La prima settimana di National Football League è già stata archiviata e riposta negli “History Books” a stelle e strisce. Una Week 1 che ha visto in qualità di Sunday Night Football lo scontro tra due delle maggiori potenze della AFC, ossia i Denver Broncos di Peyton Manning e gli Indianapolis Colts del suo erede al trono in qualità di quarterback della formazione di Chuck Pagano, Andrew Luck. Si tratta solo della seconda volta in cui Manning ha affrontato la sua ex squadra, la prima in cui è riuscito a trionfare aggregandosi finalmente al solo Brett Favre nel club di coloro che sono riusciti a battere ogni singola formazione della NFL nel corso della propria carriera.

La partita inizia in maniera abbastanza unilaterale, e vede i Broncos dare incredibile fastidio alla difesa di Indianapolis con il suo prolifico gioco aereo. Manning non sembra sentire l’assenza di Welker e riesce a connettere continuativamente con Emmanuel Sanders e Julius Thomas su tutti.

La mobilità del primo sembra qualcosa di irrefrenabile per la secondary di Pagano, garantendo big gains alla formazione guidata da John Fox. Riguardo il secondo si tratta semplicemente ed esclusivamente di immane produttività. I tre lanci arrivati in endzone di Peyton Manning sono stati tutti recapitati dritti nelle mani di Thomas, che mette pesantemente nei guai i Colts quando, sullo scadere del secondo quarto, pone il risultato addirittura sul 24-0.

Una partenza shockante per l’ex formazione del numero 18 che, tra le altre cose, vede anche il suo nuovo leader subire l’intercetto di Rahim Moore (a fine partita saranno addirittura due i picks da parte sua). I Colts hanno trovato di fronte a se una difesa arancione tutta nuova rispetto a quella dell’anno scorso, molto più aggressiva ed in grado di produrre numeri interessantissimi.

andrew-luck-nfl-denver-broncos-indianapolis-colts1-850x560Tuttavia mai dare per morti gli Indianapolis Colts ed in particolar modo Andrew Luck. Già, perchè proprio sullo scadere della seconda frazione di gioco, quando ormai i Denver Broncos sembravano proiettati a lasciare a secco Indianapolis per la prima metà del match, Luck tira fuori un numero dei suoi: corsa da 9 yards e touchdown della speranza. La partita continua su un progressivo scambio di colpi fino a quando la formazione ospite non riesce a convertire un fondamentale quarto down e subisce pesantemente a livello psicologico una goal line stand perentoria della formazione del Colorado.

Alla fine dei conti quella goal line stand farà la differenza tra le due squadre, in una partita che ha visto i Colts uscire sconfitti per la prima volta contro quel Peyton Manning che ha fatto le fortune della formazione dell’Indiana.

Purtroppo per quest’ultima le pecche e le mancanze messe in mostra sul campo da gioco ricordano parecchio quelle presentate nel corso della stagione passata, terminata solo al Divisional Round, dopo la superba rimonta del Wild Card Round, contro quel Tom Brady che in un numero così svariato di occasioni si è trovato ad affrontare i Colts guidati dal suo eterno e fraterno rivale quale è il maggiore dei fratelli Manning.

Primo fra tutti un approccio ancora una volta troppo morbido alla partita, che ha subito messo la squadra di Chuck Pagano in una pessima posizione. La prima uscita stagionale non ha fatto eccezione, anche se l’attenuante di giocare contro una delle super potenze della lega potrebbe ammorbidire ed alleggerire la cosa. Potrebbe farlo, certo, ma fino ad un certo punto.

Volendo considerare anche la passata stagione quella di domenica è stata la terza gara consecutiva in cui i Colts sono riusciti ad andare sotto in doppia cifra per cercare successivamente la rimonta. I numeri parlano chiaro, e questo genere di cose spesso non porta a buonissimi risultati: da quando Luck è arrivato ad Indy i Colts hanno registrato ben 15 gare su 36 in cui all’intervallo erano sotto in doppia cifra. Ebbene, il record alla fine di queste gare è di 7-8. Sicuramente si sta parlando di una squadra con corposi attributi, in grado di riprendersi e riagguantare il proprio avversario, ma è ben evidente e chiaro a tutti che con questi metodi i titoli difficilmente giungeranno al proprio lido.

dm_140909_dm_fantasy_coltsteAnche Dwayne Allen, che ha realizzato un bel touchdown contro Denver lungo la sideline, ha sottolineato ampiamente la cosa: “Devo dire che le vittorie adrenaliniche in rimonta sono divertenti ed esaltanti, ma siamo un gruppo con giocatori di una certa esperienza e di una certa caratura ed è giunto il momento di cementare definitivamente il gruppo e prendere un vantaggio da mantenere fino alla fine della partita”. Anche lo stesso Pagano si è detto della stessa opinione: “So che le nostre partenze lente sono oggetto di discussioni per la gente. Risulta anche ovvio che è qualcosa che vorremmo cercare di evitare. Guardo al nostro primo drive e vedo un’ottima serie di giochi fino al 3rd & 1 (un passaggio incompleto per il TE Coby Fleener). Chissà cosa sarebbe successo se avessimo convertito quel down”. Il problema è che, come tutti ben sappiamo, con i se e con i ma non si va da nessuna parte.

Affinché Indianapolis diventi una vera e propria super potenza della National Football League, deve assolutamente risolvere questo problema relativo alle “slow starts” e cercare di porre un freno a quelli che dovrebbero essere semplici first downs da conquistare, che si tramutano successivamente in field goals e punts invece che in possibili e potenziali touchdowns.

Tra gli errori commessi rientra anche il “bad calling”. Nella sequela di giochi chiamati figura anche, tornando al discorso della goal line stand del terzo quarto di gioco, quella di chiamare il “quarterback sneak” e cercare di conquistare immediatamente la endzone. Come detto, però, la difesa di Denver è molto più aggressiva rispetto al recente passato e ha imparato eccome dall’ultimo Super Bowl, perso in maniera così lampante e roboante per mano dei Seattle Seahawks lo scorso febbraio, in maniera tale da fermare Andrew Luck e ributtarlo indietro addirittura di ben 10 yards.

Lo stesso quarterback numero 12 ha definito tale scelta come stupida: “Abbiamo preso una decisione davvero stupida perchè avevano caricato di uomini la linea di scrimmage. Probabilmente in questo momento non abbiamo i singoli giusti per quel tipo di chiamata. Effettuarla ci è costata 7 o 3 punti o qualsiasi cosa ne sarebbe mai potuto venire fuori. Avrei potuto chiamare timeout e cambiare i nostri piani, ma non l’ho fatto. Non commetterò più una decisione così stupida. Cercherò di imparare da questa esperienza e continuerò ad allenarmi nel corso della settimana”. Come si può evincere Luck si è voluto addossare la maggioranza della colpa, se non la sua totale integrità, ma Pagano ha cercato di aiutare il proprio leader tentando di alleggerire la pressione che grava sulle sue spalle e sul suo capo: “In qualità di head coach devo cercare di gestire meglio questo genere di situazioni per la nostra squadra. Non è solo colpa di Andrew”.

L’aspetto, però, che ha visto maggiormente soffrire Indianapolis è stata la combo Manning-Thomas (Julius). Ben 7 ricezioni per 104 yards e 3 realizzazioni sono qualcosa di sicuramente incredibile, ma va sottolineato che i Colts non sono stati in grado di porre neanche minimamente un freno a quanto fatto dal duo arancione. Per buona parte del match il TE di John Fox è sembrato anche ridicolizzare i LBs di Pagano, finché non ha trattato male anche il safety LaRon Landry.

“Stiamo parlando di un mostro, un giocatore davvero molto forte. Cercare di difendere su di lui è un incubo. A loro va immenso credito, hanno fatto un lavoro straordinario nel renderlo sempre pericoloso e metterlo sempre nella posizione giusta per segnare. Ovviamente in questo vi è anche il contributo di Manning”. Chuck Pagano ha ampiamente sottolineato quanto Indianapolis abbia sofferto la presenza e soprattutto la produttività di uno dei migliori receiveing tight ends della lega.

Lo stesso tipo di produttività è invece mancata al running game dei Colts. Il duo Trent Richardson – Ahmad Bradhsaw ha totalizzato 8 portate per 35 yards. Davvero troppa poca cosa per contrastare la fruttuosità offensiva dei Denver Broncos. Se in più consideriamo che Luck ha corso anche più di Bradshaw (19 yards contro le sue 15), arrivando anche a segnare un touchdown mentre i due tailbacks sono rimasti a secco, la cosa dovrebbe rendere abbastanza l’idea di quanto fatto dal ground game di una squadra cui ne sente un fortissimo bisogno. Bisogna che entrambi, magari Richardson in particolar modo, si diano una netta e sonora svegliata altrimenti il futuro per i Colts si potrebbe prospettare di difficile accoglienza.

Robert-MathisI colpi per la squadra dell’Indiana però non sono finiti qui. A causa della rottura del tendine d’achille termina prematuramente la sua stagione il LB numero 98 Robert Mathis. La sua assenza si è sentita davvero tanto contro i Broncos e la mancanza di una corposa pass rush ha ampiamente contribuito alla sconfitta portata a casa da Luck, Pagano & co. Il problema Mathis ha fatto e farà riemergere alla luce del sole i problemi che hanno intaccato la posizione di LB dei Colts negli ultimi tempi. Poco aiuto in materia di pressione, altrettanto in copertura (ricordiamo ancora una volta Julius Thomas) dimostrano quanto i Colts necessitino di un LB di un certo peso in un front seven che sembra sempre più mancare di un “next man up”.

La situazione per Indianapolis non è sicuramente delle migliori, anche se dovrebbero comunque arrivare a vincere una AFC South che non sembra presentare grandi alternative o grandi contendenti al di fuori del gruppo guidato da Andrew Luck. Quello che ora come ora preoccupa maggiormente è la più che seria possibilità di andare sul record di 0-2 dopo il prossimo Monday Night Football, che vedrà proprio i Colts sfidare al Lucas Oil Stadium i Philadelphia Eagles ed il loro pericoloso reparto offensivo. In tutto questo gli Houston Texans potrebbero facilmente andare sul 2-0 in casa degli Oakland Raiders e, visto il momento di grande difficoltà dei Dallas Cowboys, chissà che i Tennessee Titans non possano riuscire nello stesso intento quando ospiteranno la formazione capeggiata da Jerry Jones al LP Field nel corso della prossima domenica. Sicuramente contro Chip Kelly ed il suo “high tempo” offense ci sarà bisogno di risposte importanti ed il più presto possibile. Vedremo se i Colts riusciranno a portare a casa la prima W dell’anno o se potrebbero immettersi su una strada che porterebbe ad un più che profondo baratro.

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