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Road to NFL Draft: Quarterbacks
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La precisione di Flacco, la grinta di Lewis: Baltimore torna al Super Bowl
Brady guida i Patriots a difendere il titolo della AFC
Il Rose Bowl torna a Palo Alto
Metti un giorno a Londra
La pioggia, il freddo, la solita frenesia dei londinesi anche se è un giorno semifestivo: sembrerebbe un sabato come un altro nella Swinging London, ma stavolta c’è qualcosa di diverso. Il giorno prima della sesta partita della sua International Series, la NFL ha dato appuntamento a tutti a Trafalgar Square, uno dei luoghi simbolo di Londra, da cui l’ammiraglio Nelson domina la città dall’alto della colonna.
Impossibile resistere alla tentazione di fare un salto, nonostante il freddo pungente: se il carrozzone della NFL mette in mostra quello che ha, come un tempo si faceva con le Grandi Esposizioni Universali, bisogna essere presenti. Tutto si svolge al centro della piazza, attorno al complesso con i quattro leoni e la colonna che richiama per stile quella Traiana. C’è lo stand dove fare acquisti, il tendone dove si possono ammirare le memorabilia e il palco con i maxischermi, su cui si alternano presentatori, giocatori, vecchie glorie e filmati a tema. Chi vuole cimentarsi con le fasi di gioco può provare a fare un long snap, un lancio, un calcio o un placcaggio, o addirittura può farsi misurare le velocità di braccio nell’apposito stand.
La prima cosa che si nota è che la gran parte della gente accorsa per la Nfl Rally non sa nemmeno come è fatto un pallone da football; sarà pure che il freddo intirizzisce le mani e rende difficile avere sensibilità sulla palla, ma pur assistendo a diversi lanci nessuno riesce a dargli la benché minima spirale. Poco male, del resto non è il livello tecnico che conta, bensì la partecipazione; in qualche modo però la permanenza a Trafalgar Square lascia quasi l’amaro in bocca, ma è solo perché le aspettative erano probabilmente troppo grandi.
La Nfl Rally è una fan area come tutte le altre, non le manca nulla e non ha niente di diverso dalle altre; se si resta delusi, l’errore sta nell’essersi aspettati qualcosa di più. Un’osservazione critica però si può fare al merchandising in vendita, non per i prezzi quanto piuttosto perché tutto il materiale risulta piuttosto anonimo. Le magliette replica sono splendide, ma tutto il resto dell’abbigliamento non spicca per originalità e inventiva.
Ben altra cosa è recarsi a Wembley domenica per la partita…
La Fan Area sotto lo stadio sembra ben più movimentata di quella del giorno prima, ma dopo aver acquistato il programma ufficiale, anziché tergiversare ulteriormente, si sente il bisogno immediato di entrare a Wembley, tempio di un altro tipo di football ma comunque uno dei luoghi simbolo dello sport mondiale. Non è certo il Wembley tradizionale, quello affascinante di una volta, ma nella sua modernità è probabilmente la sede più adeguata per lo spettacolo della NFL.
Il riscaldamento delle due squadre, per chi non è avvezzo al football dal vivo, è piuttosto interessante: la cosa che più mi colpisce è la linea offensiva che si scalda da sé, quasi per cercare da subito l’amalgama e l’affiatamento che saranno necessari per fare appieno il proprio dovere in campo. Il pubblico partecipa accompagnando l’ingresso dei giocatori con boati e fischi di approvazione, poi da un momento all’altro la calma che regnava all’interno dello stadio lascia spazio a dosi e dosi di adrenalina che scorrono a fiumi.
I Train emozionano con Drops of Jupiter e altri due grandi successi della band californiana (Drive By e Hey, Soul Sister), poi è il momento degli inni e dello spettacolo coreografico sugli spalti: le tribune di Wembley si colorano di bianco, rosso e blu a formare due enormi bandiere che si guardano una davanti all’altra. Da una parte la Union Jack, dall’altra Star Spangled Banner: Stati Uniti e Regno Unito si ritrovano curiosamente di nuovo fianco a fianco, quasi come se il tempo delle colonie di Sua Maestà non fosse mai esistito. Pia Toscano, l’artista venuta alla ribalta grazie ad American Idol, esegue l’inno nazionale americano, poi è il turno del mezzosoprano Katherine Jenkins con God Save The Queen: la forza delle due esecuzioni è trascinanti, le emozioni scorrono forti sulla pelle, e seppure si percepisce nettamente che le presenze inglesi sono la stragrande maggioranza all’interno dello stadio, una volta tanto l’America e il football NFL non sembrano poi così lontani.
Amando lo sport da sempre, non poteva non lasciarsi contagiare anche dagli sport americani, finiti poi per diventare l’argomento della sua tesi di Dottorato («Eccezionale quel baseball! L’origine dell’isolazionismo americano negli sport»). Segue ogni giorno quello che succede negli sport made in USA: li guarda, li studia e ne scrive e ne racconta come può.
SEC Preview: West Division
SEC WEST
La SEC si presenta ai nastri di partenza della stagione 2012 con l’importante novità rappresentata dall’allargamento a 14 squadre: a vent’anni dall’ultima espansione (1992, con l’arrivo di Arkansas e South Carolina), dalla Big 12 sono infatti arrivate Texas A&M e Missouri, due programmi di assoluto rilievo che non faranno che accrescere il valore di una conference capace di vincere sei titoli nazionali nelle ultime sei stagioni di college football. A fare la parte del leone, inevitabilmente, sarà ancora una volta la SEC West, che con Alabama, Auburn e LSU ha guardato dall’alto in basso il resto d’America ben quattro volte negli ultimi cinque anni di football NCAA. Il nuovo schedule della SEC prevede 8 sfide di conference, 6 con le rivali divisionali e 2 contro squadre dell’altra division, con un avversaria “storica” che resta fissa ogni anno e l’altra a rotazione.
LSU
2012 prediction: 13-0 (8-0 SEC)
Cross-division Rival: Florida
Coach Les Miles lo ha detto esplicitamente, per spazzare via i dubbi e cancellare ogni alibi: anche nella sua ottava stagione ad LSU i Tigers punteranno al titolo nazionale. E non potrebbe essere altrimenti, visto che dopo il titolo del 2007 e la fantastica cavalcata dell’anno scorso, interrottasi solo all’atto finale della stagione, LSU torna alla carica con una squadra forse più forte di quella uscita sconfitta il 9 gennaio scorso nel BCS Championship Game di New Orleans contro Alabama.
2011
Già considerata come una delle stagioni più dominanti di sempre, la campagna 2011 di Louisiana State University (13-1, 8-0 SEC) avrebbe potuto essere ricordata come la migliore in assoluto mai disputata nella più che centenaria storia del college football. I Tigers hanno iniziato la regular season annichilendo Oregon, vice campione nazionale 2010, dando avvio ad una striscia di 13 vittorie consecutive culminate nel Championship Game della SEC del 3 dicembre: al Georgia Dome di Atlanta LSU ha superato in rimonta Georgia 42-10, chiudendo in svantaggio 0-10 il primo quarto per poi lasciare a secco i Bulldogs nelle ultime tre frazioni di gioco.
Per i Tigers si è trattato del 14 titolo di conference, l’undicesimo ottenuto nella SEC, il quarto negli ultimi dieci anni e il secondo per coach Miles. Poi però è arrivata la cocente delusione sofferta nella partita per il titolo di New Orleans, in cui sono stati letteralmente soffocati dalla difesa perfetta di Alabama, che ha concesso la miseria di 5 primi down, 92 yards totali e 0 punti sul tabellone. Nella stagione 2011 di Louisiana State rimarranno comunque impresse le due vittorie contro Oregon e Virginia Tech, che a fine stagione avrebbero messo le mani su Rose Bowl e Orange Bowl, e soprattutto la gara di Tuscaloosa del 5 novembre, in cui i Tigers sono andati a vincere in casa dei futuri campioni nazionali di Alabama senza concedere nemmeno un TD.
OFFENSE
Dopo un quadriennio caratterizzato da continui avvicendamenti nello spot di quarterback, al comando dell’attacco dei Tigers c’è finalmente un partente ben definito: il junior Zach Mettenberger, QB dal braccio affidabile e dalle concrete possibilità di avere una carriera NFL di successo, aiuterà l’attacco di LSU ad essere meno sbilanciato sulle corse, rendendolo meno prevedibile e maggiormente in grado di cavarsela anche con difese asfissianti come quella di Alabama. Perso Rueben Randle, i ricevitori preferiti di Mettenberger saranno Odell Bekcham Jr. e Jarvis Landry, due sophomore forti e veloci. Da tenere d’occhio il freshman Avery Johnson, secondo Athlon il 24° miglior ricevitore tra quelli arrivati al college quest’anno: suo fratello, il CB Patrick Peterson, è stato una stella a Baton Rouge prima di approdare nella NFL, dove gioca con gli Arizona Cardinals.
La linea offensiva perde la left guard All-American Will Blackwell, ma vede tornare i tackle Alex Hurst e Chris Faulk con altri due partenti del 2011 (il centro P.J. Lonergan e la guardia Josh Williford). A non far sentire l’assenza di Blackwell ci pensa il rientro della LG Josh Dworaczyk, senior al sesto anno che prima dell’infortunio che lo ha tenuto fuori tutta la stagione scorsa era considerato il miglior bloccatore dei Tigers: l’OL di LSU si preannuncia ancora una volta come dominante.
Il piatto forte dell’offensive coordinator Steve Kragthorpe, comunque, resterà il gioco di corse: nel backfield di LSU manca forse una stella di valore assoluto, ma la presenza di almeno cinque running backs in grado di portare la palla con efficacia assicura una profondità di opzioni che non ha eguali in tutta la FBS. Lo scorso anno Michael Ford e Spencer Ware si sono spartiti il maggior numero di possessi e tornano a Baton Rouge per il loro anno da junior dopo le 1,463 yards e i 15 TD messi a referto complessivamente nel 2011; nel roster dei Tigers però sono confermati anche Alfred Blue (539 yards con una media di 6.9 a portata) e Kenny Hilliard, 190 yards nelle ultime tre partite della sua stagione da true freshman e 336 complessive con 5.4 di media. A loro si deve aggiunge Jeremy Hill, un 4 stelle del recruiting 2011 nativo proprio di Baton Rouge, rimasto fermo ai box lo scorso anno per questioni legali: con la grande varietà e versatilità a disposizione (Ford è il più veloce, Blue il più bravo a trovare gli angoli giusti per aprire la difesa, Ware e Hilliard sono potenti e bravi ad aprire buchi di forza), il gioco di corse di LSU per il 2012 si preannuncia come semplicemente devastante.
DEFENSE
Ad appena tre settimane dalla prima partita della stagione 2012, il cornerback All-American e finalista all’Heisman Trophy Tyrann Mathieu è stato espulso per aver violato il regolamento di squadra (si parla di ripetute positività a controlli antidoping): con Morris Claiborne passato in NFL, la secondaria dei Tigers presenta qualche incognita imprevista, perché se è vero che le safeties Eric Reid e Craig Loston sono comunque di grande affidamento, è pressoché impossibile che Tharold Simon e uno tra Jalen Collins e Jalen Mills possano rimpiazzare adeguatamente Claiborne e Mathieu.
Per i Tigers va decisamente meglio tra gli uomini di linea: i due defensive end, i junior Sam Montgomery e Barkevious Mingo, sono pass rushers di livello NFL, mentre i tackle Anthony “Freak” Johnson e Bennie Logan avranno un cambio prezioso in Ego Ferguson. La lacuna lasciata dalla partenza di Michael Brockers, con questi presupposti, non sembra poi così grave. Più delicato il discorso per i linebackers, reparto che anche nel 2011 rappresentava quello meno affidabile per la squadra di Coach Miles: per ovviare si è lavorato alacremente in fase di reclutamento, da cui ne sono arrivati ben 6 (di cui cinque provenienti dalla Louisiana). Il junior Kevin Minter è l’unico starter a tornare titolare, nel ruolo di middle linebacker: ai suoi lati uno dei due outside LB sarà il freshman Lamar Louis, che ha impressionato positivamente negli allenamenti primaverili.
SCHEDULE
Per tornare alla finale nazionale LSU dovrà passare attraverso uno schedule durissimo: non tanto per le quattro trasferte insidiose (Auburn, Florida, Texas A&M e Arkansas), quanto soprattutto per la partita con Alabama del 3 novembre, che i Tigers potranno però affrontare in casa e soprattutto con una settimana di tempo in più per preparare la partita. Lo scontro con i Crimson Tide deciderà certamente l’esito del titolo della SEC e molto probabilmente anche le due contendenti che si giocheranno il BCS Championship Game del 7 gennaio 2013. Resta comunque da non sottovalutare la battaglia per il Golden Boot con Arkansas: anche quest’anno si giocherà il giorno dopo il Thanksgiving Day (23 novembre), ma stavolta a Fayetteville, dove i Tigers non vanno dal 1992. Meglio per LSU, visto che gli ultimi due viaggi in Arkansas (a Little Rock) si erano tramutati in due sconfitte.
ALABAMA
2012 prediction: 11-1 (7-1 SEC)
Cross-division Rival: Tennessee
Nick Saban lo sa bene: nello sport non c’è niente di più difficile che rivincere. Se questo è vero a tutte le latitudini, figuriamoci quanto può esserlo nel college football, dove se anche trovi una nidiata di fenomeni puoi tenerli all’interno di un programma per un massimo di quattro stagioni sportive. Eppure Saban a rivincere c’è già riuscito, diventando il primo head coach a collezionare tre titoli nazionali nell’era della Bowl Championship Series: dopo il titolo vinto a LSU nel 2003 e quello di Bama del 2009, l’anno scorso è infatti arrivato il bis con i Crimson Tide. Farcela in due anni consecutivi, però, è tutta un’altra storia: negli ultimi 56 anni di football universitario ci è riuscito solo Tom Osborne, a Nebraska (1994 e 1995). È per questo che Alabama sa di essere chiamata a realizzare un’impresa storica.
2011
Grazie ad una difesa prima in tutte le categorie statistiche della FBS, Alabama si è aggiudicata lo scorso anno il suo quattordicesimo titolo nazionale del college football. Lo ha fatto al termine di una stagione esaltante, con una sola sconfitta subita, in casa contro LSU (peraltro giunta all’overtime, in una gara caratterizzata da ben quattro field goal sprecati); la sconfitta di Tuscaloosa del 5 novembre è stata poi “vendicata” a New Orleans, praticamente nella tana del nemico, quando i correttivi apportati da Saban e dall’offensive coordinator Jim McElwain hanno portato i Crimson Tide a schiantare LSU con un umiliante 21-0 che ha consentito a Nick Saban di mettere le mani sul suo terzo pallone di cristallo.
OFFENSE
Con McElwain passato a fare l’head coach a Colorado State, come nuovo offensive coordinator è arrivato Doug Nussmeier, che nelle ultime tre stagioni ha ricoperto lo stesso ruolo a Washington, dove si occupava anche di allenare i quarterbacks. Il suo attacco spread dovrebbe permettere al QB AJ McCarron di compiere il definitivo salto di qualità e confermare le qualità mostrate nel 2011 soprattutto in occasione del BCS Championship Game dello scorso 9 gennaio.
Partito Trent Richardson, terza scelta assoluta del draft 2012, il gioco di corse ricadrà sulle spalle del RB Eddie Lacy: se anche è impossibile che sia all’altezza del suo illustre predecessore, lo scorso anno Lacy ha comunque collezionato buone cifre come riserva di Richardson (674 yards, 7.1 a portata, 7 TD). Una delle alternative per muovere la catena correndo sarà Jalston Fowler, 7.1 di media con 70 portate nelle ultime due stagioni. Obbligatorio tenere d’occhio il freshman T.J. Yeldon, un 5 stelle appena reclutato che ha impressionato allo Spring Game con 179 yards complessive (88 su corsa e 91 in ricezione). Esplosivo e veloce, Yeldon ha grande talento ed è pronto da subito, ma soprattutto ha grandi margini di miglioramento: Alabama potrebbe aver trovato un altro grande running back.
Persi i quattro principali ricevitori della scorsa stagione, a raccogliere i lanci di AJ McCarron ci penseranno soprattutto Kenny Bell, Christion Jones e Kevin Norwood, che nella finale nazionale contro LSU ha già messo in mostra il suo valore con 79 yards in 4 ricezioni, di cui una, bellissima, addirittura contro Tyrann Mathieu.
Il punto forte dell’attacco di Alabama, ad ogni modo, resterà la strepitosa linea offensiva, che anche per il 2012 si preannuncia come una delle migliori in tutta la nazione. Il centro William Vlachos non ci sarà, ma gli altri quattro partenti sono tutti tornati a Tuscaloosa, a partire dalle due guardie: i veterani Anthony Steen e Chance Warmack disputeranno regolarmente il loro anno da senior. Il right tackle sarà l’affidabile junior D.J. Fluker, che nel 2011 non ha saltato nemmeno un incontro, mentre il senior Barrett Jones, che lo scorso anno è stato eletto nella prima squadra offensiva della SEC come left tackle, passerà a giocare come centro per via della sua grande versatilità: il suo posto sarà preso da Cyrus Kouandjio, un sophomore di altissimo profilo reclutato nel 2011 e rimasto fermo lo scorso anno a causa di un problema ad un ginocchio.
DEFENSE
Le noti dolenti per i Crimson Tide arrivano in difesa, dove sono rimasti solo quattro titolari della vittoriosa campagna 2011: i cinque grande artefici della difesa che lo scorso anno ha stritolato LSU nella finale per il titolo (Chapman, Upshaw, Hightower, Kirkpatrick e Barron) sono andati nella NFL, tutti al primo giro ad eccezione di Josh Chapman, finito al quinto. Chapman lo scorso anno agiva da nose guard nella 3-4 di partenza (anche se in realtà Alabama ha giocato prevalentemente con la 4-3): al suo posto dovrebbe agire il tackle senior Jesse Williams, uno dei partenti del 2011 insieme al defensive end Damion Square.
Tra i linebackers Trey DePriest proverà a non far rimpiangere Dont’a Hightower, mentre Nico Johnson torna come middle linebacker titolare. C.J. Mosley dovrebbe partire come riserva di Johnson ma potrebbe essere promosso al suo fianco per pattugliare la zona centrale del campo.
La secondaria è quella che rischia di risentire maggiormente delle assenze: il solo starter a rientrare è la free safety Robert Lester, senior, 10 intercetti nelle ultime due stagioni. Per ovviare al problema Bama si è data da fare in fase di reclutamento, da cui sono arrivati 4 defensive backs: Dee Milliner sarà uno dei cornerbacks, mentre per l’altro spot ci sarà spazio per uno dei due junior arrivati dai junior college, Deion Belue e Travell Dixon, oppure per l’altro junior John Fulton. La safety che affiancherà Lester dovrebbe essere Vinnie Sunseri, sophomore visto l’anno scorso negli Special Team.
SCHEDULE
Calendario abbordabile per essere una squadra della SEC: lo schedule casalingo è piuttosto facile, visto che a parte Auburn, che andrà a Tuscaloosa per il sentitissimo Iron Bowl, le altre sei squadre che faranno visita al Bryant-Denny Staidum hanno ottenuto nel 2011 un record complessivo di 25 vinte e 48 perse, troppo poco per impensierire la corazzata di Nick Saban. Le insidie arrivano in trasferta o in campo neutro, ad esempio nel suggestivo esordio con Michigan al Cowboys Stadium (1° settembre): per Alabama sarà la prima sfida di sempre in regular season contro il programma più vincente di tutto il college football (gli unici tre precedenti con Michigan sono arrivati tutti nei bowls). In week 3 la prima partita della SEC e il primo banco di prova per testare le ambizioni dei Crimson Tide: la trasferta ad Arkansas dagli Hogs. Poi tutte le attenzioni saranno rivolte allo scontro con LSU del 3 novembre, stavolta a Baton Rouge: è lì che si deciderà il destino della SEC West e quello legato alla voglia di (ri)vincere di Saban e dei suoi.
ARKANSAS
2012 prediction: 9-3 (5-3 SEC)
Cross-division Rival: South Carolina (dal 2014 Missouri)
Per un Petrino che va, un altro ne arriva (o meglio ritorna). Arkansas si presenta alla stagione 2012 con diverse novità: dopo quattro stagioni l’head coach Bobby Petrino è stato rimpiazzato da John L. Smith, che ai Razorbacks aveva allenato gli special team dal 2009 al 2011 prima di accettare il trasferimento a Weber State per fare il capo allenatore nella sua alma mater. Poi però Petrino è stato travolto da uno scandalo, e Smith è tornato a Fayetteville a fare l’head coach: l’allontanamento di Bobby Petrino infatti è avvenuto per motivi che hanno ben poco di sportivo. In seguito ad un incidente in moto avvenuto in primavera, è venuta alla luce la sua scabrosa relazione con una ex giocatrice di pallavolo di Arkansas, Jessica Dorrell (25), che era in moto con Petrino quando è avvenuto l’incidente e che il coach (sposato con 4 figli) aveva persino pensato bene di far assumere all’ateneo, seguendo procedure non del tutto cristalline.
Succedendo a Petrino come head coach, Smith ha chiuso in qualche modo il cerchio che si era aperto quando lo stesso Petrino gli era succeduto come capo allenatore a Louisville, nel 2003. Proprio a Louisville Smith ha vissuto il suo periodo migliore da head coach, guidando i Cardinals dal 1998 al 2002 a cinque stagioni vincenti consecutive. L’altro Petrino, Paul, ritorna in Arkansas come offensive coordinator dei Razorbacks: era andato via per uscire dal cono d’ombra del fratello, sotto cui aveva lavorato nel 2009 ma senza chiamare gli schemi. Ora che il cono d’ombra non c’è più, spetterà a lui chiamare i giochi dalla sideline.
2011
Molto buono sul piano sportivo, letteralmente funesto per le vicende extra campo: è stato così il 2011 dei Razorbacks. Il record sportivo parla chiaro (11-2), con le uniche due sconfitte arrivate solo contro Alabama e LSU, peraltro in trasferta, e la bella vittoria 29-16 nel Cotton Bowl contro Kansas State che è valsa agli Hogs il 6° posto finale nel ranking nazionale (Arkansas era salita fino al numero 3 prima di perdere il Golden Boot a Baton Rouge nell’ultima di regular season). Di contro, fuori dal terreno di gioco è andato come peggio non si potrebbe: ad agosto il grave infortunio alla caviglia sinistra che ha tenuto fuori per tutta la stagione il RB titolare Knile Davis, a novembre la tragica scomparsa del giovane TE Garrett Uekman (19 anni), trovato morto nella sua stanza per una cardiomiopatia riscontrata solo durante l’autopsia, infine (anche se è della primavera di quest’anno) lo scandalo che ha travolto Petrino.
OFFENSE
Nelle due stagioni lontano da Fayetteville, l’offensive coordinator Paul Petrino ha fatto un lavoro egregio ad Illinois, contribuendo alla crescita che ha portato il wide receiver A.J. Jenkins al primo giro del draft NFL. Qui ha la fortuna di ritrovare il QB Tyler Wilson, che dopo alcuni tentennamenti ha deciso di tornare per il suo anno da senior: Wilson è stato eletto nell’All-SEC 1st team offense per il 2011, un onore che non era mai toccato a nessun QB degli Hogs. Wilson ha impressionato positivamente negli scrimmages primaverili, lasciando intendere di essere pronto per una stagione persino migliore dell’ottimo 2011. Nel backfield ci sarà il fondamentale rientro di Knyle Davis: nel 2010 aveva fatto sfracelli nel suo anno da sophomore (1,322 yards, 6.5 a portata, 13 TD, ma 1,028 yards e 12 segnature erano arrivate nelle devastanti ultime sette partite), poi un anno di stop forzato per la grave frattura della caviglia sinistra (dopo che prima all’high school e poi ai primi allenamenti primaverili del 2009 aveva rimediato due fratture alla caviglia destra).
Per forza, velocità, capacita di leggere i blocchi e di girare l’angolo, in tutta la nazione sono pochi i running backs che possono tenergli testa: considerando che ha potenzialmente altri due anni di college football davanti, Davis ha davvero dei margini di miglioramento importanti. A concedergli un po’ di respiro saranno Ronnie Wingo e soprattutto Dennis Johnson, rispettivamente 458 e 670 yards nel 2011: Johnson ha avuto anche tre partite sopra le 100 yards, dimostrando di essere un cambio di valore. Il suo forte però sono i ritorni da kickoff: in carriera ha già tre TDs all’attivo in questo fondamentale, oltre a detenere il record di ateneo con 2,475 yards corse su ritorno da kickoff, che ne fanno attualmente il Razorback con più yards all-purpose (4,104) tra i giocatori attivi, il quarto nella storia degli Hogs.
Partiti i due principali bersagli di Wilson, Jarius Wright e Joe Adams, l’opzione primaria per il gioco di passaggi diventerà il senior WR Cobi Hamilton, mentre l’altro spot dovrebbe andare al sophomore Marquel Wade, che giocherà anche come punt returner: l’anno scorso da freshman ha riportato in touchdown un kickoff e si è auto-soprannominato Joe Adams “Mini-Me”, come il personaggio di Austin Powers (Adams, ex wide receiver dei Razorbacks passato ai Panthers al draft NFL di quest’anno, ha segnato 4 touchdown su ritorni da punt nel suo ultimo anno ad Arkansas).
La linea offensiva garantisce un certo affidamento, visto che oltre al perno della linea, il centro Travis Swanson, torneranno anche il left tackle Jason Peacock e la right guard Alvin Bailey.
DEFENSE
Dopo le pessime prestazioni difensive del 2011 (la difesa dei Razorbacks è stata la nona nella SEC), il defensive coordinator Willy Robinson ha rassegnato le dimissioni: al suo posto ci sarà Paul Haynes, che arriva in Arkansas dopo sette stagioni passate ad Ohio State dove nel 2011 è stato co-defensive coordinator e allenatore delle safeties. A Fayetteville Haynes allenerà i cornerbacks, oltre ad occuparsi del reclutamento. In tackle la rotazione degli Hogs è piuttosto profonda, con cinque veterani guidati dal junior Byron Jones, uno dei 6 returning starters della difesa di Arkansas. Anche i defensive ends permettono rotazioni ampie e sicure, con Chris Smith, Trey Flowers, Colton Miles-Nash e Austin Flynn a contendersi i due estremi della 4-3: Flynn soprattutto dovrebbe trovare ampio spazio, vista l’ottima impressione destata nei primi allenamenti dallo scapigliato californiano arrivato da un junior college. L’affidabilità dei defensive ends ha permesso ad Haynes di provare uno spostamento che potrebbe rivelarsi decisivo per la stagione dei Razorbacks: il miglior DE a roster, il senior Tenarius “Tank” Wright, giocherà probabilmente come middle linebacker insieme ad Alonzo Highsmith, anch’egli senior, formando una coppia capace di dominare sia sulle azioni di corsa che sui giochi di passaggio. L’opzione primaria come outside linebacker da dirottare sul lato forte dell’attacco sarà invece l’altro senior Matt Marshall.
Tra i defensive backs ci sono tanti giovani dietro i titolari: le safeties saranno Ross Rasner e Eric Bennett (3 intercetti nel 2011), mentre gli slot di cornerback dovrebbero essere occupati dal sophomore Tevin Mitchel e dal senior Darius Winston. Mitchel ha ben impressionato nel suo anno da freshman, mentre Winston è all’ultimo anno di una carriera universitaria iniziata con le 5 stelle del reclutamento, senza però mai tenere fede alle aspettative: per lui è una vera e propria ultima chiamata.
SCHEDULE
Il calendario di Arkansas è buono, considerando anche che riceverà le super corazzate Alabama e LSU in casa. Lo scontro con Bama, in Week 3, dirà già molto sulle ambizioni dei Razorbacks: i ragazzi di Coach Smith ci arriveranno dopo due partite agevoli che saranno l’ideale per preparare la grande sfida del 15 settembre. Contro Alabama c’è da spezzare una striscia di 5 sconfitte consecutive, per un bilancio di 7 vinte e 15 perse nel totale delle 22 partite fin qui disputate contro i Crimson Tide. La trasferta più insidiosa per Arkansas è quella di South Carolina, il 10 novembre: sarà la penultima sfida con la vecchia cross-division rival, cui dal 2014 subentrerà Missouri. Prima di quella data però gli Hogs usciranno dallo stato solo due volte, contro Texas A&M e Auburn in Week 5 e 6. Dalla partita di Columbia, però, la strada si fa in salita, con la trasferta a Mississippi State prima dell’ultima sfida di regular season, la battaglia per il Golden Boot con LSU, che anche quest’anno andrà in onda il giorno dopo il Ringraziamento.
AUBURN
2012 prediction: 7-5 (4-4 SEC)
Cross-division Rival: Georgia
Dopo i fasti del 2010, per Auburn sembra ancora lontano il tempo di poter tornare ad essere un fattore nella SEC West: tuttavia l’head coach Gene Chizik, giunto al quarto anno alla guida dei Tigers, sta gettando le basi per riportare Auburn ai prestigiosi palcoscenici calcati nella stagione di due anni fa, lavorando alacremente soprattutto in fase di reclutamento.
2011
Una stagione da 8-5, dopo che l’anno prima si è vinto il titolo nazionale con un sontuoso 14-0, potrebbe sembrare un risultato vicino al fallimento. Invece i Tigers “orfani” di Cam Newton non hanno fatto malissimo nel 2011, considerando che le cinque sconfitte sono arrivate contro squadre nettamente superiori ad Auburn: quattro in trasferta, con i futuri campioni della ACC (Clemson), Arkansas, la corazzata LSU e Georgia, una sola in casa contro i futuri campioni nazionali di Alabama. Vincendo il Chick-Fil-A-Bowl contro Virginia (42-24), Auburn ha poi centrato il quinto bowl vinto negli ultimi cinque giocati, la striscia più lunga di tutta la nazione con quella di Rutgers e Mississippi State.
OFFENSE
Non è stato facile per coach Chizik trovare un offensive coordinator capace di rimpiazzare Gus Malzahn, passato a fare l’head coach ad Arkansas State. La scelta alla fine è andata su Scot Loeffler, offensive coordinator e coach dei quarterbacks lo scorso anno a Temple dopo aver allenato i QB anche a Florida, Michigan e nella NFL con i Detroit Lions. Con Loeffler Auburn giocherà un attacco pro-style, con più passaggi e più corse dei RB e meno portate del quarterback: in un sistema simile, dovrebbe paradossalmente trovarsi meglio anche Kiehl Frazier, il QB al secondo anno che invece era stato reclutato personalmente da Malzahn per giocare la sua wildcat formation.
A giovare di un attacco più bilanciato saranno senz’altro i bersagli di Frazier: il tight end Philip Lutzenkirchen, dotato di grande talento e destinato ad essere uno dei top TE del prossimo draft NFL, nelle sue prime tre stagioni è stato chiamato in causa prevalentemente quando c’era da arrivare in endzone (dei 44 passaggi che ha ricevuto tra 2009 e 2011, ben 14 si sono trasformati in TD), ma nel suo anno da senior sarà certamente più coinvolto. Lo stesso accadrà per il wide receiver Emory Blake, 36 ricezioni con l’ottima media di 17.0 yards per passaggio nel 2011: il numero delle sue ricezioni è destinato ad aumentare sensibilmente.
Perso Michael Dyer, sopra le 1,000 yards sia nel 2010 che nel 2011, il running back titolare sarà il senior Onterio McCalebb, che alternerà le portate con Tre Mason e il freshman Javon Robinson. La linea offensiva ha ben 16 giocatori a roster, frutto di un ampio lavoro di reclutamento fatto nel 2011 e nel 2012, ma solo quattro di essi hanno almeno due anni di esperienza: tra questi la left guard John Sullen, senior, mentre gli altri due titolari della linea che tornano per il 2012 sono il centro Reese Dismukes e il right tackle Chad Slade, sophomore.
DEFENSE
Il nuovo defensive coordinator dei Tigers, Brian VanGorder, torna nella SEC dopo l’esperienza di Georgia (2001-2004) e dopo aver passato le ultime quattro stagioni nella NFL con i Falcons: succede a Ted Roof, passato a ricoprire uguale incarico a Penn State dopo la pessima prestazione difensiva di Auburn del 2011 (penultima nella SEC). I nove returner starters avranno dalla loro un anno in più di esperienza, a cominciare dai due leader della linea di difesa, gli ends Corey Lemonier e Nosa Eguae, entrambi junior. Tra i linebackers, dove potrebbero esserci problemi di rotazione in caso di infortuni, perché il roster non è profondissimo, ci si aspetta la leadership tecnica ed emotiva del junior Jake Holland, uno dei veterani dei Tigers insieme ai due senior Jonathan Evans e Daren Bates, con il redshirt freshman Kris Frost che se non da subito troverà comunque spazio nel corso della stagione come outside linebacker. Tra i defensive backs l’incognita sta nelle condizioni di T’Sharvan Bell, il senior al quinto da Kissimme (Florida). Bell è reduce da un’operazione al ginocchio, ma dovrebbe essere pronto per la prima partita della stagione (1° settembre): servirà la sua esperienza per guidare la giovane secondaria dei Tigers.
SCHEDULE
L’opener di Atlanta con Clemson, campione ACC del 2011, fornirà subito indicazioni sulla stagione dei Tigers. In Week 2 la prima partita della SEC, a Mississippi State, poi un impegno agevole (UL Monroe in casa) prima dell’improba trasferta a Baton Rouge con LSU che darà avvio ad una striscia di cinque partite di conference in fila per i Tigers. Il 24 novembre l’ultima gara di regular season prevede la visita a Tuscaloosa, per la consueta e sentitissima sfida con Alabama, ma difficilmente Auburn potrà far suo l’Iron Bowl 2012.
TEXAS A&M
2012 prediction 7-5 (3-5 SEC)
Cross-division Rival: Missouri (dal 2014 South Carolina)
Se bastasse l’entusiasmo, il titolo della SEC potrebbe tranquillamente già prendere la via del Texas. Pur dopo una stagione insoddisfacente (7-6), che ha portato al cambio dell’intero coaching staff, gli abbonamenti stagionali alle partite casalinghe di Texas A&M hanno avuto il sold out più veloce della storia: il merito, ovviamente, va al trasferimento nella regina delle conference, la SEC, dove gli Aggies sperano di poter recitare presto un ruolo da protagonisti. Il deludente 2011 ha causato l’allontanamento dopo quattro stagioni dell’head coach Mike Sherman, che ha chiuso la sua esperienza in Texas subito dopo la regular season con un modesto 25-25 complessivo: al suo posto nel bowl ha coachato il defensive coordinator Tim DeRuyter, ma per il 2012 è stato chiamato Kevin Sumlin, reduce dalla strepitosa stagione trascorsa a Houston, in cui ha portato i Cougars ad un record di 13-1, con l’unica sconfitta arrivata nella finale della C-Usa prima del Ticket City Bowl vinto contro Penn State. Quello di Sumlin è un ritorno a Texas A&M: era stato assistant coach nel 2001 e nel 2002, sotto coach Slocum. Per Sumlin e gli Aggies, comunque, non sarà un percorso facile: Texas non batte una squadra della SEC dal 1995…
2011
Il 2011 di Texas A&M, piuttosto insoddisfacente dopo il buon 9-4 del 2010, ha evidenziato soprattutto la mancanza di cattiveria necessaria a chiudere le partite, ossia quello che in gergo viene definito “killer istinct”: delle sei sconfitte rimediate, ben cinque sono arrivate in partite in cui gli Aggies erano al comando con un vantaggio in doppia cifra. La delusione più grande è arrivata nell’ultima settimana di regular season, il 24 novembre, nella gara che probabilmente ha chiuso la ultracentenaria rivalità con Texas: avanti prima 13-0 e poi 25-24 ad appena 108 secondi dalla fine del 4° quarto, gli Aggies sono usciti sconfitti dal campo per un field goal arrivato all’ultimo secondo. Texas A&M ha così perso la sfida numero 118 con Texas, l’ultima giocata in Big 12, con l’aggravante di non sapere se e quando il calendario proporrà di nuovo di fronte le due rivali statali, visto il trasferimento degli Aggies nella SEC.
La vittoria nel Meineke Car Care Bowl, 33-22 contro Nortwestern, non è bastata a riabilitare la stagione né a dare concreti motivi di soddisfazione al dodicesimo uomo di Texas A&M, da sempre una delle tifoserie più calde e appassionate di tutto il college football.
OFFENSE
In assenza di un offensive coordinator (era sempre Sherman a chiamare gli schemi), Sumlin ha pensato bene di portare con sé Kliff Kingsbury, che a Houston era co-offensive coordinator e allenatore dei QB. Kingsbury detiene praticamente tutti i record da QB di Texas Tech, dove sotto coach Mike Leach ha imparato l’attacco “Air Raid”, di cui oggi propone una nuova variante. La perdita di Tannehill, primo quarterback Aggie a finire al primo giro del draft NFL, lascia un vuoto difficile da colmare per Texas: il sophomore Jameill Showers è favorito per partire titolare nell’opener stagionale, ma deve guardarsi dalla concorrenza del redshirt freshman Johnny Manziel.
Pur fedele ad un attacco spread, in cui vengono privilegiati maggiormente i lanci, Kingsbury ha detto esplicitamente che con gli Aggies proporrà il giusto bilanciamento tra corse e passaggi, anche in base a ciò che concederanno gli avversari. L’efficacia dei giochi di corsa dipenderà soprattutto dalle condizioni di salute del senior Christine Michael: se sta bene può essere devastante, ma nelle ultime due stagioni ha sempre dovuto saltare almeno tre partite per problemi fisici, dunque il suo impiego a tempo pieno resta un’incognita.
Il nuovo attacco spread favorirà senz’altro i ricevitori, i senior Ryan Swope e Uzoma Nwachukwu: se già le cifre nel 2011 erano ragguardevoli (soprattutto per Swope, che ha collezionato 89 ricezioni per 1,207 yards e 11 touchdowns), quelle del 2012 sembrano destinate a lievitare. Un occhio di riguardo per il WR Mike Evans: ha iniziato a giocare a football solo all’ultimo anno di high school, ma è un redshirt freshman di grande talento che potrebbe deflagrare come vera e propria stella.
La linea offensiva è una delle più forti mai schierate da Texas A&M: le stelle sono i tackle Jake Matthews e Luke Joeckel, legittimo candidato ad essere eletto All-American. Il centro è l’affidabile senior Patrick Lewis: l’incognita per l’OL sta solo nella scarsa profondità delle rotazioni.
DEFENSE
Dopo aver allenato ad interim nel bowl, il defensive coordinator Tim DeRuyter è passato a fare il capo allenatore a Fresno State: in Texas è arrivato Mark Snyder, defensive coordinator a South Florida nelle ultime due stagioni dopo cinque anni da head coach a Marshall (2005-2009). La difesa degli Aggies nel 2011 è stata prima in tutta la nazione per sacks messi a segno, ben 51 in 13 partite, ma quest’anno vedrà tornare solo quattro titolari. Due sono i defensive end della nuova 4-3, il senior Spencer Nealy e il junior Damontre Moore, che nel suo secondo anno è stato devastante (8.5 sacks e 17.5 tackles con perdita di yards): se confermerà i suoi progressi potrà legittimamente aspirare ad essere una star. Più problematica la situazione nella posizione di tackle, dove mancano giocatori esperti ad eccezione del senior al quinto anno Jonathan Mathis, che però torna dopo un infortunio che lo ha tenuto praticamente fermo nel 2011 (ha giocato solo tre partite in quello che doveva essere il suo ultimo anno di college, poi ha ottenuto un medical redshirt).
I linebackers sono di grande affidamento, visto che tornano per il loro anno da senior sia l’OLB Sean Porter (9.5 sacks lo scorso anno) che il MLB Jonathan Stewart (98 tackle nel 2011): insieme sono letteralmente dominanti. Dietro l’altro outside linebacker Steven Jenkins, senior in grande evidenza negli allenamenti di primavera, manca però l’adeguata profondità per assicurare le giuste rotazioni in caso di necessità.
La vera incognita della difesa di Texas A&M resta comunque la secondaria, in cui tra i possibili partenti ci saranno probabilmente tre sophomores. La mancanza di esperienza sarà sopperita dal maggiore atletismo dei cornerbacks Deshazor Everett e Floyd Raven (del resto lo scorso anno gli Aggies hanno concesso ben 276.3 yds di passaggio a partita, ottava difesa in Big 12: fare meglio non è impossibile). Come free safety dovrebbe agire il senior Steven Campbell, le cui condizioni fisiche restano però un’incognita (ha giocato solo nove partite nel 2010 e appena sei nel suo anno da junior).
SCHEDULE
Il calendario degli Aggies avrà un avvio favorevole, con l’opener contro Louisiana Tech, poi arriveranno al Kyle Field le prime due avversarie della SEC: in Week 2 Florida, poi Arkansas. La sfida con i Gators non va in scena addirittura dal Sun Bowl del 1977 (vittoria 37-14 per Texas A&M): l’esito della sfida con Florida sarà subito un banco di prova importante per saggiare le ambizioni degli Aggies. Lo schedule si complica drasticamente dopo il riposo: LSU in casa e poi un trittico esterno ad Auburn, Mississippi State e Alabama, prima di chiudere di fronte al dodicesimo uomo con Sam Houston State e con i “vecchi” rivali di Big 12, i Tigers di Missouri approdati nella SEC East. Quella con Mizzou sarà l’ultima sfida della rivalry: dal 2014 la rivale cross-divisionale di Texas A&M sarà South Carolina.
MISSISSIPI STATE
2012 prediction 6-6 (2-6 SEC)
Cross-division Rival: Kentucky
Sotto la guida di Dan Mullen, giunto alla quarta stagione come capo allenatore dei Bulldogs, Mississippi State ha compiuto progressi innegabili, ma la vita nella SEC continua ad essere difficile. Con Mullen head coach MSU è 3-12 contro le squadre della SEC West, anche se le vittorie sono arrivate tutte contro gli arcirivali di Ole Miss: la striscia attiva di tre vittorie nell’EGG Bowl è la più lunga da quando i Bulldogs riuscirono ad imporsi quattro volte di fila tra il 1939 e il 1942. Anche i 103 punti messi a segno nelle tre vittorie sono un risultato rilevante: per trovare un attacco più prolifico bisogna tornare indietro nel tempo a quando MSU ne mise a referto 111 nell’arco di tre partite vinte tra il 1916 e il 1918.
Per il ritrovato dominio nell’Egg Bowl, e per la prima vittoria back-to-back nei bowl games di fine anno dal 1999-2000, i tifosi venerano coach Dan Mullen. L’obiettivo realistico per il 2012 resta comunque quello di arrivare ad uno dei bowl minori.
2011
Male contro le squadre della SEC (2-6, vittorie solo contro Kentucky e Ole Miss), meglio nelle gare non di conference (ma con uno schedule molto agevole): la stagione 2011 però si è chiusa in crescendo, prima con il sonoro 31-3 nell’Egg Bowl ai rivali statali, all’ultima di stagione regolare, poi con il Music City Bowl, in cui Mississippi State ha battuto Wake Forest 23 a 17 centrando il secondo bowl consecutivo dopo il Gator Bowl del 2010 e la quinta vittoria negli ultimi cinque bowl giocati, la striscia attiva più lunga della nazione insieme a Rutgers e Auburn.
OFFENSE
Lo spot di running back titolare lasciato libero da Vick Ballard, passato in NFL ai Colts, sarà riempito dal junior LaDarius Perkins, 5.3 yards a portata nelle due stagioni come backup RB; Perkins dovrebbe vedere aumentare anche le sue ricezioni, solo 13 (per 59 yards) nel 2011. Per il fatturato dell’attacco sarà decisivo il salto di qualità che ci si aspetta dal quarterback Tyler Russell, junior al quarto anno. La batteria dei ricevitori a disposizione di Russell è affidabile e profonda: a roster ci sono i quattro WR reclutati da Mullen al suo arrivo, i senior Chad Bumphis, Arceto Clark, Chris Smith e Brandon Heavens, oltre al redshirt freshman Joe Morrow che ha mostrato di avere un enorme potenziale a disposizione. Il tallone d’Achille dell’attacco dei Bulldogs resta la linea offensiva, in cui spicca solo la left guard Gabe Jackson (junior).
DEFENSE
Il perno della linea difensiva, caratterizzata da una buona profondità, sarà il senior Josh Boyd, defensive tackle che potrà finalmente mostrare il suo valore dopo essere stato “oscurato” dalla presenza di Fletcher Cox, passato in NFL con un anno di anticipo (lo hanno scelto gli Eagles). Come defensive end tornerà Kaleb Eulls, sophomore, mentre l’altro sarà Denico Autry, junior college All-American lo scorso anno a East Mississippi. Il leader della difesa resta comunque il weak-side linebacker Cam Lawrence, senior, con il junior Deontae Skinner che giocherà invece dal lato forte. Tra i defensive backs cerca gloria il CB Johnthan Banks: con 12 intercetti realizzati con la maglia dei Bulldogs, può andare a caccia del record di ateneo (16).
SCHEDULE
Inizio agevole, finale drasticamente in salita: nelle prime sette partite ha solo due trasferte, peraltro con match abbordabili (Troy e Kentucky), poi le cose si complicano sensibilmente. Contro i Crimson Tide (Week 9, 27 ottobre) avrà inizio una striscia durissima che vedrà anche la trasferta a LSU oltre alle due sfide casalinghe con Texas A&M e Arkansas, prima di andare ad Oxford per l’Egg bowl di fine stagione con Ole Miss.
OLE MISS
2012 prediction 4-8 (1-7 SEC)
Cross-division Rival: Vanderbilt
Difficilmente il nuovo cambio di head coach ad Ole Miss (il terzo dalla postseason 2004) produrrà gli stessi risultati di quello che aveva portato Houston Nutt a guidare i Rebels dalla stagione 2008: con Nutt erano arrivate due convincenti vittorie nel Cotton Bowl (2008 e 2009), ma la situazione di Ole Miss al suo arrivo era ben diversa da quella di oggi. Nonostante il credito guadagnato con i due bowls vinti, Nutt è stato comunque allontanato al termine della stagione 2011 dopo un disastroso 2-10, con uno 0-8 nella SEC che ha portato a 14 le sconfitte consecutive contro le rivali di conference. A guidare Ole Miss è stato chiamato Hugh Freeze, in passato già nel coaching staff dei Rebels, che in una sola stagione da capo allenatore ad Arkansas State ha portato i Red Wolves alla prima stagione da 10 vittorie dal lontano 1986, impreziosita dal 1° titolo della Sun Belt.
2011
Peggior difesa e secondo peggior attacco della SEC: basterebbe questo a fotografare la pessima stagione disputata dai Rebels nel 2011. Le uniche due vittorie sono arrivate con Southern Illinois in casa e con Fresno State in trasferta, prima di una striscia aperta di sette sconfitte consecutive culminate nell’umiliante 3-31 sofferto nell’Egg Bowl con i rivali di Mississippi State. Peggio, francamente, proprio non si poteva.
OFFENSE
Nel nuovo staff di coach Freeze non è stato confermato l’offensive coordinator David Lee, rimpiazzato da Matt Luke e Dan Werner. Luke è un prodotto di Ole Miss piuttosto giovane (2000): si occuperà principalmente della linea offensiva, come ha fatto nelle ultime quattro stagioni a Duke. Anche quello di Werner è un ritorno: aveva lavorato nello staff offensivo dei Rebels nel 2006 e nel 2007, a stretto contatto proprio con Freeze, che all’epoca si occupava dei tight ends e del reclutamento. La situazione del QB è piuttosto incerta: a partire dovrebbe essere il sophomore Bo Wallace, arrivato da East Mississippi con cui ha vinto il titolo nazionale junior college nel 2011. Freeze lo conosce bene perché Wallace ha passato un anno di redshirt ad Arkansas State quando Freeze era offensive coordinator; l’alternativa a Wallace è il junior Barry Brunetti, uno dei tre partenti del 2011. Il running back titolare sarà il junior Jeff Scott, 529 yards su corsa per 6 TDs nel suo anno da sophomore. Il wide receiver più affidabile per l’attacco up-tempo di coach Freeze sarà Donte Moncrief, che nel suo primo anno ha guidato la batteria di ricevitori in ricezioni (31, record per un freshman di Ole Miss), yards (454) e touchdowns (4). Negli scrimmages di primavera si è messo bene in luce anche l’altro WR Ja-Mes Logan, junior.
Piena di incertezze la linea offensiva, in cui l’unico returning starter sarà il junior Evan Swindall, passato a giocare centro nel corso della stagione scorsa: per Matt Luke ci sarà parecchio lavoro da fare.
DEFENSE
Il defensive coordinator Tyrone Nix non è stato confermato: al suo posto ci saranno Wesley McGriff, che nel 2011 ha allenato i cornerbacks a Vanderbilt dopo 4 stagioni a Miami (Fla), e Dave Wommack, che coach Freeze ha voluto portare con sé dopo averlo avuto l’anno scorso ad Arkansas State. Nella linea della 4-3 gli unici partenti che ritornano sono i tackles Uriah Grant (senior) e Bryon Bennett (sophomore). L’anno scorso Ole Miss ha messo a segno solo 13 sacks: per quest’anno ci si aspetta maggiore pressione sui quarterbacks avversari dai defensive ends, soprattutto dal sophomore C.J. Johnson, un top recruit del 2010 che ha ben impressionato in primavera. Tra i linebackers tornano sia il leader per numero di tackle effettuati Mike Marry, junior, che il sophomore Serderius Bryant, eletto nel 2011 nella All-SEC team dei freshmen. La secondaria si affida al junior Charles Sawyer, safety, che nel 2011 ha guidato i Rebels per intercetti (4) e passaggi difesi (9), mettendo a referto anche 70 tackles. Il redshirt freshman Denzel Nkemdiche non partirà titolare, ma è fisico e veloce e potrebbe trovare spazio sia come safety che come weak-side linebacker.
SCHEDULE
I Rebels dovranno approfittare di un avvio di calendario piuttosto agevole per mettere in cascina delle W, perché dopo la cosa potrebbe farsi complicata: con Central Arkansas e UTEP in casa e nella trasferta di Tulane dovranno arrivare tre successi prima di andare ad Alabama per aprire il calendario delle sfide di conference, contro cui Ole Miss è 0-14 negli ultimi quattordici incontri. Fari puntati sull’Egg Bowl con i rivali statali di Mississipi State, tradizionalmente collocato nel weekend del Ringraziamento per l’ultima di regular season: già spezzare la striscia aperta di 3 sconfitte sarebbe un buon risultato per aprire l’era di coach Freeze alla guida dei Rebels.
Amando lo sport da sempre, non poteva non lasciarsi contagiare anche dagli sport americani, finiti poi per diventare l’argomento della sua tesi di Dottorato («Eccezionale quel baseball! L’origine dell’isolazionismo americano negli sport»). Segue ogni giorno quello che succede negli sport made in USA: li guarda, li studia e ne scrive e ne racconta come può.