Chi è il più forte portiere Nhl?

Direi Price

Il più grande di tutti?

Direi Lundqvist

Il più sicuro?

Penso Rask

Sorprendente?

Direi Dubnyk

Ne manca uno, il più sottovalutato, Corey Crawford.

Crawford1

Due volte campione Nhl ma anche più volte distrutto e messo all’angolo, Corey Crawford non gode della popolarità da campione ma si tiene strette le due Stanley Cup, con l’ultima conquistata da protagonista, sia in bene che in male.

Gara 6, secondo periodo iniziato da meno di un minuto, lancio per Stamkos, tutto solo il capitano di Tampa, guarda Crawford, tiro e….salvataggio del portiere di Chicago quando si temeva il peggio”.

Corey_Crawford_Steven_Stamkos

Ecco il riassunto della postseason del numero 50 di Chicago, quando meno te l’aspetti lui è lì e salva tutto.

E dire che i playoff per il goalie nativo di Montreal hanno rappresentato un ottovolante di emozioni, prima gara contro Nashville e 3 gol subiti in 12 tiri subiti nel primo periodo, sostituzione, dentro Scott Darling e 42 parate senza subir gol, alla faccia del rookie inesperto, con gioia per il decisivo gol di Keith nel supplementare.

Seconda partita con i Predators, Crawford titolare e 6 gol subiti, la statistica parla di 9 gol presi in 4 periodi, parte l’estrema unzione sportiva dai giornalisti di Chicago, tutti a favore di Darling:

E’ tempo di un cambiamento, è il momento per una scintilla, è probabile che il rookie Darling è la soluzione più grande, è uno sport di sensibilità, intuizioni e slancio e nessuna di queste è a favore di Chicago con Crawford”.

Da gara 2 si moltiplicano le colpe sul portiere, rinfacciandogli ancora il 5-4 dello United Center contro i Kings nella finale di Conference 2014, quando Crawford si arrende al gol di Martinez.

E lui che fa?

Niente, accetta il ruolo di backup e va avanti lo stesso.

La tranquillità è un pregio di Crawford, Patrick Kane ripete all’infinito che il suo portiere è incredibile, uno che non si spaventa mai e che niente lo infastidisce, una specie di robot che la sera sa che deve mantenere inviolata una gabbia, niente più.

Dalla panchina Crawford guarda Darling, 35 parate su 37 tiri in gara 3 e vittoria per 4-2 tra gli elogi per il rookie 26enne di Lemont, spettacolo che si ripete in gara 4 quando il portierino ferma 49 tiri su 52 di una partita che dura quasi 101 minuti, con esultanza per il gol di Seabrook dopo tre supplementari.

Per Crawford l’idea di finire i playoff in panca è quasi una certezza.

Non bisogna abbattersi in fretta, ma neanche sperare che il tuo concorrente faccia un casino, cosa invece che succede a Darling quando in gara 5 prende 3 gol nel periodo finale con Neal, Wilson e Forsberg che fanno tripletta in appena 3’e14”.

Chiaro che la stampa non è mai contenta, inizia il partito che ricorda che Darling è inesperto, il tutto guardando l’espressione del viso di Crawford che non regala neanche un’emozione.

Gara 6 è lo spartiacque della postseason di Chicago, di Darling e ovviamente di Crawford.

Scott prende 3 gol in 12 tiri dopo appena 11 minuti di gioco, il 3 a 1 della vecchia conoscenza italiana Matt Cullen spaventa i Blackhawks, dentro Crawford, dentro il titolare nato il 31 dicembre 84.

Non lascerà più la sua gabbia.

Quella gara 6 con Crawford è la storia della rimonta di Chicago, data per spacciata come il suo portiere, sino al gol di Duncan Keith al supplementare con relativo passaggio al turno successivo.

Niente da fare per Perry contro super Crawford

La semifinale di Conference si chiude con appena 4 gare, troppo forti Toews e soci per perdere tempo con Minnesota, Crawford chiude la porta in gara 3 col primo shutout e nell’intera serie ferma 124 tiri su 131, subendo appena 7 gol in 4 partite, ma anziché avere complimenti ricordano a Crawford che i Wild in cabina offensiva son poco e niente.

Il vero esame sono gli Anaheim Ducks, i detrattori del goalie son tutti pronti a fargli una seconda estrema unzione, in gara 1 Crawford perde 4-1 ed esce sconfitto nel confronto con Fredrik Andersen che ferma 32 tiri su 33.

La risposta è semplicissima, attendere gara 2 per capire chi è Crawford.

116 minuti sul ghiaccio, 3 overtime e 60, scritto sessanta, parate su 62, sinché Kruger non chiude il sipario con l’ennesimo gol vincente al supplementare da parte di Chicago, mentre il portiere si gode il record di franchigia per numero di parate.

La serie va avanti con la sconfitta per 2 a 1 e la nuova maratona di gara 4 con 2 overtime, 47 parate su 51 ed esultanza per il gol di Vermette, in una squadra che non ha bisogno dei 3 tenori Hossa, Kane e Toews per chiudere i match con la morte istantanea.

Gara 5 vede la vendetta dei Ducks, per Crawford ritornano i fantasmi recenti con 3 gol presi nei venti minuti iniziali, di cui due in 30 secondi con Fowler e Kesler ma a differenza della serie con Nashville ecco che Quenneville prosegue con Crawford e i numeri gli danno ragione.

Arrivano due vittorie per 5-2 e 5-3 ma gli ultimi gol di Anaheim arrivano solo nel finale quando tutti annusano già la gloria della Stanley Cup.

Manca l’ultimo tassello per il sottovalutato Crawford, vincere il confronto con Ben Bishop, col goalie di Chicago che prende gol dopo 4 minuti da Killorn in gara 1 poi chiude la gabbia e ferma 22 tiri vincendo il primo confronto.

Non sta bene Bishop, dunque in chiave portieri fa più notizia la staffetta dei Lightning con Vasilevsky, quando Tampa vince gara 2 e gara 3 da Chicago si ripresentano gli anti-Crawford, ci manca solo che sottolinei che di Crawford esiste solo Cindy mentre il portiere si rammarica per il gol preso da Tyler Johnson in gara 2.

Corey non deve ricapitare più” si ripete il portiere, e da gara 3 non ricapiterà mai più, 80 parate in 82 tiri nelle ultime 3 gare disputate, con Filppula che lo batte al 10’ del secondo periodo poi più nulla, ciliegina sulla torta lo shutout che regala la Stanley Cup a Chicago in gara 6, con buona pace dei Triplets e di Stamkos, con quel 1 contro 1 da incubo.

Ma alla fine c’è da chiedere chi è Crawford, Crawford chi?

Crawford Stanley Cup

Guarda è quello laggiù col numero 50, te ne accorgi perché sta sollevando la sua seconda Stanley Cup!

 

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