Signore e signori, sipario. Il sipario si chiude su una serie splendida, chiusa 4-1 dagli Heat ai danni di una squadra con un cuore immenso, che ha combattuto fino all’ultimo tutte e 5 le gare giocate, e che certamente non merita lo scarto che il campo ha decretato.

Vedere Boston, senza Rondo, e senza gli O’Neal lottare tutta la gara per poi arrendersi solo negli ultimi secondi non è cosa da poco. Non è cosa da poco però vedere un Wade immarcabile e poetico in mezzo al campo e un James, silente o quasi per 35 minuti, che vince la partita segnando 10 punti in fila di indubbia onnipotenza cestistica.

L’euforia a fine gara dei big three di Miami è tanta, forse eccessiva, forse è l’euforia di credeva che Boston sarebbe stato l’ostacolo più duro, forse l’unico (eliminati i Lakers), prima dell’agognato titolo.

Vedere le facce degli altri big three, i campioni del 2008, lasciare il campo consapevoli di aver perso l’ultimo treno, con qualche indubbio rammarico, mi ha personalmente commosso.

La sconfitta dei Celtics completa il cambio della guardia; dopo i Lakers, sweppati da Dallas, cadono anche i Celtics, una squadra di campioni ma allo stesso tempo leoni; da Rondo, che gioca il primo quarto con un braccio ed una gamba sola, da Pierce che non vuole uscire con 4 falli, da West che schiaccia sulla testa di Bosh, fino al fondo della panchina, più volte raschiato da coach Rivers.

L’immagine, nel primo quarto, di Rajon Rondo che esce dal campo, e disteso sul pavimento, ansima, dopo aver vissuto 12 minuti di convivenza con un dolore evidentemente atroce, resterà indelebile nella storia di questa serie, di questa squadra e di questo sport.

Probabilmente, questa sconfitta dei Celtics produrrà effetti anche “in alto”; dal mago Doc Rivers, che ha probabilmente allenato l’ultima partita con i Celtics, ai Big three, che verranno coinvolti in una difficile trade, per ringiovanire la squadra e renderla competitiva, o quasi, da subito.

Inutile girare intorno alla trade che ha portato Jeff Green; sarei pronto a scommettere che, alla luce dell’eliminazione, i giornali del Massachussets si abbatteranno contro Danny Ainge e la sua scelta di dar via Kendrick Perkins; forse, nel fondare un nucleo vincente nei prossimi anni Green sarà importante, certo è che stanotte, senza voler fare in alcun modo polemica, ha sbagliato passaggi e perso palloni di chi non dovrebbe giocare una partita così importante, in un momento così importante.

Come detto, Rondo (sicuramente per scelta sua) parte in quintetto e gioca l’intero primo quarto; senza correre, usando solo la destra e soffrendo, dando l’impressione non così velata di non poter essere della partita.

Nelle prime frazioni Boston va ripetutamente in vernice da Garnett, cercando di coinvolgerlo il più possibile dopo la, statisticamente parlando, peggior partita della sua carriera. The Revolution risponde, e vince diversi duelli contro Bosh.

Anche Pierce e Allen trovano buone soluzioni, mentre West gioca senza paura e sostituisce Rondo più che degnamente. I padroni di casa invece si affidano a Wade, strepitoso, e non mi sento di aggiungere altro. Miami è sempre avanti, ma alla vigilia del quarto periodo, Spoelstra mette Anthony su Garnett limitando il fuoriclasse da Ferragut, riesce a correre con più continuità e con una schiacciata di Wade (34 punti e 10 rimbalzi), riporta la gara in parità.

Il quarto periodo sta per iniziare, ma le telecamenre di TNT cercano la panchina dei Celtics, simile ad un’infermeria, che vede infortunati e soggetti a cure sia Rondo che J.O’Neal; spazio dunque per Krstic, che ha trovato qualche buon tiro dalla media distanza.

A 5 minuti dalla fine, dopo un gran canestro di Garnett, Boston è sopra di 6, ma Lebron decide di voler vincere la partita, e che, tornare a Boston non sarebbe stato un vantaggio. Lascia partire una fucilata che serve Jones per un tiro da 3, poi attira il raddoppio e regala la schiacciata del pareggio a Bosh; ma non è finita, arriva il momento del tiro che uccide la partita; al seguito di 23 secondi di smasmodica difesa di Boston, Lebron punisce l’aggressività selvaggia degli ospiti lasciando andare la tripla del +3.

Boston vuole anche lei il gioco da tra punti; Pierce batte James dal palleggio, aspetta l’aiuto di Anthony, scarica per Green, che non riceve il pallone, registrando l’ennesima palla persa, fotografia di una partita, ed in particolare un trasferimento, discutibile a dir poco.

Il palco è sempre per il prescelto, che segna altri 5 punti in un amen, e seppellisce definitivamente gli avversari.

Il resto sono solo urla, da una parte, e consapevolezza, dall’altra, che qualcosa di meraviglioso è finito.

10 thoughts on “Miami è in finale di conference

  1. questa spaventosa carestia di messaggi mi deve pensare che il passaggio del turno degli heat abbia consumato il fegato a parecchi di voi?

    • la carestia di messaggi è data da un ondata sull’altro post fatto in precedenza!!!sempre e cmq

      let’s go heat let’s go heat let’s go heat

  2. heat superiori ma il confronto è stato vinto con le prestazioni dei singoli. boston ha dato di + di spurs e laker ma la sua fine non è per questo rimandata alla prossima stagione.
    tatticamente gli heat sono poca cosa, un deserto sconsolante che rivela il livello mediocre di una stagione di transizione.
    devo però far abiura su una cosa che avevo molto sottovalutato: combinare lebrom e wade vuol dire raddoppiare solo uno dei due, diminuire il peso e la responsabilità offensiva di ognuno dei due ed avere in cambio un maggior contributo in difesa e spazio per gli altri e ciò in una stagione, ripeto mediocre, di transizione può bastare.
    sono cose che ho già detto, lo so, ma la povertà tecnica degli heat offre pochi spunti.
    aspettiamo le eventuali finals per poi elogiare le singole prestazioni.

  3. Quel che mi lascia sempre perplesso quando vedo i Miami, è la loro freschezza atletica… Boston , San Antonio, e più di tutte Los Angeles mi sono sembrate sulle ginocchia al’ultimo quarto… Miami all’ultimo quarto sembra finalmente andare in temperatura… sembra che a fine partita loro possano giocare ancora un quarto, mentre gli altri hanno la lingua per terra!

    Per fortuna che giocano singolarmente… se nel giro di un paio di stagioni, come dice coach Spoelstra, riesco a creare un gioco di squadra, questi vincono titoli per le prossime 10 stagioni!

    Ora è più difficile dare torto alla scelta estiva di Lebron…

  4. Miami ora imbocca il viale sicuro per il titolo, i Bulls non sembrano avere le carte per fermarli, Grizzlies e Thunders sono troppo inesperte e Dallas sinceramente mi sembra la squadra più sbagliata del mondo per affrontare LeBron e Wade.
    Succederà quello che non doveva succedere, LeBron con l’anello al primo tentativo dopo “The Choice” alla facciazza mia e di tutti quelli che avevano detto che ci sarebbero voluti anni, e una panchina migliore, per far girare le cose decentemente a Miami.

  5. wade l’anno prossimo passa ai 30 e james a 28. essendo generosi fanno 6 titoli consecutivi.
    questi 2 + bosh alzano 60 mln circa a stagione mettere buoni giocatori attorno è dura davvero.
    certo se vincono attirano veterani senza titoli e specialisti che salirebbero volentieri sul carro del vincitore.
    infortuni poi sono un’altra l’incognita sulla futuribilità dei Big 3. wade gioca in maniera molto pericolosa.
    ma ammesso che vada tutto bene per la salute e che arrivano super-supporting cast secondo voi i Bulls, Thunder o nuovi lakers o altri non ne vincono nemmeno uno?

    • I Lakers, con il roster di pensionati che si ritrovano, dovranno far passare anni prima di scendere sul parquet di una finale NBA.
      Bulls e Thunder certamente possono rinforzarsi per adeguarsi alla battaglia, ma come dici tu è molto più probabile che i veterani in cerca di titolo parcheggino i loro culoni in quel di Miami.
      Mi dispiace per Boston che ha combattuto con onore (a differenza dei Lakers), però nel contempo sono contento che Shaq sia rimasto a bocca asciutta … con il suo vagare da una franchigia all’altra negli ultimi anni è diventato il simbolo della prostituzione con la palla a spicchi. Odioso.

  6. demerito ?
    soprattutto infortuni e sfiga
    peccato perchè poteva essere una serie mozzafiato

  7. Ma quale demerito, Boston ha combattuto fino all’ultimo, ma senza Rondo, e poi senza anche jermaine le cose erano impossibili. Pazzesco come, per il secondo anno consecutivo, a Boston vengano a mancare giocatori importanti in momenti importanti (Perkins l’anno scorso e Rondo quest’anno). E la cosa curiosa è che non sono i vecchi, ma i giovani…

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