buck7655Tra le squadre più attive durante l’off-season c’è sicuramente la franchigia che fu, tra gli altri, di Oscar Robertson e Kareem Abdul-Jabbar.

Una vera e propria rivoluzione quella operata dal GM John Hammond che ha cambiato radicalmente sia lo staff tecnico, affidandosi all’ex Atlanta Larry Drew, che il roster, cercando di allestire un team in grado di lottare fin da subito per la post-season ma senza rinunciare a porre basi solide per un futuro radioso.

Tutto ciò al netto della poca appetibilità della franchigia del Wisconsin, che rende difficile convincere i top free agent obbligando la dirigenza a scommettere su buoni giocatori in attesa di una loro possibile esplosione.

Conference: Eastern
Division: Central
Arrivi: O.J. Mayo(g, Dallas), Brandon Knight(g, Detroit), Luke Ridnour(g, Minnesota), Carlos Delfino(f, Houston), Gary Neal(g,San Antonio), Zaza Pachulia(c, Atlanta), Khris Middleton(f, Detroit), Miroslav Raduljica(c, Azovmash), Viacheslav Kravtsov(c, Detroit), Butler(f, Phoenix)
Partenze: Monta Ellis(g, Dallas), Brandon Jennings(g, Detroit), J.J. Redick(g, Clippers), Luc Richard Mbah a Moute(f, Sacramento), Mike Dunleavy(f, Chicago), Samuel Dalembert(c, Dallas), Drew Gooden(f, Free Agent), Gustavo Ayon(c, Atlanta), Marquis Daniels(f, Free Agent), Joel Przybilla(c, Free Agent), Ishmael Smith(g, Phoenix), Vitaly Kravtsov(c, Phoenix)

Draft: Giannis Antetokounmpo(f, Grecia), Nate Wolters(g, South Dakota State)

Probabile quintetto base
PG: Knight                                                                                                                                                                                                                                                                                                   SG: Mayo                                                                                                                                                                                                                                                                                                     SF: Butler                                                                                                                                                                                                                                                                                                     PF: Ilyasova                                                                                                                                                                                                                                                                                               C: Sanders

ROSTER

Guard: Brandon Knight, OJ Mayo, Gary Neal, Luke Ridnour, Nate Wolters
Forward: Caron Butler, Carlos Delfino, Giannis Antetokounmpo, Khris Middleton, Ersan Ilyasova, John Henson, Ekpe Udoh
Center: Larry Sanders, Zaza Pachulia, Miroslav Raduljica
Head-Coach: Larry Drew

Estate agro-dolce per i tifosi dei Bucks che in un lampo hanno visto andare via i due giocatori migliori della scorsa stagione, Ellis e Jennings.

Il primo, unrestricted free agent (UFA d’ora in poi), non né ha voluto sapere di rinnovare ed ha accettato la corte dei Mavs, Jennings invece, visto il poco interesse intorno a lui, si era convinto ad accettare la Qualifyng Offer dei Bucks per poi diventare UFA durante la prossima off-season diventando assoluto padrone delle sue scelte.

A dare, però, una mano sia all’ex-Roma che ai Bucks ci ha pensato Joe Dumars che ha presentato l’offerta giusta per convicere i “cervi” a lasciare andare via il proprio gioiello. A fare il percorso inverso è stato Brandon Knight che, dopo due anni in chiaro scuro a Detroit, ha l’opportunità di dimostrarsi all’altezza di un posto da titolare in una franchigia NBA.

Sfacciataggine, tiro da fuori e atletismo non gli mancano, ciò che manca invece è l’abilità sia nel gestire i tempi di gioco che nel mettere in ritmo i compagni, diminuire il numero di palle perse e acquistare disciplina tattica saranno due degli aspetti fondamentali su cui Larry Drew dovrà lavorare, e in questo senso i trascorsi da PG del nuovo coach fanno sicuramente ben sperare.

La prima opzione offensiva sarà sicuramente O.J. Mayo, firmato con un triennale da 24M$, l’ex-Memphis e Dallas è all’ultima chiamata per evitare di finire nel limbo delle eterne promesse. Le qualità fisiche e tecniche per essere un All-Star ci sono tutte, al contrario della continuità e della tenacia, tallone d’achille per O.J. che troppo spesso alterna prestazioni brillanti ad altre scialbe, e che si lascia vistosamente condizionare dagli errori al tiro diventando dannoso per la squadra.

Riuscirà ad imporsi in un ambiente nuovo dove è chiamato ad essere trascinatore fin da subito? O finirà ancora una volta schiacciato dalle aspettative che lo accompagnano dopo la 3a chiamata al draft del 2007?

Nello spot di ala piccola si è puntato sull’usato sicuro, con Butler (arrivato via trade da Phoenix) e Delfino (ritornato dopo un anno a Houston) a dividersi minuti importanti. I due, entrambi ben oltre i trent’anni, portano in dote esperienza e diversi soluzione offensive insieme a diversi dubbi sulla loro integrità fisica visti gli infortuni subiti negli ultimi anni sia dall’ex Dallas che dall’argentino.

Alle loro spalle ci sarà il greco Antetokounmpo, appena 18 anni e scelto alla 15 nell’ultimo draft. Chiunque lo abbia osservato ha parlato di grande potenziale ma di poca concretezza per poter giocare alla pari nella lega più competitiva del pianeta. Non hanno pensato così i Bucks che invece di lasciarlo a maturare in Europa, magari in un top team(visto che fin’ora il buon Giannis si è confrontato solo con giocatori della seconda lega ellenica), hanno preferito aggregarlo subito al roster, nonostante ciò difficilmente in questo primo anno giocherà minuti importanti, più probabile invece una sua assegnazione ai Fort Wayne Mad Ants(squadra di D-League affiliata ai Buck) per farsi le ossa e abituarsi ai forsennati ritmi americani.

Ad agire da 4 titolare sarà ancora Ersan Ilyasova, ritornato ai suoi livelli dopo il licenziamento di Scott Skiles: al turco sono chiesti rimbalzi e pericolosità offensiva per togliere pressione ai componenti del backcourt. Essendo il giocatore con più anni di militanza tra i Bucks ci si aspetta da lui anche una crescita caratteriale che lo porti ad essere uno dei leader della squadra.

Il grande colpo dell’offseason dei Bucks è stato, però, il rinnovo di Larry Sanders, che ha firmato un rinnovo quadriennale da 44M$. Cresciuto tantissimo nell’ultima stagione, si è imposto come uno dei migliori difensori d’area dell’intero panorama NBA, forza fisica e cattiveria ci sono, dovrà però migliorare offensivamente per diventare un giocatore bidimensionale giustificando così il notevole esborso della società a cui non possono bastare più le correzioni da sotto e le schiacciate faccia a canestro.

Pronti ad entrare dalla panchina ci saranno Luke Ridnour (tornato dopo l’esperienza a Minnesota) chiamato a mettere ordine nei momenti delicati dei match, insieme a lui il tiratore Gary Neal, grande protagonista di gara-3 delle scorse finals, punti veloce e pericolosità dall’arco è quello che gli si chiede. Stessa situazione per John Henson che farà da backup ad Ilyasova, l’ex-North carolina, dopo un’ottima annata da Rookie chiusa a 6 ppp. e 4.7 rpg in 13 minuti, avrà più spazio a disposizione e alla luce delle brillanti prestazioni in Summer League che hanno testimoniato la sua continua crescita c’è da scommettere che John potrà dare un ottimo cambio ad Ilyasova.

Resta un mistero, invece, il triennale da $16M complessivi fatto a firmare a Zaza Pachulia, discreta riserva ma ormai 29-enne e reduce da un grave infortunio al tendine d’achille, probabilmente è stata una precisa richiesta di Larry Drew che lo avuto con se ad Atlanta ma a quel prezzo c’era sicuramente di meglio tra i FA.

Altra riserva nel reparto lunghi sarà Ekpe Udoh, non vedrà il campo per molti minuti ma è chiamato a portare freschezza atletica ed energia in uscita dal pino. Per Radulijca e Wolters si prospetta un anno di purgatorio in D-league con qualche sporadica presenza al piano di sopra.

Ciò che risulta evidente è la voglia di restare competitivi nell’immediato ma gettando buone basi anche per il futuro, nella corsa ai PO sicuramente peserà l’assenza di una vera star(come Irving per Cleveland, Smith per Detroit e Wall per Washington) ragion per cui la stagione dei Bucks dipenderà dal rendimento di ogni singolo componente del roster che può trasformare la stagione in successo oppure in un disastro.

Nonostante la presenza di un coach affermato come Larry Drew non mi sento di inserirli tra i favoriti nella corsa ai PO, troppe le scommesse fatte e troppi i dubbi da sciogliere, a cominciare dall’equilibrio tra Knight e Mayo che sembrano sinistramente simili alla coppia Jennings-Ellis…

2 thoughts on “Milwaukee Bucks: Preview

  1. Concordo sul quintetto base.
    Knight è la scommessa intrigante. Da Sanders mi aspetto una bella r.s. e una crescita.
    Non partono favoriti per i p.o. sopratutto dopo aver cambiato 3/5 del quintetto. Con la giusta chimica possono divenir, insieme a Boston, una mina vagante e aggiungersi al terzetto che proverà a prendere le ultime 3 piazze (Detroit-Washington-Cleveland).
    Bell’analisi.

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