abituate ad avere concorrenza (soprattutto Howard). A Miami c’è voluto un anno per far convivere i big three, l anno scorso hanno devastato tutti e quest anno hanno pescato degli ottimi rinforzi, vedi Allen che rimane sempre uno dei migliori “cecchini”… Secondo me anche se azzeccano tutti i se potrebbero aver problemi a battere Miami (e in cuor mio lo spero, non amo i Lakers xD), comunque la finale la vedo scontata tra Lakers e Heat

  6. Da napoletano mi verrebbe da dire che il problema di Bynum era il non avere “cazzimma” e non averla! Detto ciò, bell’articolo!

  7. Le incognite sono due:
    1) L’ovvia intesa tra giocatori che non sono esattamente tagliati per giocare insieme
    2) Mike Brown. Per me, se si prende un allenatore migliore, i Lakers potran davvero dire la loro.

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