È soltanto gara 2, ma quello di stanotte può già diventare uno snodo cruciale nell’economia della finale della Eastern Conference. Indiana si è imposta in modo sorprendentemente convincente nel primo atto della serie, mettendo un tarlo nella testa degli Heat che, soprattutto in difesa, sono stati irriconoscibili rispetto ai loro standard. Ecco allora che per LeBron e soci potrebbe essere di capitale importanza impattare la serie prima del ritorno a South Beach, per evitare di ritrovarsi nella scomoda posizione di non aver più margine di errore dopo appena due gare.

Coach Spoelstra si adegua agli avversari, schierando Haslem in quintetto per fronteggiare adeguatamente un Hibbert incontenibile nel primo confronto. Indiana risponde con gli stessi effettivi, e con la palla a due controllata dai padroni di casa gara 2 ha ufficialmente inizio. È una tripla di Stephenson ad aprire le ostilità prima che Miami, grazie ai canestri di Wade e Haslem, guadagni il primo vantaggio nella serie. Gli Heat provano a essere aggressivi sul perimetro, raddoppiando il portatore di palla sul pick and roll ma non riuscendo mai a mantenere una pressione adeguata per tutti e 24 i secondi del possesso difensivo; Wade parte forte in attacco, ma Indiana mostra il bilanciamento perfetto ammirato in gara 1, e con l’apporto di ogni componente del quintetto costruisce il primo margine significativo della serata. Un parziale di 11-2 in favore dei Pacers regala il +8 alla squadra di coach Vogel, che con calma e presenza di spirito roy_hibbert_getty_1400643642201_4994945_ver1.0_320_240(e un Hibbert che domina sotto il tabellone offensivo) provano subito a scappare. Una violazione dei 24 secondi forzata dalla difesa dei Pacers sembra essere il presagio di un’altra serata nefasta per gli uomini di South Beach, che però riescono a trovare la chiave giusta per eseguire in attacco nonostante un James che ancora non è entrato in partita. Un 7-0 ispirato dalla panchina riporta gli Heat a stretto contatto, per un primo quarto che si chiude coi Pacers avanti 21-20.

In avvio di secondo quarto coach Vogel pesca un jolly a sorpresa dalla panchina: Rasual Butler si accende e va a segno con due triple consecutive che restituiscono un piccolo margine di vantaggio ai padroni di casa. Miami invece vive delle iniziative di un grande Wade, che con James come di consueto in panchina a inizio secondo periodo si scatena e diventa il vero e proprio faro dei suoi: 1400636965000-USP-NBA-Playoffs-Miami-Heat-at-Indiana-Pacers-00613 punti fin qui per Mr.Heat, un bottino che vale il +2 in favore dei suoi. Wade lascia il campo per un meritato riposo in panchina, non prima di aver assestato una stoppata perfetta per tempismo ed efficacia su Butler; al suo posto torna James in cabina di comando, e LeBron prova a mettersi in ritmo con un layup segnato dopo aver spazzato via Stephenson con la sua forza bruta. Miami beneficia del bonus con 6 minuti sul cronometro, mentre Indiana torna a schierare il quintetto titolare in sostituzione di una panchina non brillantissima. Bosh continua a tirare dall’arco senza però trovare la via del canestro, colpendo anzi il lato del tabellone per un palo clamoroso che lo frustra e lo porta a commettere il terzo fallo personale. West lo aveva preceduto appena un possesso precedente, e le due squadre sono così costrette a fare a meno di due uomini chiave in chiusura di primo tempo. A beneficiarne sono evidentemente gli ospiti, che con aggressività ed energia sui 28 metri di campo riescono a piazzare il primo allungo della loro serata: Allen segna da tre in transizione, James va a bersaglio con un tiro costruito con pazienza battendo una ottima difesa di George e Chalmers è ineluttabile con la bomba sullo scarico dal raddoppio di James. 8-0 Heat, ma i padroni di casa trovano un sussulto nel finale che permette loro di accorciare le distanze: Hibbert fa due su due dalla lunetta, prima che Stephenson confezioni un autentico miracolo andando a segno col tocco da rimessa con appena un decimo di secondo sul cronometro. È 41-37 Heat all’intervallo, grazie alla grande prestazione di Wade e all’impatto della panchina. Andersen e Cole sono importantissimi nella metà campo difensiva, e permettono a Miami di mettersi al comando delle operazioni malgrado un James opaco. Indiana dal canto suo ha completamente smarrito la vena offensiva, per un primo tempo dal punteggio basso dal quale però i Pacers escono comunque a contatto con gli ospiti, per una ripresa che si annuncia altrettanto equilibrata.

Bosh inaugura la ripresa segnando dalla media, mentre Paul George continua a litigare col ferro e non riesce proprio a trovare la via del canestro (1 su 12 al tiro fino a qui). Indiana però, nonostante le difficoltà del suo uomo franchigia, inizia a macinare una pallacanestro che risulta a dir poco indigesta agli Heat: i Pacers tornano a mostrare l’ottima esecuzione offensiva ammirata nel primo atto della seria, con West che è il catalizzatore di un attacco che vede un posseduto Stephenson nelle vesti protagonista assoluto. Hibbert continua a dominare a rimbalzo (già 10 le carambole catturate nella sua serata) e i gialli di casa si rimettono avanti nel punteggio. Chalmers risponde con una tripla dall’enorme peso specifico, James prova a rendersi protagonista andando a segnare liberandosi con lo spin ma l’energia della Fieldhouse adesso sta raggiungendo picchi himalaiani: Indy difende forte e si affida al numero 1 (stasera di nome e di fatto) dall’altro lato del campo. 625x527-87Lance Stephenson dipinge l’affresco di una partita clamorosa, l’ennesimo coming out party di un giocatore che sta scalando le gerarchie fino ai vertici della lega: Born Ready confeziona un gioco da tre punti incredibile, convertendo un layup circense innescato da un gran pallone servito da West. Nel possesso successivo, dopo un flop da Actor Studios in difesa, l’attacco ristagna e il pallone si ferma tra le sue mani: nessun problema, perché Lance da Brooklyn si alza da nove metri e muove solo la rete per il +6 Pacers. La Fieldhouse ribolle, e Miami si affida a James cercando disperatamente di cavare una soluzione vincente dal suo infinito talento; LeBron sa come si fa e, dopo aver segnato col jab step che vale il decimo punto della sua fin qui grama serata, risponde alla tripla di George con due assist perfetti che armano le mani di Bosh e di Cole dall’angolo: CB1 segna l’equivalente di un gol, visto il suo inizio di serie, Norris non trema e in un amen gli Heat risorgono nuovamente da un potenziale baratro per chiudere il terzo quarto sotto di un solo punto. Indiana è avanti 63-62, con un uomo solo al comando: la sua maglia è gialla e blu, il suo nome è Lance Stephenson. Ma, interpretando i segnali del parquet, per Indiana la partita sembra tutt’altro che rose e fiore: nonostante la strepitosa partita di Born Ready gli Heat sono ad un’incollatura, che LeBron che ha appena iniziato ad allungare le mani su una partita che lo ha visto fin qui come attore tutt’altro che protagonista. Tutto è pronto per un quarto periodo da vivere fino in fondo, per un esito che potrebbe già dare indicazioni importanti al primo bivio della serie.

670_377-colegallery-140520James parte andando a segno col taglio centrale, prima di servire ancora la mano del chirurgo Cole che opera dall’arco in maniera ineluttabile: 11 punti per flat-top Norris, Heat di nuovo in vantaggio ma subito raggiunti da Scola che prova a superare le difficoltà mettendo palla per terra e chiudendo il layup al vetro per il 67 pari. I quintetti in campo fanno vivere un flashback di gara 1: Spoelstra va col quintetto piccolo, con Andersen centro e Allen accoppiato con West che ancora una volta marca brillantemente il cecchino avversario senza concedergli luce verso il canestro. Indiana trova il tocco dall’arco proprio nel momento cruciale della serata: Wade segna i primi punti della sua ripresa con un controllo del corpo misterioso, maPaul+George+Miami+Heat+v+Indiana+Pacers+xNF4NZCeFhxl i Pacers tornano a +4 grazie alle triple di Hill e George, che si libera su un blocco di granito portato da Hibbert. Stephenson commette il quarto fallo, ma Indiana sembra avere la faccia cattiva delle grandi occasioni, con George che difende magnificamente su Wade costringendolo alla palla persa che costa la violazione dei 24 secondi offensivi da parte degli ospiti. Torna in campo James, dopo che coach Spoelstra gli ha concesso una breve finestra per l’ultimo riposo prima dello sprint finale. Il LeBron apatico visto in avvio di gara getta la maschera, per lasciare spazio alla modalità dominante più consona per il miglior giocatore del pianeta: tripla su scarico di Wade, layup per chiudere il dai e vai con Andersen e i due liberi che valgono il sorpasso portato da Miami, che comanda 76-75 con 4 minuti sul cronometro. Indiana deve fare i conti con i problemi di West, che è costretto a una toccata e fuga negli spogliatoi a causa di un colpo all’occhio ricevuto dopo un tiro; il 21 di casa torna subito in campo, giusto in tempo per assistere al duetto finale che porta all’allungo decisivo degli Heat. 960x540James e Wade combinano ancora, completando l’opera e chiudendo in coppia un parziale di 10-0 che mette al tappeto i padroni di casa. I due fuoriclasse in maglia nera dominano su entrambi i lati del campo, segnando in maniera ineluttabile e confezionando le due rubate che decidono il match. Indiana ci prova ma è stordita dai colpi portati dagli avversari, ed è ancora Wade ad affondare il coltello nella ferita segnando dal palleggio con la mano del difensore in faccia e mettendo il punto esclamativo schiacciando in reverse imbeccato ancora dal compare James. Col palazzetto che si svuota Indy non ci crede più, e non prova nemmeno a sfruttare una palla persa sull’asse Wade-Allen: Miami ammutolisce la Fieldhouse, violando il tempio dei Pacers e portando a casa il punto del pareggio col risultato di 87-83.

Serata spigolosa, fatta di attimi da cogliere al volo prima di vederli scivolare via; gli Heat la sanno troppo lunga per farsi sfuggire una chance come questa, e con un quarto periodo che rasenta la perfezione portano a casa una partita che potrebbe rilevarsi fondamentale nell’economia della serie. Se nel primo tempo ci aveva pensato la panchina di coach Spoelstra a fare la differenza, con Andersen (12 rimbalzi) e Cole (11 punti con 2/2 dall’arco) grandi protagonisti, nei dodici minuti finali gli uomini di South Beach si affidano alla loro polizza sulla vita per portare a casa la vittoria: gli Heat vivono e muoiono con LeBron James (22 punti, 12 dei quali nel quarto periodo, 7 rimbalzi e 6 assist) e Dwyane Wade (23 punti, 10 nel quarto conclusivo, 5 rimbalzi e altrettanti assist), e sono proprio i due fuoriclasse a decidere le sorti dell’incontro. Il Re e Mr.Heat segnano da soli 22 dei 25 punti realizzati da Miami nel quarto periodo, con gli ultimi 20 che portano solo la loro firma e, si allarga lo sguardo, gli ultimi 33 punti messi a referto dagli ospiti che risultano griffati dal magico duo (che si tratti di canestri o di assistenze). Il 3 e il 6 non si limitano a spadroneggiare in attacco, ma mettono anche il lucchetto in difesa con le due rubate che orientano il match in direzione della Florida.

Indiana non trova risposte a un avversario capace di giocare un quarto periodo di tale portata: ai padroni di casa non basta un meraviglioso Stephenson, che vive la miglior serata della giovane carriera e chiude con la platonica palma di top scorer a quota 25 punti (più 7 assist e 6 rimbalzi). Indy viene tradita dalle percentuali di George (4/16 per 14 punti, 6 assist e 5 rimbalzi) e West (5/16 per un totale di 10 punti, 6 rimbalzi e 4 assist), malgrado un Hibbert semplicemente dominante in vernice (12 punti e 13 rimbalzi, 8 dei quali offensivi che hanno propiziato i 17 punti da seconda opportunità segnati dai Pacers) e un Hill molto positivo e autore di 13 punti (con l’aggiunta di 5 rimbalzi e 3 rubate). La panchina di casa è deludente, col solo Butler che si prende qualche scampolo di gloria mandando a segno due triple consecutive. Troppo poco per battere una squadra in missione, che grazie al talento e all’esperienza sa perfettamente come e quando portare i colpi decisivi.

Una serie comincia quando una delle due squadre vince in trasferta: dopo stasera la finale della Eastern Conference ha ufficialmente inizio, un capitolo introduttivo che sorride decisamente agli uomini di South Beach. Gli Heat violano la Fieldhouse, portando a casa un successo che sposta l’inerzia dalla parte della Florida prima di sbarcare alla Triple A. In quel di Miami il volume si alzerà ancora di più: gli Heat saliranno sul loro palcoscenico preferito, quello che hanno calcato con discreto successo nelle ultime tre stagioni abbondanti. Per i Pacers arriva il primo esame di maturità: vedremo se gli uomini di coach Vogel sapranno dimostrarsi all’altezza delle aspettative, per regalare un degno sequel della sfida leggendaria dello scorso anno.

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